R. & P.
Il 30 giugno 2024 scade il periodo di operatività della Decontribuzione Sud. La misura agevolativa non sarà più rinnovata ?
A confermarlo è stato il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto “meridionale”, nel corso del question-time alla Camera dei deputati del 15 maggio 2024, in risposta a specifica interrogazione parlamentare posta da un esponente dell’opposizione (n. 3-01206).
Lo stesso Ministro però dichiara che il Governo sta valutando nuove misure analoghe. La Decontribuzione Sud è, almeno fino al 30/06/2024, l’agevolazione contributiva spettante automaticamente a tutti i datori di lavoro che impiegano personale nelle zone del Mezzogiorno, in regola con gli adempimenti contributivi (DURC) e consiste nella riduzione dei contributi previdenziali, a carico del Datore di Lavoro, con esclusione di quelli dovuti all’Inail.
E’ d’obbligo precisare che la Decontribuzione Sud non è un incentivo all’assunzione, spettando a tutti i rapporti di lavoro subordinato, con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico, laddove la sede di lavoro delle aziende, sia situata in una delle seguenti otto regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
L’agevolazione contributiva per l’occupazione in aree svantaggiate è stata introdotta per la prima volta con il cd. decreto Agosto (articolo 27 del decreto legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito con modificazioni in Legge 13 ottobre 2020, n. 126) per contenere gli effetti dell’epidemia Covid-19 sull’occupazione in aree caratterizzate da grave situazione di disagio socio-economico e a tutela dei livelli occupazionali.La Legge di Bilancio 2021 (articolo 1, commi 161-169, legge 30 dicembre 2020, n. 178), ne ha successivamente esteso l’applicazione fino al 2029, prevedendone l’applicazione in misura pari:al 30% fino al 31 dicembre 2025;al 20% per gli anni 2026 e 2027;al 10%per gli anni 2028 e 2029.In quanto classificato Aiuto di Stato, Decontribuzione Sud necessita però di specifica autorizzazione della Commissione Europea per la sua applicazione.
L’ultima autorizzazione UE concessa, scade il prossimo 30 giugno 2024, ultimo giorno di vigenza del Quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato a seguito dell’aggressione della Russia all’Ucraina, cd. Temporary crisis and transition framework-TCTF. Ometto la traduzione che avrebbe fatto Cetto La Qualunque.
In quanto applicabile per tutti i rapporti di lavoro subordinato instaurati o instaurandi in una sede di lavoro ubicata all’interno delle regioni ammesse “del Sud”, è stata definita dall’INPS come “agevolazione di maggior impatto, quantomeno per il numero di dipendenti coinvolti”.Con Decontribuzione Sud sono stati infatti agevolati:2,9 milioni di rapporti di lavoro (2,7 milioni di lavoratori) nel 2021;3,1 milioni di rapporti di lavoro (2,8 milioni di lavoratori) nel 2022;3,2 milioni di rapporti di lavoro (2,9 milioni di lavoratori) nel 2023.I dati di gennaio 2024 (Osservatorio sul precariato, Comunicato stampa 18 aprile 2024) confermano una sostanziale stabilità.
Durante il question- time alla Camera dei deputati del 15 maggio 2024, il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, in risposta all’interrogazione parlamentare n. 3-01206, ha dichiarato che Decontribuzione Sud non potrà essere prorogata, per scelta non del Governo, ma della Commissione europea che non prorogherà il Temporary framework per l’Ucraina.“Il Governo”, aggiunge il Ministro, “è al lavoro in modo efficace per rendere possibili misure analoghe, che trovano già in parte, all’interno del decreto Coesione, interventi specifici in questa direzione, per far sì che le risorse da utilizzare per il Mezzogiorno d’Italia non siano utilizzate in mille rivoli di spesa e polverizzate in mille piccoli interventi, ma vadano su scelte più precise”.
Tradotto: si vuole sostituire una misura generale, a favore del Mezzogiorno ed estesa a tutti i rapporti, nuovi e in essere, con qualsivoglia tipologia contrattuale, con i ben più circoscritti incentivi «bonus giovani», «bonus donne», «bonus zes» contenuti nel «decreto coesione» (decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60).
In conclusione, dal 1° luglio 2024 i datori di lavoro del Sud perderanno la possibilità di applicare lo sgravio (del 30% fino al 2025) sui contributi previdenziali, con esclusione di quelli Inail, dovuti per tutti i rapporti di lavoro subordinato instaurati ed instaurandi.Il decreto Coesione ha introdotto nuovi incentivi per i datori di lavoro privati, temporanei, per le assunzioni effettuate nel periodo 1° settembre 2024-31 dicembre 2025: il Bonus Giovani, il Bonus donne e il bonus Zes Unica.
Tutti i bonus in questione si applicano per un periodo massimo di 24 mesi e, per le assunzioni nella ZES unica, nel limite massimo di 650 euro su base mensile per ciascun lavoratore (l’esonero non concerne i premi o contributi spettanti all’INAIL) solo che, per la loro operatività, occorrerà attendere:- l’emanazione di un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze;- l’autorizzazione della Commissione europea (non richiesta nel solo caso del bonus donne);- le istruzioni dell’INPS.
Un iter lungo e complesso che lascerà, nell’attesa, scoperte le aziende che finora hanno profittevolmente usufruito della Decontribuzione Sud. I modelli F24, da agosto 2024, lieviteranno e non di poco. Paradossalmente, le aziende del meridione non i regola con i contributi previdenziali, non noteranno alcuna differenza.
Forza Italia “del Nord”, Forza Europa
Con immensa amarezza
Luigi Errigo
Consulente del lavoro