di Ilario Balì
CAULONIA – Il Consiglio comunale di Caulonia, stringendosi commosso e attonito davanti alle vittime della tragedia nel canale di Sicilia, ha approvato all’unanimità una mozione con cui delega il sindaco e la Giunta comunale ad individuare un posto utilizzabile in caso di calamità e come punto di convergenza in caso di altri sbarchi.
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Sarà dunque cura del primo cittadino Ninni Riccio e degli amministratori cauloniesi formare una commissione consiliare per l’immigrazione in modo da supportare positivamente il progetto accoglienza, chiedere alla Regione l’attivazione della legge sull’immigrazione, formare la consulta dei migranti e inviare a consiglieri regionali e parlamentari calabresi una proposta per il superamento delle attuali norme sull’accoglienza. Il provvedimento è stato reso necessario all’indomani dello spiacevole episodio di Focà, dove in segno di protesta nel giorno di Pasqua alcuni residenti hanno saldato il cancello della scuola, individuata dall’amministrazione come provvisoria sistemazione per un gruppo di immigrati appena sbarcati.
Il voto unanime di approvazione è arrivato al termine di due ore di assise aperta agli interventi del (poco) pubblico, trascorse tra riflessioni sul tema dell’accoglienza e vivaci botta e risposta tra maggioranza e opposizione davanti ai membri delle associazioni cittadine e ai rappresentanti della Chiesa e della Comunità evangelica. «Non possiamo restare immobili e insensibili davanti a ciò che sta accadendo nel Mediterraneo – ha espresso l’assessore comunale alle politiche sociali Kety Belcastro – l’accoglienza è un caposaldo di civiltà imposto dalla nostra storia. Caulonia è questo da dieci anni, ma i nostri progetti sono di accoglienza secondaria, concetto ben diverso dall’emergenza vera e propria. Mi auguro – ha concluso nella sua relazione – che questo patrimonio non venga disperso». Un appello raccolto in pieno dal parroco cittadino don Fabrizio Cotardo, con un richiamo alla comunità sui principi della carità cristiana: «Facciamoci un esame di coscienza – ha affermato il presule – senza perdere il senso di umanità». Dal presidente del gruppo cooperativo Goel Vincenzo Linarello è giunta la proposta di istituire un comitato tecnico per l’accoglienza, mentre dalla Prociv la richiesta al Comune per una sede adeguata alle attività dei volontari. Gonfia di amarezza e rabbia l’analisi di Bruno Grenci: «E’ possibile fare accoglienza anche senza fondi governativi. Negli anni passati – ha denunciato apertamente uno dei membri dell’osservatorio politico-culturale Spazio Aperto – dopo essere stato chiamato per lavorare in uno dei progetti accoglienza, sono stato vittima di stalking e usato per nascondere pressioni ed interessi. Se tra l’opinione pubblica passasse il buon esempio, oltre ai cancelli delle scuole la gente aprirebbe anche il cuore».
Nonostante la mozione sia stata approvata anche dai gruppi di minoranza, non sono mancate da “Spazio Aperto-Pd” e “Insieme per Caulonia” feroci critiche ai progetti di accoglienza. «Se continua così – ha tuonato il consigliere di minoranza Attilio Tucci – questo progetto morirà. In questi progetti lavora solo chi risponde a determinati criteri geo-politici. Si faccia una graduatoria pubblica». A buttare ulteriore benzina sul fuoco il suo vicino di banco Domenico Campisi: «Il progetto accoglienza di Caulonia è intriso di ipocrisia e demagogia. Si tratta di opportunità imprenditoriale o umanitaria? Lo dicano i cittadini». Secca la replica del sindaco Riccio: «Crediamo di essere stati trasparenti al massimo in questi anni – ha chiosato – il disegno geo-politico è quello adottato da altri Comuni, non dal mio. Dietro questi progetti ci sono fondi comunitari che possono essere assegnati anche attraverso l’affidamento diretto. Noi abbiamo preferito i bandi. Se non è trasparenza questa…».