di Gianluca Albanese (ph. e video di Enzo Lacopo)
SIDERNO – In attesa di ricevere la visita del presidente della giunta regionale Mario Oliverio, che incontrerà l’associazione dei Comuni della Locride il prossimo 7 marzo, l’assemblea dei sindaci locridei si è riunita questa sera nella sua sede di Siderno per discutere di alcune importanti questioni concernenti il proprio presente ma anche e soprattutto il proprio futuro.
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In apertura dei lavori, che si sono protratti oltre le 22, e che quindi sono durati più di quattro ore, il presidente dell’assemblea Giorgio Imperitura ha dato lettura della sua relazione introduttiva, in cui ha ripercorso le tappe fondamentali del suo mandato e ha dato la stura a un lungo dibattito sul ruolo e sul futuro dell’associazione.
Ha rotto il ghiaccio il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, che ha apprezzato l’invito di Imperitura a una maggiore coesione, pur rivendicando l’esigenza di essere più funzionale alle istanze del territorio, partendo dalla sua posizione di forte critica alla condotta di AssoComuni, manifestata sin dalle prime battute del suo mandato.
Quindi, Calabrese ha evidenziato la necessità di lavorare a un nuovo Statuto, tale da sostituire uno strumento normativo come quello vigente, considerato vetusto, al fine di procedere a un totale rinnovo della cariche associative il prossimo 26 giugno, dopo l’elezione di parecchi nuovi primi cittadini, tra cui quello di Siderno.
Una tesi, questa, che ha incontrato subito il favore del suo omologo di Marina di Gioiosa Domenico Vestito, che ha invitato i presenti a ridisegnare lo Statuto secondo i principi di reciprocità e corresponsabilità e, al fine di rendere più operativa l’associazione, di istituire delle commissioni che possano portare in plenaria proposte utili, superando l’attuale assetto che vede proprio nell’assemblea l’unico momento di lavoro dei primi cittadini locridei.
E se il sindaco di Benestare Rosario Rocca ha ricordato come nonostante alcune importanti questioni affrontate dall’assemblea, i sindaci non siano riusciti a coinvolgere nelle proprie battaglie i cittadini, il sindaco di Roccella Giuseppe Certomà ha detto che bisogna superare la logica di un’associazione che insegue solo le emergenze, partendo dall’affrontare subito le questioni più impellenti, come quella relativa al ruolo della Locride nella costituenda Città Metropolitana di Reggio Calabria.
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Il primo cittadino di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda ha ricordato come il Comitato Esecutivo di AssoComuni debba recuperare il suo ruolo guida dell’intera associazione, mentre il suo omologo di Gerace Pino Varacalli ha dato l’impressione di volersi togliere un sassolino dalla scarpa quando ha ricordato che «Nella seduta precedente – ha detto – il presidente del comitato esecutivo Giuseppe Strangio aveva chiesto le mie dimissioni da presidente della Conferenza dei sindaci presso l’Asp, e non ne vedo il motivo. Forse, proprio lui che fruì di una scelta sottoposta proprio dalla conferenza che presiedo, ottenne la costruzione di un canile nel comune che amministra, forse ce l’ha con me – ha detto Varacalli – perché non voto per i congiunti dei sindaci che si propongono nel ruolo di revisori dei conti.
Insomma, dopo appena mezzora dall’inizio, gli animi si sono scaldati, tanto che il sindaco di Monasterace Cesare De Leo ha invitato tutti ad attenersi all’ordine del giorno, lasciando perdere le questioni personali, mentre proprio Strangio ha replicato dicendo che «Nessuno può permettersi il lusso di esprimere giudizi sulla mia trasparente condotta amministrativa, e ricordo che sul caso del canile che si doveva realizzare nella Locride – l’altro era da realizzare nella Piana – la decisione di farlo a Sant’Agata invece che nell’altro comune che aveva dato la sua disponibilità, cioè Staiti, è frutto di una votazione nella quale io mi sono astenuto, mentre tutti gli altri sindaci, compreso quello di Staiti, si sono espressi a favore della possibilità di farlo a Sant’Agata».
Insomma, gli animi si sono mantenuti caldi, e il sindaco di Stignano Franco Candia ha invitato tutti ad assumere posizioni coraggiose sulle esigenze più impellenti, ricordando alcuni importanti risultati raggiunti dall’associazione dei Comuni locridei «Come – ha ricordato – i finanziamenti per la nuova Statale 106, il Patto Territoriale che fece arrivare 100 milioni gestiti da amministratori e sindacati, e la creazione di modelli come le società miste, tra tutte Locride Ambiente».
Alla fine è passata la proposta di Calabrese e Vestito, in virtù della quale il comitato esecutivo di AssoComuni lavorerà, da qui a giugno, alla redazione della bozza di un nuovo statuto, prima di procedere, sempre a giugno, ad un totale rinnovo delle cariche associative, dopo che saranno eletti i nuovi sindaci.
A proposito di Comitato Esecutivo, dopo aver vinto le resistenze di qualche sindaco, si è proceduto all’integrazione dei posti vacanti in quest’organismo, che rimarranno in carica fino al prossimo mese di giugno. Sono entrati a farne parte, dunque, i sindaci di Gioiosa (Fuda), di Portigliola (Giugno), di Staiti (Principato) e di Careri (Giugno).
Piatto forte della discussione, poi, è stato il ruolo che la Locride avrà nella costituenda Città Metropolitana di Reggio Calabria, dopo l’incontro di sabato 14 a Reggio Calabria col sindaco di Reggio Calabria Falcomatà «Dopo il quale – ha detto Giorgio Imperitura – i dubbi sono aumentati».
Nella sua relazione introduttiva, il sindaco di San Giovanni di Gerace Pino Vumbaca, dopo aver lodato alcune iniziative illustrative che si sono tenute nel comprensorio, tra cui quella del movimento LocRinasce dei giorni scorsi e quella che si terrà a Roccella sabato, ha evidenziato la necessità di affrontare il tema sia dal punto di vista politico che da quello tecnico-giuridico, chiedendo in primis l’elezione diretta del sindaco metropolitano «Che non deve per forza coincidere – ha detto – con la figura del sindaco di Reggio», la necessità da parte dei primi cittadini locridei di partecipare alla stesura dello Statuto della Città Metropolitana e la creazione di organismi di decentramento accanto a quelli già esistenti.
Strangio, dal canto suo, ha ravvisato la necessità di utilizzare le «Intelligenze accademiche presenti nel territorio calabrese per farci supportare in questa fase costituente», mentre Vestito, dal canto suo, ha compiuto un puntuale elenco della anomalie della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
«E’ l’unica – ha detto il sindaco di Marina di Gioiosa Ionica – ad avere una popolazione inferiore agli 800.000 abitanti, una densità inferiore ai 300 abitanti per chilometro quadrato, ad avere un territorio tagliato in due da una catena montuosa come l’Aspromonte e, soprattutto, quella in cui la popolazione dei territori decentrati è inferiore a quella del capoluogo e del suo hinterland. Ecco perché – ha detto – urge uno sforzo di dignità a difesa della nostra Locride che parta anzitutto dalla elezione diretta del sindaco metropolitano, visto che Reggio è minoranza».
Più morbidi – almeno così è sembrato – i sindaci in quota Pd.
Varacalli, ad esempio, ha ravvisato la necessità di prendere parte all’assemblea incaricata di redigere lo Statuto della Città Metropolitana «magari esigendo la suddivisione del territorio in circoscrizioni, sulla scorta di quanto si sta facendo nella gestione dei servizi sociali», mentre Certomà, pur cadendo nell’equivoco di chi non era al corrente delle ultime novità legislative sul tema, ha intravisto nell’atteggiamento mostrato dal sindaco di Reggio Falcomatà una certa disponibilità all’ascolto delle realtà cosiddette “periferiche”.
Il sindaco di Careri Giuseppe Giugno, dal canto suo, pur ammettendo di essere stato, inizialmente, tra i più convinti assertori dell’utilità della Città Metropolitana, ha aggiunto che «Dopo l’incontro con Falcomatà e l’infelice presa di posizione di due consiglieri comunali reggini, che ci hanno detto a chiare lettere che il processo era in una fase avanzata e non era più possibile modificare il corso delle decisioni principali» ha preteso «Una posizione compatta da parte di AssoComuni locridea sul tema, altrimenti – ha detto – il Comune da me amministrato voterà una delibera di Consiglio finalizzata ad uscire dalla Città Metropolitana».
Il dibattito che ne è scaturito è stato lungo e partecipato, con Franco Candia che ha premesso che «Non sempre la tutela e la garanzia del territorio sono ricollegabili agli aspetti organigrammatici e non credo – ha aggiunto – che Locride e Piana abbiamo oggi la voglia e la forza di contrapporsi a Reggio».
Tra i più convinti assertori della necessità di fare fronte comune contro un capoluogo che il sindaco di Bianco Antonio Scordino ha definito «onnivoro», il primo cittadino di Locri Calabrese, nettamente schierato contro le posizioni “Falcomatacentriche” di alcuni omologhi.
Alla fine, l’assemblea si è determinata a votare la composizione di una commissione ad hoc, composta dai sindaci Vestito, Strangio, Vumbaca, Certomà, Rocca e Scordino, incaricata di portare in assemblea plenaria una proposta tale da difendere le istanze del territorio locrideo.
Alla fine, l’assemblea ha discusso, insieme ai vertici territoriali di Confagricoltura, la questione riguardante l’imposizione dell’Imu ai terreni agricoli, definita iniqua, tanto che è alle viste l’organizzazione di una grande manifestazione di protesta in zona, insieme alle associazioni di categoria.
Calabrese, a margine dell’assemblea, l’ha definita «Costruttiva e capace di dimostrare finalmente unità d’intenti e compattezza a difesa del comprensorio».