di Gianluca Albanese
LOCRI – Gli argomenti della seduta di consiglio comunale convocata per domani alle 15, ma anche la riattivazione di un dialogo più serrato tra le varie anime del centrosinistra cittadino, sono stati i temi trattati nel corso della riunione pre consiglio che ha avuto luogo nel tardo pomeriggio di oggi nella sede cittadina di Sinistra Ecologia e Libertà.
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A introdurre i lavori, davanti a 4/5 del gruppo consiliare di opposizione “Impegno e Trasparenza-Pd” e numerosi rappresentanti di Sel, LocRinasce, Spazio Aperto e Pd, è stato proprio il coordinatore cittadino del partito di Vendola Antonio Guerrieri che, nel solco di un percorso intrapreso da alcuni mesi, teso a rilanciare l’azione politica del centrosinistra locrese, ha subito introdotto il tema caldo del civico consesso di domani, ovvero la discussione sulla sostanziale bocciatura del Piano di Riequilibrio Pluriennale del Comune di Locri e del successivo ricorso proposto, per conto dell’Ente, dall’avvocato Gaetano Callipo e anch’esso dichiarato inammissibile, senza che la magistratura contabile entrasse nel merito della decisione.
«Un ricorso – ha detto il capogruppo di opposizione in Consiglio Antonio Cavo – che è costato ai locresi ben 33.000 euro: 23mila per la parcella dell’avvocato Callipo e 10mila per consulenze varie, senza portare nessun risultato positivo».
A chi gli ha chiesto come si determinerà il gruppo consiliare “Impegno e Trasparenza-Pd” nella seduta di domani, quando l’amministrazione darà, di fatto, avvio alla procedura di riproposizione di un nuovo piano di rientro, Cavo ha risposto che «I due fari della nostra azione amministrativa sono da sempre due: l’interesse della città e dei cittadini e il rispetto delle regole. Se – ha proseguito – è interesse della città e dei cittadini proporre un nuovo piano di rientro per non andare dritto verso il dissesto dell’Ente, è pure nostro interesse che vengano sempre rispettate le regole e le due cose non devono mai confliggere. In ogni caso – ha concluso – ascolteremo la proposta dell’amministrazione per poi decidere il da farsi».
La riunione di stasera ha toccato altri temi, strettamente correlati allo stato di salute delle casse dell’Ente, come il collocamento in disponibilità dei dipendenti comunali più anziani e qualificati «Anche se – ha osservato Cavo – da quanto abbiamo appreso pare che l’amministrazione si sia ricreduta, decidendo di non collocare in mobilità alcuni dipendenti», e anche la mancata contrattualizzazione dei lavoratori Lsu-Lpu che lavorano per il Comune.
L’ex sindaco Pepè Lombardo ha proposto al gruppo consiliare di «Chiedere di presentare in aula un ordine del giorno con cui s’invitano il Prefetto e la Corte dei Conti ad accertare quali siano le responsabilità specifiche e i singoli responsabili dello stato attuale di sofferenza dei conti comunali. Di chi è – si è chiesto Lombardo – la colpa di questa situazione?», mentre ancora Antonio Cavo ha aggiunto che la vicenda inerente l’accordo transattivo tra l’Asp di Reggio Calabria e il Comune riguardante il credito vantato dall’Ente per il consumo di acqua dell’ospedale «Sia stato – ha detto – gestito male, perché nella vertenza contro Sorical per l’acqua non potabile a Canneti, Merici e Moschetta il Comune deve gli interessi passivi al fornitore, mentre per quella dell’acqua potabile erogata all’ospedale ha rinunciato a pretendere gli interessi attivi», con Antonio Guerrieri che ha rilanciato dicendo che «Quanto accaduto a Locri non è a mio avviso frutto della forzatura di Calabrese che non ha fatto raccogliere per mesi la spazzatura fuori dall’ospedale, ma rientra in un chiaro orientamento dell’Asp di Reggio Calabria, teso a sanare tutte le posizioni debitorie con i comuni che sono sede di ospedali, tanto che – ha aggiunto – ci si poteva mettere tranquillamente d’accordo con l’Asp per farsi pagare i debiti pregressi senza quella pericolosa e illegale messa in scena operata da Calabrese in maniera inutile e dannosa».
Non ha deluso le aspettative dei suoi estimatori il consigliere Pino Mammoliti, che dopo aver compiuto una spietata disamina dell’attività svolta in questo primo anno e mezzo di consiliatura, ha proposto la chiamata in correità della Prefettura di Reggio Calabria e della Procura della Repubblica di Locri «Che col loro disinteresse – ha detto Mammoliti – hanno permesso ogni scelta amministrativa, anche e soprattutto quelle sbagliate, e ogni volta che abbiamo fatto ricorso a queste due autorità i risultati sono stati a dir poco esilaranti, come nel caso della mia denuncia per furto d’acqua nell’immobile che ospita il call center: invece di perseguire il proprietario – ha chiosato Mammoliti – hanno incriminato l’inquilino, e l’accordo transattivo tra la società con a capo Vittorio Zadotti e il Comune che fa capo al sindaco Calabrese rappresenta un palese conflitto d’interessi, col manager che ha ammesso il furto d’acqua ma che non ha corrisposto all’Ente tutta la somma non pagata. Serve – ha incalazato Mammoliti – una denuncia corale, perché ancora siamo in tempo ad evitare i drammi che hanno caratterizzato il triste periodo della Reggio scopellitiana: se qui ancora non c’è stato un suicidio è perché non c’è la Fallara di turno, ma se pensiamo che 18 mogli di carabinieri e poliziotti lavorano al call center, il quadro che viene fuori è inquietante e fa emergere la figura di un sindaco che, sparata dopo sparata, talk show dopo talk show, si sente talmente famoso da avere l’illusione di avere coperture eccellenti»-
Parole durissime quelle di Mammoliti, che ha altresì riproposto l’idea delle dimissioni in blocco dei consiglieri di opposizione «Per dare – ha detto – uno shock istituzionale contro questo stato di cose» chiedendo altresì un intervento sovracomunale di parlamentari e consiglieri regionali per denunciare quanto sta avvenendo. Come è possibile – ha concluso – che alla guida della macchina burocratica comunale ci sia un segretario rinviato a giudizio?».
Dal canto suo, Guerrieri ha risposto che l’intervento dei politici comunali ci sarà quando e se verranno messi nelle condizioni ottimali di farlo perché le questioni irrisolte su scala locale meritano un’eco più ampia, mentre tutta l’aula ha approvato l’idea di un’assemblea pubblica sul “caso Locri” con la presenza di parlamentari e consiglieri regionali dei partiti di centrosinistra.