DA ROBERTO GALATI (ASSOCIAZIONE FERROVIE IN CALABRIA) RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Neanche il tempo di capacitarsi dell’elezione del primo Presidente della Repubblica siciliano, che la vicina Trinacria viene freddata da una notizia che da anni la perseguita: a partire dal cambio d’orario ferroviario di giugno 2015, soltanto due treni passeggeri al giorno collegheranno l’isola con il Continente.
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Nello specifico, se tale programma d’esercizio verrà confermato, i due treni “superstiti” saranno gli InterCity Notte 1956/1959 e 1960/1957 Palermo/Siracusa – Roma Termini e viceversa: due coppie di treni che, magra consolazione, dallo scorso 14 dicembre sono stati valorizzati con l’inserimento in composizione delle lussuose carrozze letto T3s, rientrate in esercizio proprio a dicembre scorso, dopo essere state adeguate con i nuovi sistemi di blocco porte. Nessun rischio, per fortuna, anche per il traghettamento dei treni merci, che continuerà ad essere garantito.
Ben 3 coppie di treni rischiano però di essere soppresse (o forse “dirottate” su Reggio Calabria Centrale?): si tratta degli InterCity 727/724 e 723/728 Roma Termini – Palermo/Siracusa e vv (eredi degli storici Rapidi “Peloritano” ed “Archimede”), e dell’InterCity Notte 784/785 Milano Centrale – Palermo/Siracusa e vv, via Genova-Livorno. La causa di tutto ciò, sperando ovviamente che tale programma non venga confermato, proviene dal Ministero dei Trasporti, che prevede di tagliare 47 milioni di Euro annui per il mantenimento del servizio di traghettamento RFI sullo Stretto di Messina: una sola nave traghetto ferroviaria rimarrà in servizio ordinario giornaliero (la nuova “Messina”), mentre le altre due superstiti, la “Scilla” e la “Villa”, verranno utilizzate in caso di avaria o di eventuali picchi di traffico…si presume soltanto merci.
Dal canto suo, il Gruppo Ferrovie dello Stato, ha pubblicato un comunicato , con il quale tenta di placare gli animi in subbuglio di sindacati, viaggiatori e comuni cittadini siciliani, giustamente indignati per una scelta che appare fin da subito come il preludio ad un taglio definitivo del servizio ferroviario tra Sicilia e continente. Il gruppo FS specifica che il nuovo programma di servizio sullo Stretto di Messina, prevede l’istituzione già da gennaio 2015 di ulteriori collegamenti rapidi tra Villa S.G e Messina a carico del gruppo FS nei giorni di sabato e festivi con le navi veloci di Blueferries, riducendo così i tempi di attraversamento dello Stretto di circa un’ora Invece, come riportato nel comunicato, “nelle ore notturne i treni continueranno ad essere traghettati a bordo delle navi ferroviarie di RFI”.
Il potere di saper scrivere, e soprattutto dello scrivere solo quello che conviene: sarebbe infatti interessante segnalare che, al giorno d’oggi, la certezza del servizio di traghettamento RFI a piedi è un terno al lotto. Continui stop ai pedoni, dettati da problematiche legate alla sicurezza delle navi e degli imbarchi (dove tra l’altro si trovano, abbandonati, ascensori e scale mobili mai entrati in servizio), senza contare la continua instabilità e l’ormai scarsità di corse effettuate con aliscafi dell’ex servizio Metromare, ha portato l’utenza “pedonale” tra le due sponde dello Stretto, a spostarsi verso i servizi di traghettamento privati. Servizi che sono però posti a distanza chilometrica dalle stazioni ferroviarie di Villa San Giovanni e Messina: una vera e propria odissea, indegna di un paese che si definisce appartenente al mondo occidentale.
Per lo meno, i siciliani diretti verso destinazioni “continentali” (che spaziano da Lamezia Terme Centrale a Milano Centrale…), possono oggi contare su un discreto servizio di treni diretti, e cioè sui due InterCity da/per Roma Termini, e sull’InterCity Notte da/per Milano Centrale, evitando così faticosi (e rischiosi) trasbordi tra treno, nave/aliscafo, e nuovamente treno…con il rischio di dover anche fare una bella passeggiata di un chilometro, sotto il sole (o i diluvi), di Messina o Villa San Giovanni. Ma lo stesso vale per i calabresi, per i campani, per i laziali o per i lombardi che decidono di scegliere il treno per raggiungere la Sicilia, per turismo, studio o lavoro: il taglio della continuità ferroviaria tra la Sicilia ed il resto d’Italia, lasciandola confinata a soli due treni notturni da/per Roma, colpisce tutta la nazione, e non solo i cittadini siciliani. Colpisce anche i lavoratori, visto che se i 62 dipendenti “ferro-navali” saranno ricollocati in RFI nelle attività di terra e di bordo, un numero che si aggira attorno alle 600 persone di lavoratori di indotto, rischia di rimanere senza impiego. Ma nel frattempo, il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, rilascia dichiarazioni poco chiare, ai limiti del delirio…forse ancora peggiori rispetto a quelle del gruppo FS, che suo malgrado risulta ancora una volta vittima dei continui tagli al servizio ferroviario da parte del Ministero dei Trasporti (ed in molti casi anche delle Regioni).
Insomma, la questione rimane spinosa, e le prossime settimane saranno cruciali per le sorti della continuità ferro-territoriale della Sicilia: l’Associazione Ferrovie in Calabria si schiera ovviamente con il fronte del NO al taglio del traghettamento ferroviario, specie nelle attuali condizioni infrastrutturali, che non garantiscono in alcun modo un’alternativa funzionale alla traversata in treno.