di Gianluca Albanese
SIDERNO – Dunque, il Pd-day è arrivato. Stasera alle 19, nella sede di via Portosalvo, il circolo cittadino dei democrat si determinerà in ordine al proprio candidato sindaco alle elezioni comunali di primavera, dopo la rinuncia di Pier Domenico Mammì, rimasto vittima di una vile intimidazione alla vigilia di quella che avrebbe dovuto essere la presentazione della propria candidatura alle Primarie.
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Come anticipato da Lente Locale sabato scorso, due sono le possibili strade che il Pd potrebbe percorrere: individuare un altro candidato da opporre a quello di Sel e Centro Democratico Pietro Fuda in ipotetiche primarie da convocare per la metà di marzo, oppure convergere sul supporto a Fuda, che a questo punto diverrebbe il candidato unico del centrosinistra alle elezioni, tanto da rendere inutile il ricorso alle Primarie di coalizione.
Vedremo. Di certo, buona parte del percorso fatto fin qui, con le frequenti riunioni interpartitiche per scrivere insieme le regole delle Primarie che avrebbero dovuto tenersi il 22 febbraio è stato – di fatto – inutile. O meglio, è stato superato dagli eventi.
Ed è tornata prepotentemente in voga l’idea di fare una lista unica per ogni coalizione, come proposto in tempi non sospetti dal movimento “Siderno Libera-Progressisti per l’Unità” e come rilanciato, di recente, dal coordinatore cittadino di Forza Italia Michelangelo Vitale che, a onor del vero, apriva fino alla possibilità di fare due liste per coalizione: una formata dai militanti di partito e e l’altra di ispirazione civica. Un’idea, dunque, quella della lista unica per il centrosinistra ed una lista unica per il centrodestra che piace a molti, ed è stata oggetto di qualche incontro informale tra alcuni leader dei due schieramenti.
Un’idea che piace talmente tanto che, se anche il Pd dovesse sposarla dopo la riunione di oggi, finirebbe per sconfessare quanto propugnato negli ultimi quaranta giorni, ovvero l’assoluta necessità di ricorrere alle Primarie per selezionare la classe dirigente e i candidati e anche l’opportunità di fare una seconda lista di partito, sulla scorta di quanto fatto a livello regionale alle elezioni di novembre.
Staremo a vedere. Sicuramente, buona parte del centrosinistra sidernese guarda con occhi attenti a quanto scaturirà dalla riunione del circolo del Pd.
E il centrodestra? Quello che aspettava l’esito delle Primarie (inizialmente indette per il 22 febbraio) prima di pronunciarsi su una propria candidatura a sindaco? Venute meno le primarie di febbraio, i leader cittadini continuano a rimanere piuttosto abbottonati. L’impressione, dall’esterno, è che la coalizione che ha amministrato Siderno dal 2001 al 2012 (fatte salve le parentesi commissariali) parta assai svantaggiata, almeno secondo i pronostici.
Il dissesto dell’Ente e lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose pesano come macigni su una coalizione che non può e non deve – a nostro modesto avviso – riproporre le stesse facce che sedevano ai banchi della sala consiliare negli anni scorsi.
E allora, l’unica chance che i moderati sidernesi hanno è quella di un deciso rinnovamento della propria classe dirigente, a cominciare dal candidato sindaco e dagli aspiranti consiglieri. Da tempo, come papabile primo cittadino, si fa il nome dell’avvocato Giuseppe Caruso, un volto nuovo della politica, così come quello dell’imprenditore Michele Vumbaca.
Ricominciare da qui, da volti nuovi e assai spendibili per il candidato sindaco e una squadra di aspiranti amministratori a comporre la lista, sarebbe l’unico modo per rigenerare partiti pesantemente sconfitti dal voto regionale di novembre e che per intercettare il consenso dell’elettorato non schierato devono per forza puntare sul rinnovamento, opponendosi a una coalizione che invece punta sull’esperienza e sulle competenze, come quella del centrosinistra.