di Lucina Albanese
SIDERNO – “Ora guarda questa che, in piena settimana santa, viene a proporci ancora il titolo di un libro !” Anzi due – immagino i commenti . . . GRAZIE A DIO, conosco bene gli ambienti. Allora, due titoli di due splendidi libri nati in italiano ma molto conosciuti, letti ed amati in tutto il mondo.
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Scritti uno dietro l’altro a raccontare una storia che continua, luminosa e bellissima come tutte le storie vere, anche nell’espressione dei dolori più intimi : un padre e suo figlio, anzi un padre che insieme a suo figlio continua a vivere e a raccontare la vita tracciando un cammino reale.
Tiziano Terzani “Un altro giro di giostra” – Longanesi Ed. – e ancora Tiziano Terzani e suo figlio Folco “La fine è il mio inizio” – accanto al titolo, sulle edizioni Longanesi è stato riportato solo il nome dell’Autore, voce narrante, in unità di spirito con suo figlio, scritto dopo la sua morte.
La sua morte ?
Ma è mai morto davvero Tiziano Terzani, quello sì un vero giornalista, con una formazione culturale forte, totalmente adeguata alle realtà mutevoli e varie dei nostri tempi da . . . mettersi in cammino, mettersi in gioco sempre, sempre ricercando la bellezza della vita in tutte le sue forme.
Ascoltare le culture degli altri, come ci si nutre della propria; amare la vita degli altri come si ama la propria famiglia. Portare i propri figli in giro per il mondo non per un tour turistico ma per condividere la vita reale di tante persone, per riconoscere le difficoltà di tanta gente, per amare tutte le genti, senza sentirsi “superiori” ad alcuno.
Un’educazione forte ? Durissima, senz’altro, che richiede un’enorme dose di coraggio e di speranza.
Sentire su di sé la fragilità e la delicatezza della vita, la durezza dell’esistenza e la forza germinativa della speranza umana; nessun “diritto” è dato se non lo custodisci, difendendolo anche per gli altri, nessuna sicurezza se non la costruisci, nessuna vita se non te ne prendi cura.
E fino alla fine . . . ancora . . . “un altro giro di giostra” . . . fino alla fine interrogare la vita con rispetto, con delicata ironia, perché la vita si dona ogni giorno, fino alla fine , anche nella malattia e nel dolore e, fino alla fine, ci dona bellezza, amore, gioia infinita.
Tiziano, ormai nella fase terminale della sua durissima malattia, interroga il santone indiano che sembrerebbe aver guarito anche da malattie ritenute inguaribili; il “guaritore” con un sorriso leggero leggero, quel sorriso tenue che sembra custodire più che rivelare segreti, gli fa notare che in Occidente molte malattie, anche quelle fisiche, nascono dagli eccessi : eccessi alimentari, eccessi di sfrenata “euforia”, eccessi di parole, eccessi di pensieri.
Tiziano allora lo interroga sulle “depressioni”, molti occidentali arrivati fin lassù, dicono di essere stati guariti da quello strano uomo che sembra farsi attraversare dalle parole che ascolta, senza venirne toccato, e il “ guru” : ”Le depressioni . . . malattie tipicamente occidentali, guardi un po’ se trova gente depressa qui, guardi” e gli mostra il contesto con un gesto semplice ma largo.
“E’ l’attaccamento alle cose, a se stessi e anche al proprio dolore che genera quello che voi chiamate depressione”.
Per comprendere meglio il concetto, si propone ancora un libro, bellissimo anche questo che potrebbe insegnarci a “pensare bene”, perché pensare aiuta a vivere, a fare le scelte giuste in ogni ambito di vita, però bisogna rieducarsi ad un pensiero sano : allora, dalle Edizioni San Paolo, di Gloria Germani “Il pensiero di Teresa di Calcutta – Una mistica tra Oriente e Occidente”.
Perdonatemi il terzo titolo, ma era necessario, torniamo ora all’ultimo giro di giostra di Tiziano Terzani, il transito terrestre è bello e difficile per tutti, dopo . . .
“La fine è il mio inizio”, ancora Tiziano Terzani nei suoi ricordi più intimi e cari, FORTISSIMI, narrato da suo figlio Folco, anzi in dialogo costante con il figlio Folco. Un padre e un figlio, anzi un padre insieme a suo figlio a raccontarci il nostro presente. Provate a leggerli insieme.
Di Folco voglio proporVi soltanto una testimonianza : lui stesso racconta che, durante i suoi viaggi alla ricerca del senso della vita, gli è capitato di . . . “andare in depressione”.
Appunto, succede a noi occidentali, succede ormai abbastanza spesso, quando vedi tanta violenza quotidiana, tanta ricchezza ingiustamente inflitta e gettata via e poi la gente che muore per le strade DI FAME E DISPERAZIONE ( ! ).
Succede che tu ti disperda perché da “piccolo”, non capisci bene come va questo mondo e tu, da “piccolo”, che cosa devi fare ?
RAGAZZI, che domande “assurde” ?! Pensate a vivere, cosa vi chiedete mai ?
E così succede : le “depressioni”.
Folco allora va da Madre Teresa, va da lei e le dice che . . . HA BISOGNO DI AIUTO, HA PROPRIO BISOGNO DI TANTO AIUTO.
Madre Teresa lo fissa negli occhi, intensamente, poi gli indica tra i tanti sofferenti, un bimbo in fin di vita e gli dice :”Vedi quel piccolo essere umano ? HA BISOGNO DI TE. Probabilmente tu sarai l’ultima persona che vedrà prima di andar via. Rimboccati le maniche e fai tutto quello che puoi per rendergli dolce il passaggio”.
RIMBOCCATI LE MANICHE E FAI QUELLO CHE PUOI . . . . BUONA PASQUA !
Noi Vi riproponiamo ancora una via molto semplice : www.cbmitalia.org oppure www.bambinidimenticati.it – GRAZIE INFINITE !