RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Si aspettava il completamento della giunta, ma è arrivata per prima la magistratura, assestando un colpo durissimo ad un governo regionale che finora si è distinto soltanto per inadempienza rispetto ai problemi della Calabria e per la sua continuità, su molti fronti, dall’ambiente alla sanità, con il precedente esecutivo guidato da Scopelliti.
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Non è nostro compito entrare nei dettagli dell’inchiesta, rispetto alla quale confermiamo il nostro atteggiamento garantista, sapendo anche distinguere tra le varie posizioni, ma è innegabile che questa vicenda ponga un problema politico grande come una casa. Intanto non si può tacere il fatto che l’esistenza di un’indagine in corso sui rimborsi del Consiglio regionale era nota a tutti, anche al presidente Oliverio che avrebbe dovuto tenerne conto nella scelta dei suoi assessori. Oggi la sua sicumera viene pagata da tutti i calabresi, che sicuramente si aspettavano altro da questa nuova stagione di governo, che, ancor prima di decollare, è già miseramente fallita. Di questo, Oliverio, farebbe bene a prenderne responsabilmente atto, valutando anche l’ipotesi delle dimissioni.
La vicenda, in ogni caso, conferma la necessità di un’alternativa ad ogni livello al Pd, partito che a Roma, per conto dei tecnocrati di Bruxelles e di lobby economico-finanziarie, “lavora” per smantellare ciò che resta del welfare e della scuola pubblica, per cancellare diritti e svuotare la democrazia, mentre in periferia si conferma sempre più come aggregato di potere, subalterno a logiche affaristiche e incapace di innescare veri processi di rinnovamento della politica.
I tempi per un nuovo soggetto politico a sinistra, alternativo al Pd ed alle destre, sono maturi. L’altra Europa è al servizio di questo obiettivo. Anche in Calabria, superando divisioni e imboccando una strada di netta rottura con il quadro politico esistente, dobbiamo fare la nostra parte, per costruire un’alternativa di governo in cui al centro ci siano i bisogni delle persone, dei ceti popolari, la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni, un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile.