di Pino Quaranta
MONASTERACE – L’uscita di ieri del ministro Poletti sulla scuola affermando che tre mesi di vacanza sono molti ha suscitato una certa indignazione.Vorrei chiedergli di quando lui era studente. Se i tre mesi di vacanze estive gli sembravano troppi. A noi sembravano giusti. Si desiderava il mare, il sole, ombrelloni, tuffi, calate. Il Poletti si dovrebbe ricordare qualche passeggiata nella bassa o sulle colline dell’Imolese, con gli amichetti e le amichette. Tutti in bicicletta. Sotto il sole.
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Ministro, si ricorda le lunghe chiacchierate serali che non finivano mai, le risate, le burle con la solita “truppa”. Che ricordi! Che bellezza quell’età briosa che dava il meglio di sè in estate e l’estate era la più bella stagione dell’anno e non si vedeva l’ora che arrivasse. Che ritornassero gli amici o le amiche, nel vociare e nella gaiezza tipica della gioventù..o lei ministro Poletti non è mai stato giovane? O se lo è stato forse, in questa età avanzata che vive, l’ha colpita un colpo di senescenza? Oppure ha voluto fare l’eco a Renzi che il giorno prima ha affermato lo stesso concetto? Ma non si vergogna? Penso di no, viste le sue frequentazioni, almeno quelle con cui lei va, in alcune occasioni, al ristorante. Poteva almeno affermare che le vacanze scolastiche vanno distribuite diversamente, come avviene in molte nazioni europee. Si ricorda, al ministro, che in Germania i giorni di vacanza sono di più che in Italia e distribuiti diversamente. Ma questo argomento è un falso problema. La scuola è ben altro. O meglio quella che voi non affrontate…e meno male, visto che la vostra “buona scuola” noi la intendiamo come la “scuola cattiva”. La riforma della scuola è necessaria per migliorarla, non per peggiorarla. I giovani italiani devono essere messi in condizione, dalla scuola, di sentirsi uomini liberi nell’esercizio della loro autonomia esistenziale sia essa religiosa, che politica o professionale, famigliare e sociale. Liberi di pensare e di esprimersi liberamente e gli insegnanti devono liberarli dall’ignoranza, mentre altri vorrebbero che pensassero con il pensiero unico.
Ma la sua uscita, ministro, vuole essere anche una manovra diversiva rispetto a problemi scottanti di questa settimana non favorevole al Governo, quali lo scandalo al Ministero delle infrastrutture, la mancanza di una politica industriale che la vendita di Pirelli ai cinesi mette drammaticamente in evidenza, il pagamento dell’IMU agricola entro la fine di questo mese che darà un colpo mortale a molte aziende agricole specializzate che sono il fiore all’occhiello della nostra agricoltura e della produzione agroindustriale italiana. Ci state amareggiando. Siamo stanchi di voi e della vostra politica che ci uccide. Riflettete, se avete ancora un pò di coscienza! E rifletta, ministro, se lei è un uomo oppure un caporale. La scuola agraria dove si è diplomato in quel di Imola le avrà pur insegnato qualcosa. La scuola insegna a non essere caporali, ma uomini, ma non è questa la scuola che vuole Renzi.