RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Ma cosa sta succedendo in Calabria? Siamo convinti che nemmeno il più acerrimo detrattore pregiudiziale di Mario Oliverio e del Pd avrebbe potuto immaginare, pronosticare, uno scenario come quello che abbiamo davanti a più di due mesi dalle elezioni.
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Al di là di una serie di annunci in perfetto stile renziano e dell’adozione di qualche provvedimento organizzativo la cui concreta attuazione è ancora tutta da verificare, quel che si registra è solo il vuoto di iniziativa politica e amministrativa, mentre tutti i gravi problemi che pesano sull’esistenza dei calabresi rimangono tali e, anzi, si aggravano di giorno in giorno.
Capitolo giunta. Dopo oltre sessanta giorni, durante i quali il ritornello è stato “dobbiamo bonificare lo statuto dei vizi di incostituzionalità e dare mani libere al presidente”, “prima la riforma poi la giunta”, ci ritroviamo con un pastrocchio che solo a descriverlo per sommi capi diventa un’impresa titanica. Lanzetta, De Gaetano, ufficio di presidenza del Consiglio, media nazionali scatenati sul nuovo “caso Calabria”. E’ difficile pensare che un politico accorto come Mario Oliverio non abbia valutato le conseguenze, politiche e mediatiche, di certe scelte. Dunque, perché? Siamo seri: qui non c’entrano né lo statuto né i suoi vizi di incostituzionalità. Non è nemmeno questione di gufi, iene ed avvoltoi.
Il problema è politico, sono le cambiali politiche che il presidente si vede costretto a pagare, a dispetto dell’immagine di uomo dalle spalle larghe, libero e indipendente, che è stata veicolata in questi anni e nella recente campagna elettorale. Si vede un presidente ingessato, incerto, esitante, incartato, lontano anni luce dal ritratto di politico lucido e decisionista che ci è stato servito in questi anni. Si naviga a vista, senza governo, senza un programma, senza uno straccio di idea per il futuro della regione. Il Pd non c’è, non esiste come luogo di confronto e di elaborazione politico-programmatica, nessuna voce dal suo interno si leva per dire “basta!”. E il Consiglio regionale? C’è ancora un Consiglio regionale in Calabria? A più di due mesi dalle elezioni non sono state costituite nemmeno le commissioni, indispensabili per il suo corretto funzionamento.
Ma la Calabria non può più aspettare (chi, che cosa, poi?), lo stridore tra giochi di palazzo e bisogni dei cittadini è ormai fragoroso, insopportabile, come il puzzo stantio delle vecchie liturgie della politica politicante. L’Europa è in pieno fermento, cadono santuari che sembravano intoccabili, s’avanza un nuovo protagonismo dei popoli, dei giovani. E’ inaccettabile che qui da noi invece ci si accanisca anche sulla speranza. Oliverio ha il dovere di governare, adesso. Dimostri, da domani, di avere le mani libere e se le sporchi affrontando i problemi della regione.