di Gianluca Albanese
SIDERNO – E va be’ che come dice quell’amministratore democristiano di lungo corso «In politica ogni giorno è un mondo nuovo», ma da Capodanno a San Valentino i politici sidernesi hanno detto di tutto. E il contrario di tutto.
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Ripercorrere gli articoli sui principali fatti politici cittadini e i comunicati stampa diramati dalle forze politiche locali, ci permette di fare un giochino, anche piuttosto divertente, su quanto detto nell’ultimo mese e mezzo.
E sul suo esatto contrario.
Il 30 dicembre, infatti, 29 cittadini sidernesi – alcuni di loro, secondo le malelingue “a loro insaputa” – firmano un documento di sostegno alla candidatura a sindaco di Pietro Fuda, facendole assumere il significato di una “investitura popolare” e di estrazione bipartisan dell’esperto nocchiero capace di condurre Siderno fuori dai marosi del commissariamento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale e del dissesto finanziario.
Il documento, infatti, diceva tra l’altro che «I prossimi cinque anni si potranno contraddistinguere grazie a un vasto fronte di popolo che, unito dalla comune voglia di riscatto democratico, saprà impegnarsi a costruire le giuste risposte ai bisogni della comunità sidernese, proiettandola in un futuro di progresso dove ognuno possa sentirsi parte di un ampio e unitario progetto di emancipazione collettiva».
Insomma, il documento dei 29, diffuso a ridosso di capodanno, sembrava lasciar presagire a una sorta di coalizione di salute pubblica guidata da Fuda e sostenuta da personalità di sinistra, di centro e di destra. O, in alternativa, di una grande aggregazione civica e popolare.
Almeno noi capimmo questo. Evidentemente non solo noi, visto che lo scorso 4 gennaio la sala delle adunanze del palazzo di città era strapiena di gente, di ogni estrazione sociale e politica.
Ma bastava dare un’occhiata al tavolo dei relatori per capire che la sua candidatura era in realtà, quella di una parte politica, ovvero di due pezzi importanti del centrosinistra, come il suo partito “Centro Democratico” e Sel, rappresentato dal suo grande sostenitore Mimmo Panetta e dai vertici regionali e provinciali, oltre che dal consigliere regionale Gianni Nucera.
Tra il pubblico di quella domenica anche il leader cittadino di Forza Italia Michelangelo Vitale che esprime parole di plauso per la candidatura di Fuda, anche se chiarisce che sarebbe disposto a sostenerla solo se la stessa fosse frutto di una spinta civica e popolare e non all’interno di una coalizione politica.
Il collega Filippo Todaro, poi, in quella occasione si spinse molto più in là con l’entusiasmo. L’ex addetto stampa del Comune di Siderno sotto l’amministrazione Ritorto, infatti, disse pubblicamente che «Non era mai successo che l’intera città fosse così coesa a sostegno di una figura politica per proporla alla buona amministrazione della città, e quanto sta accadendo in questi giorni è un fatto storico». Un vero e proprio endorsement, insomma.
Dopo un mese e mezzo trascorso a tentare di convincere i naturali alleati che Peppe Caruso fosse il miglior candidato sindaco per rinnovare realmente un centrodestra che parte sconfitto alle prossime elezioni, Michelangelo Vitale capisce che non c’è l’humus necessario, e diventa il principale sponsor della candidatura a sindaco di Caruso (che nel frattempo nega di aver mai dato la propria disponibilità a candidarsi col centrodestra), ma a capo di una “libera associazione di cittadini” di ogni estrazione politica. Il comunicato ufficiale della candidatura di Peppe Caruso viene redatto e diffuso agli organi di stampa proprio da Filippo Todaro, già entusiasta sostenitore della candidatura di Fuda.
E il Pd? Inizia l’anno con un durissimo comunicato stampa in cui attacca Fuda, e la sua candidatura a sindaco «decisa – è scritta nella nota del circolo di via Portosalvo – a tavolino», ricorda che esiste già un tavolo permanente di concertazione insieme a Siderno Libera e Centro Democratico, finendo per accusare l’ingegnere di sconfessare quanto detto in quel tavolo dal coordinatore centrista cittadino Gino Fraietta e per ricordare che Sel (e soprattutto il suo leader locale) Mimmo Panetta non fanno (ancora) parte di quel tavolo, e quindi, per uno strano sillogismo propagandistico, nemmeno della coalizione di centrosinistra, dimenticando però che proprio il partito di Vendola, quaranta giorni prima, aveva preso il doppio dei voti del Pd alle elezioni regionali e che, almeno nel segreto dell’urna, la sua presenza l’aveva palesata.
