di Patrizia Massara Di Nallo
CATANZARO – Il 20 maggio, in occasione della giornata nazionale della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare, a Catanzaro, presso la “Sala Verde” della Cittadella Regionale, si è svolto il convegno dal titolo: “Io tutelo la biodiversità in Calabria, e tu?”. Dopo i saluti istituzionali dell’Assessore all’Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione Gianluca Gallo, del Direttore Generale Giuseppe Liritano e del Commissario Straordinario dell’ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura in Calabria) Fulvia Michela Caligiuri, sono intervenuti, in qualità di relatori, Francesca Palumbo, Dirigente e Presidente della Commissione Tecnico Scientifica per la tutela della biodiversità vegetale ed animale della Regione Calabria, Paola Roncada dell’Università “Magna Grecia” (CZ), Leonardo Bruno dell’Università della Calabria, Giovanni Preiti dell’Università “Mediterranea” e Fabio Petrillo dell’ARSAC. Alla presenza di un nutrito gruppo di alunni e docenti provenienti dagli Istituti agrari di ogni parte della Regione e di una delegazione dell’Associazione “Cittadinanza Attiva Pellegrina”, il Prof. Preiti, nella sua relazione, ha ufficializzato che il grano “Secria”, sottoposto nei mesi scorsi a rigorosi studi ed esami genetico-molecolari e comparativi, rappresenta una varietà di frumento con caratteristiche di unicità. Adesso il passaggio successivo sarà rappresentato dall’avvio dell’iter di iscrizione del grano “Secria” nel Registro regionale della biodiversità agraria e alimentare,Sezione vegetale, ai sensi della L.R. n.14/2018 con la quale è stata istituita la Rete di conservazione, tutela e salvaguardia del patrimonio di varietà vegetali, razze e ceppi microbici locali di interesse agrario e alimentare del territorio calabrese, gestita e coordinata dall’ARSAC. L’Associazione “Cittadinanza Attiva Pellegrina” promotrice dell’iniziativa, ha come scopo quello di proteggere e valorizzare il grano “Secria,” antico tesoro cerealicolo autoctono, dal rischio di erosione genetica, dalla perdita di variabilità genica, dal declino e dall’estinzione della specie, favorendone la diffusione e la produzione del pane tradizionale di Pellegrina, genesi della sapiente arte panificatoria del borgo. ( da nota Associazione “Cittadinanza Attiva Pellegrina”).
Fino agli anni ‘60/70 del Novecento una delle principali colture presenti nell’area pianeggiante che sovrasta l’abitato di Pellegrina, alle pendici dell’Aspromonte e con affaccio sul mare, era quella del grano. Le tipologie di grani teneri autoctoni coltivati erano:il Secrìa, il Maiorca e il grano Iermano (o Segale Calabrese).Si trattava di grani la cui caratteristica organolettica principale era il basso contenuto di glutine che conferiva al pane maggiore digeribilità e leggerezza. Inoltre la percentuale limitata di glutine richiedeva una maggiore destrezza e manualità nella lavorazione del pane e, infine, le pagnotte sfornate si caratterizzavano per la crosta croccante e l’interno morbido.
Oggi il progetto vuole essere un’opportunità di sviluppo per il territorio anche in un’ottica di valorizzazione dell’antica arte della panificazione. Il riconoscimento dell’unicità e la successiva iscrizione nel registro regionale della biodiversità sono conquiste che premiano il lavoro e la tenacia di coloro che, come tanti altri, hanno creduto nel progetto di recupero di grani antichi calabresi anch’essi testimoni silenti dalla civiltà calabrese e della sua cultura enogastronomica. Per ottenere ciò i coltivatori hanno seminato nell’area collinare di Bagnara oltre 50.000 metri di grano autoctono “secria”.Come facevano i loro avi, per preservare e selezionare la purezza del grano, hanno estirpato manualmente dal campo le spighe del grano “jarmanu” (quest’ultime sono facilmente individuabili perché hanno una struttura diversa da quella del grano “Secria”, sviluppano prima e sono molto più alte). Allo stesso modo hanno estirpato anche le “erbe spontanee” per evitare che interferissero sulla naturale crescita del grano.
Oggi l’impiego di questa antica varietà di grano nel già rinomato pane di Pellegrina ha aggiunto un tassello in più nel cammino faticoso ma gratificante di coltivazione e promozione dei prodotti del territorio che riscuotono un sempre maggiore successo.