di Domenico Cento*
Nelle ultime ore, nel bel mezzo di una vicenda politico-giudiziaria ancora sconosciuta nei particolari e nelle conseguenze, alcuni sconsiderati tesserati che amano anche definirsi “dirigenti del Partito Democratico”, ma che evidentemente del ruolo in questione non conoscono tutte le sfumature politiche, hanno deciso di scagliarsi contro il massimo rappresentante, lui sì democraticamente eletto, della segreteria regionale.
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Ultima in ordine di tempo, Maria Grazia Messineo. Proprio a lei che tanto parla di democrazia elettiva verrebbe da chiedere in base a cosa sia stata scelta per far parte della direzione regionale. A quanto pare avrebbe perso tutti i congressi di partito e le elezioni a cui ha partecipato, rendendo palese, dunque, l’assenza di fiducia nelle sue pur apprezzabili capacità da parte dei cittadini. Eppure oggi, piuttosto che far quadrato attorno al partito che rappresenta, al lavoro di rifondazione della macchina burocratica regionale che sta mettendo in atto il presidente Oliverio, a difesa delle “tante voci pulite” ed a conferma della fiducia di chi, pur non conoscendola politicamente, aveva pensato di investire su di lei con estrema generosità, inveisce pubblicamente proprio contro il segretario regionale. I toni e le parole usate lasciano trasparire più sentimenti da resa dei conti che da analisi politica attenta all’interesse del partito, del progetto di Mario Oliverio per i calabresi e dei calabresi stessi. Delle beghe personali fra correnti la Calabria ne ha piene le tasche e dei moralisti dalla memoria corta ed a corrente alternata non ha certamente bisogno. Il segretario Magorno saprà gestire con la saggezza politica che lo ha sempre contraddistinto la vicenda interna al Partito Democratico in un clima di forte unità, senza necessità di essere “tirato dalla giacchetta” da nessuno.
*: componente commissione di garanzia Pd Calabria