Nel frattempo, Sel, il cui leader cittadino Panetta si adopera a inizio anno per evitare le Primarie di coalizione e far convergere tutto il centrosinistra sulla candidatura a sindaco di Fuda, mediante la sua struttura sovracomunale, dice sì alle primarie col Pd «Ma senza candidati precostituiti».
E’ il trionfo del politichese, con Fuda che, sempre nell’uscita pubblica del 4 gennaio, si dice pronto a fare le Primarie.
A proposito di Primarie, i partiti e i movimenti di centrosinistra si vedono spesso e scrivono anche le regole per farle.
Siderno Libera sembra lì lì per rompere il tavolo e chiamarsi fuori dalla coalizione: da anni lavora sull’idea di una sola lista a sostegno del candidato sindaco con sedici aspiranti consiglieri accuratamente selezionati. Gli alleati, invece, pensano in grande. Vogliono farne due a testa di liste. Siciliano e compagni non ci stanno e si prendono qualche giorno di riflessione. Dopo aver lasciato decantare la cosa, si rivedono e trovano il compromesso, rispolverato e confermato dopo l’interpartitica di ieri: ci sarà una lista per partito/movimento, con l’eventuale quinta lista decisa collegialmente.
Per la verità, dopo la vile intimidazione subita da Pier Domenico Mammì, che era stato candidato dal Pd alle Primarie di coalizione e al conseguente ritiro di quest’ultimo dalla competizione elettorale, sembrava tornata in auge l’idea di fare una lista unica a supporto di ogni candidato sindaco. Ne parlò sempre Siderno Libera, ma anche Sel e alcuni settori del centrodestra avrebbero gradito tale ipotesi.
Ma è bastata la riunione dell’assemblea del Pd la scorsa settimana, per mettere una pietra tombale sull’idea. Niente lista unica, siamo sidernesi.
Anche sulla assoluta necessità di fare le Primarie come mezzo di selezione dei candidati, se ne sono sentite delle belle.
Il Pd, sotto la spinta del quasi plenipotenziario della federazione reggina Sebi Romeo (accorpa in sé le cariche di segretario provinciale, nonostante l’incompatibilità statutaria, consigliere regionale e capogruppo a palazzo Campanella) a fine dicembre aveva detto che le Primarie sono l’unico metodo democratico e trasparente per scegliere i candidati. Si stava scrivendo il regolamento ed era già stata fissata la data.
Poi è arrivata l’intimidazione a Mammì (l’unica cosa sulla quale non è il caso di scherzare) e il Pd non ha saputo esprimere un candidato alternativo dopo il ritiro del politico sidernese.
Dunque, le Primarie di coalizione che sembravano indispensabili non si fanno più. Fuda non è più il candidato «scelto a tavolino» e con importanti trascorsi in Forza Italia, ma un leader da ringraziare pubblicamente, specie dopo il ramoscello d’ulivo che l’ex senatore aveva donato ai democrat un paio di giorni fa.
Più che di un percorso circolare concluso dopo un mese e mezzo in cui se ne sono sentite “di ogni” per alcuni attori politici cittadini è stato un peregrinare tra affermazioni smentite dai fatti e calcoli con una precisione paragonabile alla stima delle probabilità di ogni “tiro” di morra.
Una serie di traiettorie ellittiche, compiute dai singoli partiti, che ad un certo punto hanno deciso di allinearsi, dopo essersi incrociati e scontrati.
Lasciamo ai lettori-elettori la valutazione di chi è uscito meglio da questo caotico mese e mezzo e chi no.
Di sicuro, in politica – e in particolar modo in quella sidernese – «ogni giorno è un mondo nuovo».
Per la gioia dell’amministratore democristiano di lungo corso che ancora una volta ha avuto ragione.