di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA – «Una vicenda-farsa, sulla quale contiamo di rivolgerci, se entro pochi giorni non avremo risposte serie, alla Procura della Repubblica di Catanzaro». Così, in apertura dei lavori del consiglio comunale di stasera, il sindaco di Marina di Gioiosa Domenico Vestito ha inteso ripercorrere le tappe fondamentali del caso del progetto di riqualificazione urbana dell’area ex ferrovie Calabro-Lucane, per la quale il Comune, nell’ambito del Pisl “Sentieri della memoria” ha ottenuto un finanziamento europeo di 650.000 euro che rischia di perdere.
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Proprio così. Come ha ricordato il primo cittadino, infatti, «Lo scorso 3 gennaio il consiglio comunale mi autorizzò a procedere alla cessione a titolo gratuito, da parte delle Ferrovie della Calabria, di una vasta area che va dall’ex deposito delle “Calabro-Lucane” a Torre Vecchia per realizzare il nostro progetto di riqualificazione urbana per fare in modo che il Comune potesse acquisire un’area attualmente in locazione. Peccato – ha proseguito – che l’atteggiamento ostruzionistico del settore Patrimonio della Regione Calabria rischia di farci perdere il finanziamento europeo. Avevamo predisposto in maniera sollecita tutti gli atti per andare oltre il progetto originario che avrebbe fatto aprire una nuova e inutile strada e si sarebbe risolto con qualche piccola opera di piantumazione, per andare oltre e procedere a una vera riqualificazione urbana e il progettista aveva consegnato il lavoro subito. Poi sono iniziati i problemi e anche se l’assessore regionale dell’epoca Giacomo Mancini ci diede una mano, la Regione ci mise subito, con i suoi burocrati, i bastoni tra le ruote: prima non conosceva di chi fosse la proprietà dell’area e, dopo che il nostro ufficio tecnico a seguito di una ricerca al Genio Civile ha dimostrato che l’area è di proprietà della Regione e nella quale è stato compiuto un piccolo frazionamento abusivo da parte di un privato, che la Regione stessa non conosceva».
E’ solo l’inizio del calvario burocratico del Comune che, come ha spiegato Vestito «Dopo mille interlocuzioni e una sola risposta, si dice disposto anche ad acquistare l’area ma la Regione compie una stima del valore del terreno che non riguarda tutti i 30.000 metri quadri dell’area ma solo una porzione pari a 6.000 metri quadri, per la quale chiede la somma esorbitante di 269.000 euro. A questo punto, proponiamo una locazione per 6-7 anni con diritto di riscatto al termine del periodo di affitto, e la Regione ci chiede 15.000 euro all’anno per i 6.000 metri quadri dell’area delle ex officine delle Calabro Lucane che noi contestiamo, supportati da una perizia a nostre spese dell’Agenzia del territorio che stima in 3.000 euro annui un canone di locazione equo.
A questo punto- ha aggiunto il sindaco – chiediamo alla Regione di affittare il terreno, pagando anticipatamente il canone di sei anni, ma non abbiamo risposta nemmeno dal neo governatore Oliverio, al quale abbiamo scritto il 12 dicembre. Nel frattempo, consci che per non perdere il finanziamento europeo dobbiamo finire i lavori entro settembre 2015 e rendicontarli, il Comune ha mandato alla Suap gli atti per aggiudicare i lavori e se ora la situazione non si risolve per colpa degli ostacoli posti dalla burocrazia regionale, saremo costretti a mandare tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Catanzaro».
L’AFFITTO DELLA STANZA A O’STRAKON A CANONE AGEVOLATO
Prima di trattare gli argomenti posti all’ordine del giorno, il Consiglio ha trattato un’altra questione preliminare, col consigliere di opposizione Mesiti che ha detto di non essere soddisfatto della risposta che l’amministrazione ha dato all’interpellanza della minoranza sulla decisione di dare in affitto al canone simbolico annuo di cento euro, una stanza del centro sociale “Egidio Gennaro” al movimento giovanile “O’Strakon”, che esprime due assessori (Giuseppe Coluccio e Francesco Lupis) e il presidente del consiglio comunale Loredana Femia.
«Al di là del conflitto d’interessi dei due assessori che hanno votato la concessione dei locali – ha detto Mesiti – contestiamo il cambiamento di linea da parte di O’Strakon, che durante il periodo di gestione commissariale dell’Ente contestava e denunciava con dossier dettagliati e poi, una volta parte dell’amministrazione, appare appiattito sulle posizioni di quest’ultima».
Un tema, quello del conflitto d’interessi, rilanciato dalla capogruppo di opposizione Mariateresa Badolisani che ha detto che «I due assessori in quota O’Strakon avrebbero dovuto quantomeno astenersi dalla votazione della delibera che ha concesso l’immobile a canone agevolato» richiamando i principi ai quali si ispirano i lavori della commissione per la revisione dello Statuto e del Regolamento comunali, della quale la stessa Badolisani è componente.
Dai banchi della maggioranza, è arrivata la replica dell’assessore Coluccio, che ha detto di essere «Orgoglioso di far parte di O’Strakon, che non ha scopo di lucro, e i cui componenti hanno, tra le tante cose fatte, ritinteggiato gratuitamente le pareti della biblioteca comunale . Quando ci sono conflitti d’interesse veri – ha aggiunto l’assessore Coluccio – io sono sempre uscito dall’aula, come quando si parla della contrattualizzazione dei lavoratori Lsu-Lpu, visto che mio padre è uno di loro».
Dal canto suo, Pasquale Mesiti ha detto che «Quando feci parte io del movimento “Insieme per costruire” facemmo tante iniziative di volontariato, e quando si trattò di prendere in affitto una sede ci autotassammo. Io stesso – ha concluso – facevo le pulizie dei locali».
Nella sua sintesi conclusiva, il sindaco Vestito ha detto che «La risposta all’interpellanza è già stata data. In ogni caso – ha concluso – una volta risolta la vicenda della contrattualizzazione dei lavoratori Lsu-Lpu, revocheremo tutte le assegnazione di beni comunali alle associazioni e faremo un nuovo bando pubblico».