di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Wikipedia)
Tutto il mondo si prepara alle complesse sfide che l’IA (Intelligenza Artificiale) porta con sé e, in Italia, gli organismi più interessati vanno dalle università alle startup, dalle grandi aziende fino alle istituzioni politiche e culturali. Nel nostro Paese il primo ampio progetto del Pnrr è stato attuato grazie ad un’applicazione dell’IA. Si tratta dello scambio di informazioni sanitarie tra le diverse Usl sulla Piattaforma Nazionale di Telemedicina. Le altre applicazioni dell’intelligenza artificiale riguardano ambiti non solo industriali, ma anche domestici quali i sistemi di casa intelligente che regolano temperatura, umidità o illuminazione in base alle nostre abitudini o all’uso della voce per attivare i dispositivi. Inoltre l’ IA è già stata sperimentata per il controllo dei semafori e quindi il miglioramento del traffico ed anche per la riduzione delle perdite idriche (simula infatti interventi con la creazione di acquedotti gemelli) oltre che in ambito investigativo per disegnare identikit a partire dalle dichiarazioni di testimoni. Proprio per la versatilità di applicazione si moltiplicano le startup con innovative soluzioni e moltissime le aziende hanno incrementato l’organico con responsabili e tecnici di questo specifico settore. In Italia, allo stato attuale, lo sviluppo dell’IA è legato soprattutto alle richieste del mercato e quindi,nello specifico, svettano le soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing) e i progetti che riguardano l’area di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato (Language IA).
Un po’ indietro, nell’interesse del mercato nazionale, si colloca l’area degli algoritmi che suggeriscono ai clienti i contenuti in linea con le specifiche preferenze (Recommendation System).
Alfine, fanalino di coda, si collocano le iniziative di Computer Vision, che analizzano le immagini per la sorveglianza in luoghi pubblici o per il monitoraggio di una linea di produzione e ancora le soluzioni con cui l’IA automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation).
E’ così nato un fermento progettuale e produttivo che alimenta una corsa delle realtà informatiche dal tragitto sconosciuto, che dovrebbe avere come obiettivo solo la facilitazione delle attività umane senza far soccombere il lavoro di ognuno davanti all’economia dei pochi e tenere ben presente l’etica nello sviluppo futuro o addirittura contribuire alla nascita di una nuova etica per un ambito tutto da scoprire e latore di nuove sfide.
La poliedricità applicativa dell’IA costituirà anche il focus degli obiettivi e sarà terreno di confronto della presidenza italiana del G7. Su di essa sta lavorando concretamente la società Engineering Ingegneria Informatica, nella persona del suo Ceo ( Chief Executive Officer, cioè amministratore delegato) Maximo Ibarra, che ha relazionato in proposito anche al B7, l’organismo che riunisce le grandi imprese del G7. Ibarra ha affermato: “Per fare in modo che la rivoluzione dell’IA coinvolga tutti ,è necessario investire in competenze e formazione; velocizzare e favorire la digitalizzazione delle aziende e della Pubblica Amministrazione; lavorare su una regolamentazione che, oltre a porre delle regole e dei limiti, favorisca l’uso e lo sviluppo di questa tecnologia”.
La cooperazione, sia in sede italiana che fra gli stati membri del G7, è imprescindibile per applicare l’IA in più campi possibile senza lasciare indietro nessuno (l’Italia ha sempre sostenuto nelle sedi internazionali lo sviluppo del Sud del mondo) e soprattutto sia eticamente sostenibile per un’innovazione sempre connessa all’esigenza della sicurezza (basti pensare al problema della privacy connaturato all’uso dell’IA).
L’Italia ha assunto la presidenza del G7 dal 1°gennaio 2024 e al contempo hanno avuto inizio anche i lavori del B7, l’Engagement Group riservato al mondo delle imprese, che ha come compito quello di identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale e che quest’anno si terrà fra la fine di maggio e la metà di giugno con la presentazione della Dichiarazione finale alla Premier Giorgia Meloni quale Presidente del G7. I temi sui cui verteranno i lavori dell’assemblea si focalizzano su quattro punti principali e precisamente: sulle catene globali del valore; sulla transizione climatica, energetica ed ambientale; sulla data economy e digitalizzazione e, infine, sul lavoro. Di enorme rilevanza è che questi punti avranno come tema trasversale proprio l’IA e le sue applicazioni pratiche che dovranno essere, almeno negli intenti, soprattutto affidabili e trasparenti.
Senza sostenere la, quantomeno azzardata, similitudine in cui si sono lanciati alcuni mass- media paragonando l’intelligenza artificiale al rischio atomico, è comunque indubbio che l’attore principale dello stravolgimento in atto dovrà rimanere l’Uomo. Egli dovrà essere fautore di un’implementazione non disgiunta dalle regole, di un’IA al servizio e non servita, di un cammino condiviso da tutti e non terreno di scontro o di supremazia degli uni sugli altri e soprattutto di un’innovazione che, anziché aumentare l’inevitabile divario Nord-Sud del mondo, sia occasione di slancio e sviluppo per tutte le economie e, al contempo, di crescita sociale e pace per tutti i popoli. Possono anche esistere sistemi informatici che tentano di simulare, sempre di più, l’arida logica del pensiero umano, ma, alfine e per un equo ordine mondiale, anche gli algoritmi più sofisticati dovranno necessariamente abdicare all’inafferrabile scintilla divina che alberga nell’anima umana.