di Mario Murdolo
BIVONGI – Conosco bene la travagliata e particolare storia del carissimo amico Cosimo Murace meglio conosciuto come Zi’ Co’ perché, quando nel 1965, dopo essere emigrato in Australia a Sydney nel 1952, tornò per la prima volta a Bivongi ebbi la fortuna e il piacere di conoscerlo, sia perché venne al comune per regolarizzare la sua posizione anagrafica e chiedere qualche certificato e la residenza, e in seguito avendo lui acquistato una nuova casa era solito invitare gli amici per fargli compagnia e degustare gustosi piatti, come lo stocco, la trippa, le polpette, che cucinava benissimo. Durante le serate trascorse insieme, intonavamo le canzoni di Profazio, suo cantante preferito.
E fu proprio Otello Profazio uno degli ospiti più eccellenti che prima di tenere un suo concerto in piazza cenò con noi gustando dell’ottimo stocco e dell’ottimo vino doc di Bivongi. Il nomignolo di Zi’ Co’ nasce dalla sua grande generosità, disponibilità e affetto dimostrato a tutti. Certamente tanti e lungi anni di lontananza da Bivongi sono stati duri e insopportabili avendo un legame affettivo, morboso e stretto con il suo paese natio. E se per prima cosa volle acquistare una casa qui, significò che aveva voglia e intenzione di tornarci spesso. E infatti ogni anno trascorreva nella sua amata Bivongi lunghi periodi di vacanza.
Però come sempre accade la vita di ognuno di noi non è fatta solo di cose belle. Ora purtroppo devo raccontare una pagina triste della vita del compare Cosimo. Nel lontano 1952, sicuramente per la mancanza di lavoro, decise di lasciare Bivongi e andare a trovare fortuna nella lontanissima Australi, a Sydney. Neppure il tempo di imbarcarsi sulla nave, che dubbi e ripensamenti offuscarono la sua mente e il suo cuore. Pregò la Madonna affinché potesse rientrare presto nella sua amata terra. Dopo 31 giorni di navigazione giunse in Australia.
L’impatto con la nuova realtà fu tremendo. Arrivare in una terra ancora selvaggia, abitata persino dagli aborigeni, senza conoscere la lingua e infine vittima dello sfruttamento selvaggio dei mercanti del lavoro senza scrupoli. Con molta caparbia e volontà il nostro Zi Co iniziò a lavorare facendo lavori pesanti e rischiosi traendo da queste attività i proventi per vivacchiare . Ma siccome il suo salario era minimo per poter sbarcare il lunario escogitò un’altra opportunità che consisteva nel dover riempire per primo il cassone di un camion di sabbia con un badile. Lui era un uomo forte e possente riusciva ad essere sempre primo, vincendo la scommesse e traendo un ulteriore profitto economico. Dopo tanti sacrifici fortunatamente arrivò un pò di luce per il nostro amico Cosimo. Infatti il 30 settembre del 1960 convolò a nozze con la bellissima moglie Grazia, di Pazzano, dalla quale ha avuto tre figli. Nel 1995 lo andai a trovare a Sidney. Nemmeno il tempo di giungere a casa di mio cognato Maurizio, pure lui emigrato, che a farmi la sorpresa fu proprio “U ZI’ CO'” con la radio ad alto volume, con le canzoni di Otello Profazio e un grande cesto di fichi. Naturalmente era venuto con l’intenzione di invitarci a casa sua e con oltre cinquanta invitati ci ha fatto trascorrere una serata indimenticabile con cena a base di prodotti calabresi e tanta musica. “U ZI’ CO'” bivongese doc, penso possa racchiudere in se le luci e le ombre della vita di chi fu costretto con tanta sofferenza ad abbandonare la propria terra per andare a trovare fortuna in un luogo sconosciuto, portando con se nel cuore tanta nostalgia. Grazie “Zì Co” per averci dato questa importante e utile lezione di vita che servirà sicuramente da insegnamento alle nuove generazioni.