DALLA STUDENTESSA SARAH CARABETTA DELLA V°B DEL LICEO MAZZINI DI LOCRI-RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
LOCRI- Lunedì 2 febbraio il liceo Mazzini di Locri ha commemorato le vittime e gli orrori del nazismo. Nell’auditorium dell istituto è stato messo in scena lo spettacolo ”Nessuno mai…”, racconto della vita di Armano Gasiani, un giovane partigiano italiano deportato a Mauthausen.
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L’attore Enzo Dé Liguoro ha egregiamente impersonato la testimonianza di un nostro connazionale. L’iniziativa presentata all’istituto è stata divisa in due momenti: un primo dedicato alla visione di un breve video e un secondo che ha visto l’esibizione dell’attore. Gli alunni del biennio e del triennio che hanno preso visione del video, sono stati completamente coinvolti e stravolti dalle scene proposte. I filmati e le foto, risalenti agli anni delle persecuzioni, hanno mostrato la realtà e la quotidianità dei campi di concentramento. Cadaveri ammassati letteralmente “spalati”, come fossero neve, tra il fango, da altri “scheletri ancora vivi” che fino all’ultimo respiro hanno obbedito agli ordini imposti dalle SS tedesche. L’ essere uomo, con i sui diritti, non esisteva più; non si era niente altro che bestie o burattini i cui fili erano manipolati dalle squadre naziste. Ancor più sottile e sensibile è stata la rappresentazione teatrale: Enzo Dé Liguoro ha calzato i panni del giovane partigiano e ha raccontato la sua storia, la storia di un ragazzo appena diciottenne figlio di semplici contadini, educato in un clima religioso che aveva tra i valori più importanti la pace e la famiglia. Armando e suo fratello come ogni mattina erano impegnati nel guadagnare un pezzo di pane per la propria famiglia, ma quella mattina non era proprio uguale alle altre: le SS tedesche li torturarono, volevano sapere dove potevano trovare gli altri partigiani, ma ragazzi così giovani non potevano conoscerne i rifugi. Furono messi sui vagoni che li portarono ai campi di concentramento, luoghi sconosciuti “quale mai sarebbe stata la loro fine?” . I giovani fratelli furono omologati al resto degli uomini: rasati, denudati e numerati con delle cifre che sarebbero diventati il loro nuovo nome. Nel freddo dei lager sono diventati schiavi di un totalitarismo e hanno conosciuto il reale significato del termine “paura”. Nonostante l’arrivo degli americani, con la fine del terrore, per i due fratelli non c’è più la possibilità di ritornare alle loro vecchie vite. La storia del giovane Armando, che ha vissuto gli incubi di quello che è passato alla storia con termine Shoah, è soltanto una delle oltre 10 milioni di testimonianze che si potrebbero raccontare per mantenerne sempre vivo il ricordo.
Enzo Dé Liguoro alla fine dello spettacolo ha voluto precisare l’inesattezza delle cifre delle vittime, dalle analisi degli ultimi documenti,sembrerebbe che la cifra sia aumentata di circa il doppio. Sono moltissime infatti le morti non “documentate” le cosiddette morti “accidentali”.
I giovani del Mazzini hanno ringraziato, per l’iniziativa, per la passione e il sentimento trasmesso dal loro ospite, con una lunghissima standing ovation. Con il cuore carico di emozioni e gli occhi commossi, il pensiero finale di questa giornata è stato rivolto ai morti e alle vittime di questo brutale genocidio: per gli ebrei, gli omosessuali, i rom, le minoranze etniche,i diversamente abili, gli I.M.I., gli asiatici e tutti coloro la cui vita è stata strappata via dalla follia di un uomo.