di Patrizia Massara Di Nallo
MILETO – Un’antica varietà botanica bianca pregna di significati e simbolo di pace e speranza, “L’olivo della Madonna”, sarà al centro di un convegno nazionale che si terrà nel fine settimana a Mileto (VV). Un’occasione per valorizzare e promuovere la tutela della varietà Leucocarpa e riscoprirne il valore sia dal punto di vista culturale sia spirituale.
Si svolgerà, infatti, sabato 23 novembre, nella sala conferenze di Palazzo San Giuseppe a Mileto, il II Convegno Nazionale di Archeoclub d’Italia, intitolato “L’olivo della Madonna: percorso di valorizzazione e speranza della varietà Leucocarpa”. L’evento che è stato promosso dall’Archeoclub d’Italia, sotto la guida del presidente Rosario Santanastasio, con il sostegno della sede associativa di Vibo Valentia, è organizzato anche in collaborazione con la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, nella persona del vescovo, monsignor Attilio Nostro, anche delegato Cec per la Pastorale giovanile.
L’iniziativa, inoltre,si avvale del patrocinio dell’Arsac (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese), del Comune di Mileto e delle diocesi di Cefalù e Oppido Mamertina-Palmi, oltre al sostegno della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Reggio Calabria e Vibo Valentia e della Regione Calabria.Il convegno nasce per valorizzare e proteggere la varietà di oliva Leucocarpa, comunemente nota come “Olivo della Madonna”, pianta che, caratterizzata da frutti bianchi quando raggiungono la piena maturazione, è divenuta simbolo di spiritualità e speranza. E’ stata l’archeologa, con la passione per l’ambiente, Anna Maria Rotella, vicepresidente di Archeoclub Vibo, a riportare alla luce e ad effettuare la mappatura della varietà e quindi ad ideare il progetto. Un lavoro di innesti, infatti, ha portato oggi alla nascita di un progetto di tutela e valorizzazione di questo tesoro di biodiversità della nostra regione. Questo convegno fa seguito al primo convegno, a Cefalù, del settembre 2023, in cui si è iniziato a diffondere il progetto per preservare questa pianta dalla possibile estinzione tenendone presente l’importanza antropologica, paesaggistica, scientifica e culturale.
A Mileto, il 23 p.v., vi saranno relatori del panorama accademico e istituzionale: il professore Mario Panarello, dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, che approfondirà il ruolo dell’olivo nella simbologia mariana; la professoressa Paola Puma, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, che presenterà il progetto di un Museo senza muri dedicato all’olivo bianco in Calabria.
Inoltre, i ricercatori del CREA (Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura) offriranno un’analisi sulle caratteristiche della varietà Leucocarpa, e Maurizio Angotti, dell’Arsac di Vibo Valentia, si soffermerà sull’importanza della biodiversità agricola del frutto. Il dottor Gerardo Guerriero Liberato, provveditore per l’Amministrazione penitenziaria della Calabria, e il professor Marcello Sestito, dell’Università di Reggio Calabria, faranno interventi sulla giustizia sociale e il recupero culturale legati alla coltivazione dell’olivo.
L’evento, infine, presenterà il documentario White Olives of the Madonna di Claire Marie Vogel e Elena Valeriote e anche uno showreel, a cura di LaC TV, che documenta la piantumazione di giovani olivi della Madonna donati dall’Archeoclub di Vibo Valentia presso sette istituti penitenziari calabresi: iniziativa realizzata presso le strutture detentive di Cosenza, Crotone, Laureana di Borrello, Locri, Palmi, Rossano e Vibo Valentia, a testimonianza dell’uso simbolico della pianta quale strumento di pace e speranza e quindi di riconciliazione attraverso la natura.
A conclusione della giornata saranno esposti i lavori realizzati dai detenuti, delle case circondariali, che hanno collaborato a raccontare la storia della Leucocarpa, i progetti del Coro Santa Maria Assunta di Gimigliano (CZ), del Gruppo Scout RC3-Tabor ASCI e della classe VB dell’Istituto Tecnico Agrario di Caulonia. Saranno anche mostrate le iniziative, di diffusione dell’Olivo della Madonna, portate avanti dalla sezione crotonese di Italia Nostra e dalla parrocchia di Dinami presso il convento di San Francesco di Soreto.
La prima sessione mattutina dei lavori, in cui sarà approfondita la storia e il significato simbolico dell’Olivo della Madonna, sarà preceduta dai saluti istituzionali introdotti dal vescovo di Mileto, monsignor Attilio Nostro.A chiudere sarà monsignor Giuseppe Alberti, vescovo di Oppido-Palmi e delegato Cec per i problemi sociali, del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del Creato.
Nella seconda sessione si porterà avanti la proposta di un museo per gli olivi del Mediterraneo nel recupero dell’ex carcere circondariale di Cittanova, insieme al provveditore per l’Amministrazione penitenziaria regionale Guerriero Liberato e al professor Sestito dell’Università Mediterranea. I lavori saranno conclusi dal presidente nazionale di Archeoclub d’Italia, Rosario Santanastasio, all’insegna del dialogo tra cultura, ambiente e spiritualità.L’Olivo della Madonna ovvero Olea europaea var. leucocarpa, che è stato ritrovato in tutte e cinque le province calabresi, in 80 comuni della regione, ma in solo 120 esemplari e quindi a rischio di estinzione, è una cultivar molto speciale che si fa riconoscere in tutta la sua straordinaria bellezza solo a partire dal momento della maturazione del frutto. Annamaria Rotella in una sua dichiarazione ha detto:«La leucocarpa, come l’olivo in generale, appartiene al paesaggio calabrese e quindi alla cultura mediterranea ed è noto che i popoli antichi di quell’area hanno avuto con l’olivo, e quindi con l’olio, un rapporto privilegiato per motivi pratici prima e alimentari poi. Proprio perché l’olio d’oliva assieme al grasso animale e, solo eccezionalmente alla cera d’api, sono stati per lungo tempo i combustibili privilegiati per illuminare degli ambienti. Se a questo si aggiunge che l’olio ottenuto dalle bianche drupe della leucocarpa possiede il pregio particolare di bruciare generando pochissimo fumo, ben si comprende perché questo olio trasparente e poco denso sia diventato il combustibile ideale per alimentare le lampade impiegate all’interno delle chiese e dei luoghi di culto».