di Gianluca Albanese (ph. e video esclusivo di Enzo Lacopo)
LOCRI – Per loro è stata l’ennesima giornata di protesta, per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, ma soprattutto del Governatore Oliverio sulla loro condizione di quindici padri e madri di famiglia che dopo aver lavorato in nero per decenni, ora sono rimasti senza lavoro e fuori dalla contrattualizzazione che invece ha interessato quasi 5.000 colleghi dell’intera Calabria.
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Stiamo parlando dei 15 lavoratori Lsu-Lpu che fino a pochissimi giorni fa prestavano la loro opera al Comune di Locri. Ne lle immagini riprese e magistralmente montate dal nostro Enzo Lacopo, riviviamo insieme la loro ennesima giornata di protesta.
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Va subito detto che hanno accolto Oliverio incatenandosi davanti all’ampia sala che ha ospitato i lavori dell’assemblea dei sindaci.
Con loro, i sindacalisti Sebastiano Marando della Cgil e Stefano Princi della Uil, oltre al consigliere comunale di opposizione Pino Mammoliti.
Hanno chiesto e ottenuto un breve colloquio col presidente della giunta regionale, che ha dapprima garantito loro che parlerà della questione col sindaco di Locri Giovanni Calabrese e poi ha promesso che lunedì si attiverà in Regione per cercare di trovare uno sbocco alla loro difficile situazione, al fine di garantire loro la prosecuzione dell’attività lavorativa.
Quindi, hanno seguito i lavori dell’assemblea vicino all’uscita.
Gli animi si sono surriscaldati quando ha preso la parola Calabrese, che nel suo intervento ha ricordato la stabilizzazione di 42 loro colleghi realizzata nel 2009 dall’allora assessore al ramo Raffaele Sainato nell’amministrazione comunale del tempo guidata dall’allora sindaco Francesco Macrì.
Quando Calabrese ha accennato alla vicinanza dell’amministrazione alla loro situazione, è partita la vivace protesta dei lavoratori, che hanno iniziato a rumoreggiare chiedendo le dimissioni del primo cittadino che, cedendo all’esasperazione si è lasciato andare a un gesto di stizza, facendo “ciao” con la mano e aumentando l’irritazione dei lavoratori che hanno inteso come provocatorio il gesto del sindaco.
La situazione è subito rientrata, dopo che ha preso la parola Oliverio, mentre i Carabinieri presenti hanno condotto fuori dai locali un paio di lavoratori particolarmente adirati.
A fine assemblea, come documentato dal video esclusivo di Enzo Lacopo, i lavoratori si sono trattenuti all’interno del salone per organizzare le prossime iniziative di protesta.
Qualcuno, come il sindacalista Princi ha richiamato a un maggiore impegno il presidente del comitato esecutivo di AssoComuni Giuseppe Strangio, evidenziando come nessun sindaco presente abbia sentito l’esigenza di prendere la parola sul tema.
Strangio, dal canto suo, ha promesso che in tempi brevissimi convocherà una riunione dell’organismo da lui preceduto per discutere di questa grave situazione.
Altri, come Marando della Cgil hanno comunque cercato di contenere la rabbia dei lavoratori, invitandoli ad attendere con fiducia le determinazioni del Governatore fino a lunedì sera, stante l’impegno che Oliverio ha preso con loro.
Qualcuno meditava di adire le vie legali per far valere i diritti dei lavoratori, mentre Pino Mammoliti invitava tutti a non esasperare i toni al fine di non pregiudicare ogni possibile soluzione positiva della vertenza.
Particolarmente apprezzato, infine, l’intervento del vescovo Oliva, che a fine serata si è intrattenuto a parlare con i lavoratori, invitandoli al dialogo costruttivo e alla calma, al fine di non cercare nemici da abbattere ma una soluzione ai loro problemi.
Una presenza, quella del presule, che ha contribuito a smorzare i toni più accesi e a regalare un attimo di serenità a chi vive il dramma della mancanza di un posto di lavoro.
Il tempo di riavvolgere gli striscioni e di attendere l’arrivo della domenica di speranza, che precede un lunedì in cui questi quindici padri e madri di famiglia attendono una risposta dal Governatore pr poter continuare a sperare.
Intanto, la protesta continua.