di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Humanitas)
Ciò che distingue il rumore dal suono è il fatto che il rumore è generato da onde acustiche irregolari, e non periodiche, che provocano sensazioni uditive sgradevoli e fastidiose e, a tal proposito, il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) ha evidenziato un aumento dell’aggressività negli animali-cavie sottoposti ad eccessivo rumore.
La soglia di rischio per l’uomo è di 80 decibel, l’OMS raccomanda di rimanere al di sotto dei 65 di giorno e dei 55 di notte , mentre in Italia raggiungiamo in media i 70 decibel di giorno e i 65 di notte. Ogni aumento di 10 decibel corrisponde ad un aumento di dieci volte dell’intensità sonora. Purtroppo oggigiorno dobbiamo fare i conti con la socioacusia (la perdita di capacità uditiva per esposizione ai rumori ambientali), causa principale della presbiacusia (la riduzione la della capacità uditiva correlata all’invecchiamento). Il vero progresso non può essere disgiunto dalla compatibilità ambientale e non occorrono gli ingenti capitali delle mega-metropoli per attuare sic et simpliciter dei rimedi anche nei piccoli centri: non fare operare, per esempio, gli autocarri della nettezza urbana nel cuore della notte e attuare una maggiore sorveglianza sugli esercizi notturni che non rispettano gli orari legali di chiusura.
Negli ultimi decenni, infatti si sono moltiplicate le cause intentate per i rumori molesti della movida soprattutto nei centri urbani. Gli esercizi, che rimangono aperti di notte, arrecano disturbo direttamente, con musica ad altissimo volume, ma anche indirettamente, poiché sono ritrovo per gli avventori che spesso sostano in strada e talvolta bivaccano comodamente seduti sulle soglie dei condomini disturbando con schiamazzi, chitarre e cori il sonno dei residenti e interferendo negativamente sul sistema nervoso di essi.
I martelli pneumatici sulle strade o nei cantieri e il traffico di auto e motociclette causano danni, provati scientificamente, psico-fisici all’organismo umano tantochè’ un italiano su dieci soffre di ipertensione, alterata frequenza cardiaca, ansia e insonnia indotte da questi fattori. Per non parlare di gastrite e inappetenza o interferenze sulla fase Rem (quella onirica) del sonno, alterazioni a carico del sistema nervoso, del sistema endocrino, del sistema immunitario e cardiocircolatorio cosicchè ogni anno si verifica un aumento di cardiopatie ischemiche legate all’inquinamento acustico.
Ai Comuni, in realtà, spetterebbe il compito di fare rispettare i limiti acustici con i cosiddetti Piani di Zonizzazione acustica. Questi contemplano una divisione del territorio in zone a maggior tutela, come ospedali, residenze per anziani e scuole (quest’ultime, esposte a rumore, evidenziano ingenti difficoltà di apprendimento degli alunni che le frequentano) e zone, invece, a minor tutela perché prive di abitazioni.
Possiamo risalire al 600 a.C. per trovare uno dei primi esempi virtuosi di convivenza civile nei Sabini che, infatti, allontanavano la lavorazione dei metalli dai centri cittadini e la confinavano dove non potesse arrecare disturbo. E vale la pena di ricordare con Jean- Baptiste Lacordaire che “la libertà è il diritto di fare quel che non danneggia gli altri”.