di Adelina B. Scorda
BOVALINO – La decisione presa ieri a Palazzo Chigi, a conclusione del Consiglio dei Ministri fa calare il silenzio sulla politica bovalinese. Sciolto il comune di Bovalino, per condizionamento della vita politica e amministrativa da parte della criminalità organizzata. Con queste poche righe si mette, nel peggiore dei modi, la parola fine all’operato dell’amministrazione Mittiga. Una notizia che non coglie di sorpresa almeno una parte degli attori , protagonisti e non, della politica cittadina. Già l’11 marzo la nostra testata aveva, infatti, ipotizzato l’eventualità dello scioglimento, pratica che, ad onor di cronaca va detto, negli ultimi tempi si stava registrando un’inversione di tendenza da parte del consiglio dei ministri che non prevede in maniera così scontata la diretta relaziona fra invio della commissione d’accesso agli atti e lo scioglimento del consiglio comunale.
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Sei mesi di lavoro per passare al setaccio l’attività amministrativa ed economica dell’Ente, migliaia di documenti messi a disposizione della commissione per appurare la veridicità di eventuali collegamenti nella gestione dell’ Ente con le organizzazioni criminali. Ma i riflettori sulla corretta gestione della casa comunale si accendono con l’informativa relativa all’operazione “Inganno”, circa un anno fa, quando l’operato degli inquirenti evidenziò i sodalizi fra politica e ndrangheta all’alba di nuove elezioni. Le elezioni in questo caso erano quelle del 2010, quando ad aggiudicarsi la vittoria elettorale fu la lista capeggiata dal Professore Mittiga. A rintracciarsi nei dialoghi captati nell’opera investigativa dei carabinieri anche alcune conversazioni intercorse fra il sindaco Tommaso Mittiga e gli esponenti della famiglia Strangio alias “Terribile” e tra il consigliere di minoranza Domenico Savica con l’ex sindaco di San Luca Sebastiano Giorgi alla ricerca dell’appoggio elettorale sempre da parte dei Nirta “Terribile. Ad emergere, all’epoca dei fatti, sarebbe stato l’interesse dei candidati a ottenere l’appoggio delle “famiglie”, non solo in tema di voti ma per procurarsi l’autorizzazione ad inserire o meno determinati soggetti nelle liste dei candidati a sindaco. Sembrerebbe, dunque, che la fine dell’amministrazione guidata da Mittiga iniziò proprio il 30 marzo del 2010, giorno della sua elezione a sindaco.
La decisone presa dal consiglio del ministri, va ricordato, non è infatti “ad personam”, ma interessa tutta l’attività amministrativa dell’Ente e per comprendere quali nello specifico siano state le motivazioni che hanno spinto Palazzo Chigi verso questa decisone si dovrà attendere la relazione del Ministro Alfano. Intanto non lascia alcun dubbio la motivazione espressa alla fine della seduta del consiglio che indica il comune di Bovalino condizionato nella sua attività dalla criminalità organizzata.
E allora si lascia spazio alle reazioni, ma almeno tra le fila della maggioranza nessuno ha voglia di parlare, ci si chiude in un silenzio stampa difficile da interpretare. Ma la politica cittadina non finisce fra gli scranni del consiglio comunale e allora chi in questi anni si è interessato, da posizioni diverse, alla cosa pubblica qualcosa da dire ce l’ha. “Da troppo tempo a Bovalino si respirava un’aria di illegalità diffusa – afferma l’ormai ex consigliere di minoranza Antonio Zurzolo che dopo il politically correct “attendiamo adesso le motivazioni da parte del Ministro dell’Interno – ha proseguito dicendo – si apre adesso una stagione che non sappiamo come giudicare. Certo è che all’illegalità che regnava a Bovalino era difficile far fronte con un’amministrazione che ha fatto dell’inerzia il suo cavallo di battaglia. Una gestione fuori controllo della cosa pubblica ha caratterizzato il quinquennio dell’amministrazione del sindaco Mittiga, per queste ragione questo provvedimento non è sicuramente un fulmine a ciel sereno. Sicuramente dopo questa ulteriore mannaia caduta il marketing che si farà su Bovalino non sarà certo positivo. Quanto è accaduto – prosegue – dev’essere un campanello d’allarme ultimativo un limite oltre il quale non è più possibile spingersi, un campanello che deve suonare non solo per la governance ma anche per i cittadini, e in questa fase Nova Bovalino, che in questo periodo ha voluto mantenere un profilo basso nonostante lo strano fermento elettorale, è pronta per un progetto importante. È un suo dovere farlo come soggetto politico. In questo particolare momento politico, però, è necessario dover riavviare i meccanismi democratici assenti da tempo nella politica cittadina”.
Una visione quella di Zurzolo che non lascia molto spazio alla negatività e che sembra vedere di buon occhio l’arrivo della triade commissariale, un soggetto che se aiutato dalle forze politiche del comune e in particolare dalle associazioni che lavorano per il paese potrebbe rialzare le sorti dell’Ente. Di misura completamente opposta la visione di Franco Crinò che sulla scorta dell’esperienza di Casignana, comune sciolto per infiltrazioni mafiose un anno fa, esterna perplessità sulla metodologia dello scioglimento: “Da quello che abbiamo letto -dichiara – i termini per lo scioglimento non c’erano, forse nella relazione riusciremo a comprendere qualcosa in più. In questo momento – ha proseguito – più che al caso di Bovalino, rifletto sull’efficacia dello strumento scioglimento, sarebbe più efficace, credo, intervenire in quegli ambiti dirigenziali e amministrativi che, dopo un attento controllo degli inquirenti, risultassero collusi e o condizionati da ambienti malavitosi. In questo caso io non riesco a vedere la collusione mafiosa, per farlo dovrei pensare a opere pubbliche importanti e Bovalino sotto questo aspetto è terribilmente ferma”.
Rammarico e disappunto nelle parole del coordinatore del movimento Agave Vincenzo Maesano: “Purtroppo in questi casi a pagare il prezzo più alto è il cittadino che non meritava anche questa umiliazione. Il nostro compito da questo momento sarà quello di continuare a mantenere alta l’attenzione su quelli che sono i reali bisogni della nostra cittadina, fornendo se sarà il caso, un aiuto concreto alla terna commissariale”.
Un appuntamento elettorale quello del 31 maggio solo rimandato, ancora due anni di tempo per riuscire a realizzare un progetto politico che sia in grado di instradare Bovalino sulla via della ripresa, intanto il compito difficile adesso spetta ai tre futuri commissari che dovranno risanare l’Ente sotto ogni punto di vista.