di Filippo Todaro
SIDERNO – Caro Gianluca, come al solito, la tua è una analisi lucida e intelligente. Mi riferisco al tuo articolo pubblicato su Lente Locale, “I 45 giorni del tutto e contrario di tutto della politica sidernese”. Questa volta, per quanto mi riguarda, ha un pregio in più: mi dà l’occasione e lo spunto per chiarire la mia posizione e le mie scelte di questo ultimo periodo. Mi pare ce ne sia bisogno.
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Come te, secondo quanto affermi in quel tuo articolo, ambedue, tu ed io, e chissà quanti altri ancora, fummo stregati da quel famoso documento dei 29 e dalla assemblea affollatissima del 4 gennaio presso la sala consiliare del Comune. Sinceramente desiderosi che nella nostra città si chiudesse per sempre un nero periodo di attività amministrativa “capimmo”, o così io mi illusi di capire, che si stava per concretizzare “… una sorta di coalizione di salute pubblica, sostenuta da personalità di sinistra, centro e destra o, in alternativa, una aggregazione civica popolare…”. Ecco perché plaudii all’avvenimento e dissi che Siderno stava vivendo un momento storico: perché la nostra città aveva trovato un momento di aggregazione sociale e pari consentimento che sicuramente l’avrebbe portata di là dal guado. Aggiunsi anche in quella circostanza che, a mio giudizio, non erano necessarie le “primarie” proprio perché la presenza plebiscitaria e le diverse estrazioni politiche, sociali e culturali dei presenti andavano ben al di là del nome della persona che avrebbe guidato il movimento. Tu, affermi nel tuo articolo, in pratica non ti sei illuso. Tu, meglio di me, hai avuto l’acume di “dare un’occhiata al tavolo dei relatori” e a trarre le tue conclusioni. A me è successo dopo qualche giorno (di trarre le dovute conclusioni), dopo le parole, i fatti e le determinazioni dei giorni successivi. (A questo proposito c’è una bella fiaba di un autore olandese, un certo Theo van Ginkell, una sorta di parodia del Gatto e la Volpe di Collodi, che appena troverò tra le mie carte ti invierò: sembra scritta e tagliata apposta per la situazione sidernese). Ho trovato coraggiosa e intelligente la proposta per Siderno di Giuseppe Caruso e dei suoi amici e la trovo nuova e soprattutto nettamente in contrapposizione alla solita politica e ai soliti politici che il 4 di gennaio mi ero illuso fossero estinti. Siderno, a mio giudizio, ha bisogno di gente “pura” e rinnovata nell’animo, nel cuore e nello spirito.