di Emanuela Alvaro
GIOIOSA IONICA – Chiedono i documenti e una migliore assistenza sanitaria o di essere trasferiti in altre città italiane, insistendo su Milano o Bologna, per poter accelerare l’iter che li porterà ad ottenere il permesso di soggiorno e da li la possibilità di organizzare in modo differente la propria vita. Trentuno dei settantacinque ragazzi rientrati nel progetto SPRAR chiedono questo, protestando pacificamente per le strade di Gioiosa Ionica, avendo come punto di incontro la piazza principale della cittadina.
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Una questione delicata che lo diventa ancora di più alla luce di una situazione nazionale che rischia di degenerare in considerazione degli ultimi accadimenti, acuendo le posizioni di chi ancora crede nell’accoglienza e chi si dice convinto che così non è più possibile andare avanti.
«Ci troviamo in una situazione delicata, con una comunità che ha dimostrato apertura e accoglienza verso chi in questo momento protesta, rischiando di compromettere quell’equilibrio che si è raggiunto. A piccoli passi la comunità ha accolto il gruppo – ha affermato il sindaco Salvatore Fuda – è adesso questa situazione certo non agevolerà la gestione generale. Comunque, fenomeni di questo tipo erano tenuti in conto visto che si sono verificati in quasi tutti i paesi interessati dai progetti di accoglienza, condizione che come amministrazione non ci dissuade dall’andare avanti, convinti delle nostre motivazioni. Per quanto riguarda la problematica contingente, domani abbiamo in programma un incontro con i rappresentanti nazionali dello SPRAR per valutare come procedere».
Il primo cittadino sottolinea che da una settimana l’amministrazione lavora con le Forze dell’Ordine proprio per monitorare una situazione che si è creata per un malessere che già gli operatori avevano individuato. Al Prefetto è stato richiesto l’allontanamento di alcuni soggetti, nello specifico quattro in un certo qual modo gli “istigatori” della protesta.
«Già dal 15 aprile il Prefetto è stato messo al corrente della questione anche di ordine pubblico che poteva nascere. Situazione – continua Salvatore Fuda – per il quale il Prefetto ha adottato dei provvedimenti di allontanamento per questi quattro soggetti per violazione di quelle che sono le regole del progetto. Questa mattina concordando il da farsi con le Forze dell’Ordine sono stati notificati dal messo comunale i provvedimenti di espulsione. Con gli atti di notifica i quattro soggetti sono stati estromessi dal progetto, cosa che ha innescato la protesta per il paese e poi in piazza Vittorio Veneto, manifestazione pacifica, non autorizzata, ma controllata».
Gli immigrati protestano chiedendo lo spostamento in altre città, pensando che questo possa accelerare l’ottenimento dei documenti. «Il fatto che siano in attesa da un anno a tre mesi dei documenti non è colpa del Comune o dell’ente gestore, ma una situazione nazionale di difficoltà a dare risposta ad un numero consistente di richieste di asilo. Accanto a questa motivazione protestano adducendo tutta una serie di mancanze che non corrispondono alla reale situazione, l’ente gestore comunica regolarmente l’andamento del progetto, tutto il lavoro che viene prodotto, come l’assistenza sanitaria e gli screening regolari a cui vengono sottoposti. Lavoriamo insieme alla Prefettura e alle Forze dell’Ordine per sbloccare una situazione non facile. Innegabile – conclude Fuda – che questo stato di cose ha creato delle tensioni all’interno a discapito dell’ente gestore che fino ad ora ha lavorato in un certo modo è sicuramente non si aspettava questo tipo di reazione. Come amministrazione siamo attentissimi, presenti e pronti a gestire la situazione».