di Domenico Vestito*
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Nelle ultime settimane, non appena appresa, ufficialmente, la notizia della chiusura la filiale CARIME di Marina di Gioiosa Ionica, in stretta sinergia con i Sindaci dell’Unione dei Comuni Valle del Torbido, ci siamo attivamente mossi, utilizzando tutti i canali istituzionali possibili, per scongiurare il concretizzarsi della scelta operata da UBI BANCA.
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Ho sempre pensato e continuo a credere in un’azione politica che, quando ha incarichi di governo del bene comune, deve muoversi non secondo logiche d’istinto o di propaganda, ma con serietà e responsabilità, nel pieno rispetto dei ruoli e delle funzioni di ciascuno. La lettera-provocazione a Babbo Natale ha rappresentato, esclusivamente, un modo come un altro per riaccendere l’attenzione mediatica su di una vicenda che rischia di compromettere, gravemente, lo sviluppo di una comunità di oltre 20.000 abitanti. Le azioni simboliche o di mero clamore ed enfasi non appartengono alla mia cultura politica e allo stile dell’attuale Amministrazione Comunale di Marina di Gioiosa Ionica. Abbiamo improntato la nostra linea d’azione all’insegna della buone pratiche, del lavoro quotidiano meticoloso e silenzioso, senza cedere e farci fagocitare dal clamore mediatico o dai pettegolezzi da social. Ecco perché, quindi, accanto e oltre l’iniziativa di Natale non sono mancate le prese di posizione nei confronti di chi, realmente e concretamente, poteva e può fare in modo che questa sciagurata decisione venga messa in atto. Abbiamo raccolto, con le nostre forze e grazie all’apporto di alcuni volenterosi cittadini, numerosissime firme in calce alla petizione che abbiamo predisposto. In questo contesto spicca il silenzio dei cosiddetti corpi intermedi. Dove erano e dove sono i sindacati, specie quelli di categoria del personale bancario? Dove erano e dove sono quelle sigle associazionistiche che tanto si sono indignate e stracciate le vesti in occasione della vicenda autovelox, evidentemente spinti da meri interessi personalistici. Perché non hanno aggiunto la loro voce alla nostra?
Ecco, quindi, che dopo la primissima nota inoltrata al Presidente del Consiglio di Amministrazione di CARIME, ho inviato tutte le firme raccolte, accompagnate da una missiva precisa e netta, con una richiesta di appuntamento, ai vertici di UBI BANCA e cioè: i Presidenti dei Consigli di Sorveglianza e di Gestione, Andrea Moltrasio e Franco Polotti e al Consigliere Delegato, Victor Massiah. Le decisioni su questa banca, inutile nascondercelo, vengono prese a Bergamo – non a Cosenza o Bari – ed è li che bisogno arrivare. Le stesse firme e la medesima comunicazione lè stata inviata al Prefetto di Reggio Calabria, Sammartino, chiedendogli un intervento fermo e deciso. Mi sono rivolto ai vertici del sistema creditizio italiano, scrivendo al Governatore della Banca d’Italia, Iganzio Visco e al Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Patuelli. Non potevo non indirizzare una richiesta di sostegno alle associazioni che rappresentano gli Enti Locali e di cui Marina di Gioiosa Ionica fa parte. Ecco, allora, che ho indirizzato delle precise richieste ai Preidenti Nazionali e Regionali di Anci, Piero Fassino e Peppino Vallone, nonché ai vertici nazioni e regionali di Avviso Pubblico.
A tutti questi soggetti, dai quali attendo e sto sollecitano risposte, ho evidenziato quanto sottolineato nella nota di Natale. La scelta di chiudere la filiale di Banca CARIME indebolisce il fragile tessuto economico e sociale del territorio. Questa decisione significa fare un favore alla criminalità organizzata e al sistema usurario che, da un giorno all’altro, avrà campo libero e meno concorrenza.
Un capitolo a parte, in questa vicenda, intessuta di tanti silenzi, merita il rapporto con la rappresentanza parlamentare calabrese. Com’è ovvio ho indirizzato specifiche sollecitazioni di intervento a tutta, ma propria tutta la deputazione regionale. Ho scritto a ciascun deputato e senatore eletto in Calabria, senza distinzione di appartenenza partitica. Non ho, ad oggi, ricevuto un cenno di risposta, se non da Ernesto Magorno, con una replica più di stile, che di sostanza.
Non mi sono e non ci siamo fermati al contesto calabrese, siamo andati oltre. Ecco perché abbiamo fatto appello a Umberto Ambrosoli, consigliere regionale lombardo e a Corrado Passera, già ministro per lo sviluppo economico, solo da queste due personalità, in tutta questa storia, abbiamo ricevuto appoggio e sostegno.
*:sindaco di Marina di Gioiosa Ionica