di Redazione
SIDERNO – Alla notizia della scomparsa del già sindaco della Città, Paolo Catalano, arrivano messaggi di cordoglio a cui si associa la Redazione di Lente Locale.
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Comune di Siderno – Piange uno dei suoi figli più illustri. La morte di Paolo Catalano, scrittore, politico, giornalista, e Sindaco per due volte dal 8 Ottobre 1984 al 28 Agosto 1985 e dal 12 Marzo 1988 al 24 Settembre 1990, è una grave perdita per la nostra comunità. Paolo è stato sicuramente uno dei protagonisti positivi negli ultimi 50 anni .“ Queste le parole del Sindaco di Siderno Pietro Fuda dinanzi al feretro del compianto Paolo Il comune ha predisposto il picchetto d’onore con il Gonfalone.
Mimmo Panetta – Associandomi al dolore, esprimo le più sentite condoglianze all’intera famiglia per la morte di Paolo Catalano, già Sindaco di Siderno alla fine degli anni ottanta del secolo scorso.Uomo di grande impegno, politico sociale e culturale, ha dato un notevole contributo alla crescita della nostra Città, quale segretario del P.S.I. e nel ruolo istituzionale di Sindaco.
Oggi non possiamo non porre l’accento sul modo come una figura così impegnata e sempre al centro del dibattito politico e culturale nella nostra Città, esce di scena talmente in silenzio che,per quanti hanno avuto il pregio di averlo conosciuto, suona come condanna forte e senza appello verso una giustizia sommaria che, nel Suo caso come in tanti altri, si presenta come ingiustizia che rasenta persino la tortura psicologica.
Un amministratore serio, onesto e integerrimo se subisce una ingiusta condanna dalla corte dei conti, solo perché le norme che deve applicare sono arcaiche e insufficienti,se non lesivi della dignità e trasparenza degli onesti e bravi amministratori, distrugge psicologicamente se stesso e la propria famiglia.
Mentre il più delle volte gli amministratori disonesti non vengono nemmeno chiamati a rispondere dei propri misfatti, la morte di Paolo Catalano deve far riflettere il potere legislativo italiano perché ponga fine alle immense e diffuse tragedie che lo Stato crea a tantissimi suoi servitori.