BOVALINO – Sono trascorsi esattamente 30 giorni dall’ultimo consiglio comunale da quella promessa di riconvocazione entro due settimane per ridiscutere sullo stato dei conti dell’Ente e sulle possibili soluzioni per uscire dal rischio di dissesto.
Un periodo di tempo più che necessario per consentire di elaborare un dettagliato resoconto sullo stato finanziario della casa comunale. Numeri non del tutto certi e incompleti quelli presentati al consiglio lo scorso 30 dicembre, numeri che non convincono e che preoccupano, sollevano chiasso e malumori in un’assise caotica e per certi versi inconcludente. Ma ricordiamo un po’ come andarono i fatti. Durante la trattazione dei punti riguardanti lo stato delle casse dell’Ente, il sindaco Mittiga aveva prospettato l’ipotesi di un piano di rientro quinquennale del debito quale precondizione per poter accedere al cosiddetto fondo rotativo anti-dissesto, alla luce delle determinazioni attuate dal civico consesso lo scorso 31 ottobre. L’emendamento passato al Senato, infatti, permette l’accesso anche ai Comuni con popolazione inferiore ai ventimila abitanti, tra cui, appunto Bovalino, ma la discussione ha fatto emergere una presunta indeterminatezza, ad oggi, dell’ammontare totale della situazione debitoria dell’Ente. A ritenersi prossimo a incombere sulla già critica situazione finanziaria comunale, un ennesimo intervento della Corte dei Conti, l’ultimo di una lunga serie di moniti dalla magistratura contabile circa la necessità di produrre in tempi brevi a un piano di risanamento dei conti pubblici con misure concrete ed efficaci. Svariate le proposte avanzate da maggioranza e opposizione, come il suggerimento del consigliere Ientile che durante l’ultima seduta consiliare dichiarò: «O ci si avvale – ha detto – della legge 194 facendo sacrifici, oppure se non è possibile risanare il bilancio comunale si deve fare il tentativo di aderire al piano di risanamento che presuppone un accordo coi creditori che non verranno pagati per cinque anni. Bisognerà anche rivisitare i servizi comunali, come si sta facendo nei ministeri, toccando anche le posizioni acquisite e agire sulle tariffe con un necessario aumento; passando per l’alienazione di tutti i beni immobili che non sono utilizzati a fini istituzionali e una seria lotta all’evasione dei tributi». Proposta, questa, che insieme a tutta una serie di possibili interventi potrebbe salvare le casse dell’ente, prima però di qualunque decisione sarebbe necessaria la convocazione di un serio consiglio comunale arredato di documentazione chiara e precisa che il ragioniere insediato ormai da circa un mese sarebbe in grado di fornire, ovviamente con la collaborazione dell’esecutivo. Se da un lato, però, la condizione finanziaria preoccupa soprattutto gli amministratori, gli amministrati lamentano ben altre problematiche lasciando carte e conti a chi di competenza. Si torna sì, a discutere ma questa volta nelle piazze, per le strade di quei soliti problemi: emergenza rifiuti, assenza di servizi, strade impraticabili che assomigliano a gruviere, problemi che la stessa opposizione non si è certo risparmiata di sottoporre nuovamente all’attenzione di Masino anche se, per onor di cronaca va detto, un po’ di memoria non farebbe male a chi siede fra quei banchi. Così, mentre la memoria non aiuta il silenzio dei professori di politica “muta”. Delle promesse rimane l’attesa, nessuna opposizione, nessuna nuova richiesta, e mentre Masino Mittiga, abile nel coinvolgere in una serie infinita di passaggi consiglieri segretari e ragionieri, cerca di districarsi fra scartoffie istanze e pretese, il paese collassa sotto gli occhi della gente.
ADELINA B. SCORDA