di Maria Grazia Messineo*
Il segretario regionale del Partito Democratico Ernesto Magorno riunisca, al più presto, l’Assemblea regionale e riconosca ai delegati, eletti democraticamente al congresso, il legittimo diritto di esprimersi sullo tsunami giudiziario che ha travolto la Regione Calabria.
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Non è attraverso comunicati stampa, squisitamente autoreferenziali e invocanti il “quieto vivere”, che il segretario Magorno può tenere unito il partito. Inneggiare all’unità di fronte a cotanto sfascio, perpetrato ai danni e alle tasche dei cittadini calabresi, significa voler “azzerare” le tante voci pulite che nel nostro partito ci sono e che non intendono dimostrarsi complici di una classe politica tracotante e usurpatrice.
La sintesi va trovata in Assemblea, evitando eleganti tentativi di censura ed è, davvero, impresa ardua autoconvincersi che possano esserci altri stratagemmi o strade improvvide per scongiurare “il sopravvento dell’antipolitica, facile e sommaria, che vuole solo distruggere”.
Come già dichiarato da Gianluca Callipo, Magorno non è più credibile e, ancora una volta, dimostra di non sapere o non volere esercitare il proprio ruolo.
Anziché “riflettere” con i cinque segretari provinciali su quanto accaduto, Magorno farebbe bene a pretendere, finalmente, etica, rigore e rispetto delle regole nel partito chiedendo , tanto per cominciare, le dimissioni dei tre segretari incompatibili. Il “cambio di passo” comincia da qui.
*:Direzione regionale PD Calabria