ROSARNO- Nella giornata odierna i militari della Compagnia di Gioia Tauro a seguito di un’ampia battuta avviata alle prime ore del mattino, con il supporto degli specialisti dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno rinvenuto un sofisticato bunker, dell’ampiezza di 06 mq. con botola di accesso costituita da un blocco di cemento armato che scorreva su due binari.
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La “scoperta” è avvenuta nelle campagne al limite territorio tra Rosarno e Gioia Tauro e precisamente sul IV Stradone di località Bosco di Rosarno.
L’abitazione interessata alle perquisizioni è stata quella della famiglia MULÈ, che tra le sue file annovera un ex latitante, sfuggito agli inizi degli anni 2000, per ben due anni, alla cattura a seguito di una ordinanza di custodia cautelare per l’operazione denominata “TEMPO”.
Ecco, quindi, che è presto spiegata quella “anomalia” all’interno del fabbricato in questione. L’ubicazione del manufatto abusivo tipo bunker è stata trovata in un vano adibito a cantina/scantinato il cui accesso è garantito tramite una scala con dei gradini in ferro che facevano accedere al vano sotterraneo in cemento armato fornito da energia elettrica, con due prese d’aria, che davano all’esterno, due reti metalliche, di cui una con materasso, un comodino ed una sedia; tutto il necessario evidentemente per passare una “comoda” latitanza soprattutto nelle ore notturne.
Il 27 febbraio, a Rosarno, a conclusione di un ampio servizio, disposto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria e coordinato dalla Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, al termine di prolungate perquisizioni domiciliari iniziate all’alba, i militari della locale Tenenza, della Stazione Carabinieri di Melicucco, della Compagnia Speciale del Gruppo Operativo Calabria di Vibo Valentia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno arrestato, in flagranza di reato, SIGILLÒ Eugenio, di anni 42, ritenuto responsabile di detenzione ai fini di spaccio di ingente quantitativo di sostanza stupefacente e detenzione illegale di munizionamento, anche da guerra per un totale di 313 proiettili suddivisi per calibro in diversi barattoli chiusi ermeticamente. Tra le numerose munizioni spiccano anche nr. 29 colpi in cal. 7,62X39 del micidiale Kalashnikov.
I militari hanno rinvenuto – abilmente occultati – all’interno di un capannone agricolo in uso al SIGILLÒ, un chilogrammo di sostanza stupefacente del tipo marijuana già confezionata in nr. 04 involucri sottovuoto di gr. 250 circa, nr.135 proiettili cal. 09 luger, nr.29 proiettili cal. 7,62×39, nr.24 proiettili cal. 7,65 parabellum, nr.58 proiettili cal.9 x 21, nr.29 proiettili cal.380 auto, nr.02 proiettili cal.32 auto, nr.10 proiettili cal.30 luger, nr.26 proiettili cal.3,57.
Nell’ambito della stessa operazione, i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione presso il domicilio di CONSIGLIO Gioacchino, di anni 52 ed all’interno di un casolare di campagna in suo esclusivo uso, hanno rinvenuto un fucile “doppietta”, modello “The International”, di manifattura belga, in calibro 12, una pistola semiautomatica, marca “Beretta” modello “Brevetto 1919”, calibro 7.65, con matricola abrasa sul fusto e punzonata sulla carcassa, con caricatore monofilare inserito, nr.16 cartucce calibro 9 “parabellum”, nr.12 cartucce calibro 45 magnum, nr.12 cartucce calibro 9 corto, una cartuccia calibro 38, marca “Smith & Wesson” corto, nr. 106 cartucce calibro 7.65, nr. 139 cartucce calibro 6.35, un elettrodetonatore con filo ed un caricatore vuoto per pistola calibro 9 corto.
Tutto il materiale rinvenuto dai Carabinieri è stato repertato e posto immediatamente sotto sequestro per i successivi riscontri di tipo balistico che verranno esperiti.
Successivamente, nella rete di controlli della Benemerita è caduto anche A. L., di anni 68, il quale, in modo fraudolento, tramite manomissione dei contatori, ha alterato, palesemente, il consumo di energia elettrica delle proprie abitazione ed attività commerciale del tipo “Bar-Tabacchi”, per cui dovrà rispondere del reato di furto aggravato di energia elettrica.
I primi 02 arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Palmi, mentre il terzo è stato ristretto in regime di arresti domiciliari presso la propria abitazione, in attesa del rito direttissimo che si svolgerà nella giornata del 28 febbraio 2015, come da disposizioni del Pubblico Ministero di turno Dott. Gianluca GELSO, titolare delle indagini.