di Gianluca Albanese
SIDERNO – Il presidente della Giunta Regionale lo ha promesso: una nuova giunta entro pochi giorni, sia per surrogare gli assessori che si sono dimessi e sia, soprattutto, per cambiare davvero verso dopo lo scandalo di “Rimborsopoli” e l’operazione “Erga Omnes” sfociata nei provvedimenti restrittivi adottati venerdì scorso nei confronti di numerosi consiglieri regionali della passata consiliatura e dell’ormai ex assessore regionale ai Trasporti Nino De Gaetano.
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E se, come conferma anche un recentissimo articolo pubblicato sull’autorevole testata www.corrieredellacalabria.it, il centrodestra calabrese non avrebbe i numeri per proporre un referendum sul nuovo statuto regionale, preferendo virare su un documento in cui si promette la linea dura sull’esecutivo regionale che verrà, Oliverio ha, a questo punto, due opzioni: o forzare i tempi e nominare immediatamente i nuovi assessori in base alle norme del vecchio statuto, o aspettare la promulgazione della legge di modifica statutaria che però non potrà avvenire prima di domenica 19 luglio, ammesso che la legge di modifica statutaria venga promulgata in tempi brevissimi venerdì 3 e pubblicata sabato 4 luglio.
Vale la pena, a questo punto, evidenziare le nuove norme che regolano la composizione della giunta regionale che verrà, alla luce delle modifiche statutarie in via di promulgazione.
Il comma 8-bis dello Statuto nuovo che entrerà in vigore dopo la metà di luglio, infatti, prevede che «Il Presidente della Giunta può delegare specifiche attività ai Consiglieri regionali. Il Consigliere delegato partecipa alle sedute della Giunta, senza diritto di voto, ove si discuta di questioni attinenti alle attività delegate. L’esercizio della delega non dà luogo ad alcuna indennità né alla istituzione di struttura speciale di collaborazione, dovendosi avvalere degli uffici del Dipartimento cui la delega afferisce», mentre i commi 3, 3-bis, 4 e 9-bis prevedono, rispettivamente, che «La Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiore a sette, di cui uno assume la carica di Vice Presidente», «La rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale deve essere assicurata nella misura di almeno il trenta per cento», «Gli Assessori sono scelti tra cittadini eleggibili a Consigliere regionale. Agli stessi si applicano anche le norme sulla incompatibilità valide per i Consiglieri regionali», «Alle sedute della Giunta partecipano, senza diritto di voto, i Consiglieri delegati ai sensi dell’art. 33, comma 8 bis».
Dunque, le principali novità statutarie possono essere così compendiate:
–Previsione della nuova figura del Consigliere “delegato a specifiche attività”, che potrà partecipare, ma senza diritto di voto, alle sedute della Giunta ove si discuta di questioni attinenti alle attività a lui delegate. Non è un Assessore, non ha indennità ulteriore ricollegata alle deleghe e non ha ulteriori uffici/strutture, dovendosi avvalere degli uffici del Dipartimento cui la delega afferisce;
–Nuovo tetto massimo per numero assessori: si passa da 6 (1/5 di 30) a 7;
–Novità non prevista prima – Rappresentanza di genere in giunta: nessun genere deve essere rappresentato con percentuale superiore al 70%: in sostanza almeno il 30% della Giunta deve essere composto da donne (in una Giunta a 8 con presidente maschio saranno necessarie 2/3 assessore);
–Cancellato il tetto massimo degli assessori esterni al Consiglio, prima previsto nel 50% dei componenti della Giunta. Si potrà, dunque, ipotizzare una Giunta con assessori anche tutti esterni, fermo restando il Presidente direttamente eletto.
Risulta altresì utile ripercorrere l’iter verso la promulgazione del nuovo Statuto, per comprendere quali siano, ad oggi, i margini di operatività per il Governatore.
A norma del vigente Statuto della Regione Calabria (Legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, coordinata con le modifiche e le integrazioni di cui alle LL.RR. 20 aprile 2005, n. 11, 19 gennaio 2010, n. 3, 9 novembre 2010, n. 27, 6 agosto 2012, n. 34 e 10 settembre 2014, n. 18), le modifiche dello statuto stesso devono essere assunte dal Consiglio regionale con legge assunta a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi (art. 58).
Dopo la seconda approvazione, la delibera consiliare che ha disposto l’approvazione stessa viene pubblicata a fini notiziali come DELIBERAZIONE sul B.U.R.C. (Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) e da detta pubblicazione inizia a decorrere un termine di 90 giorni entro il quale è possibile che venga presentata richiesta di sottoposizione della modifica statutaria a referendum popolare. La richiesta può essere promossa da parte di un cinquantesimo degli elettori della Regione o da parte di un quinto dei componenti del Consiglio regionale.
La legge di modifica statutaria può essere promulgata e quindi entrare in vigore:
1)qualora non sia stata avanzata alcuna richiesta di referendum, allo scadere dei 90 giorni,;
2)nel caso di richiesta di referendum, dopo la celebrazione della consultazione, ovviamente nel caso in cui la modifica sia stata approvata nel referendum con la maggioranza dei voti validi.
Nel caso che ci occupa le modifiche allo Statuto sono state approvate nel modo seguente ed hanno seguito questo iter:
–1° approvazione consiliare: Deliberazione n. 8 del 20/01/2015;
–2° approvazione consiliare: Deliberazione n. 26 del 30/03/2015;
–pubblicazione della deliberazione statutaria sul B.U.R.C.: 03/04/2015;
–scadenza del termine di 90 giorni per la presentazione di richiesta di referendum: giovedì 02/07/2015.
Quindi, se non viene presentata richiesta di referendum (cosa ormai improbabile), Oliverio potrebbe già promulgare la LEGGE contenente le modifiche statutarie il venerdì 03/07/2015.
A quel punto, le Deliberazione Consiliare, assunta la forma di LEGGE REGIONALE, dovrebbe essere a sua volta pubblicata sul B.U.R.C. come LEGGE REGIONALE (presumibilmente sabato 04/07/2015?).
Detto questo, bisogna precisare che la legge modificativa non entra in vigore subito, ma dopo quindici giorni dalla sua pubblicazione come LEGGE REGIONALE di modifica dello statuto, poiché questa deliberazione specifica non ha previsto l’entrata in vigore immediata (a norma dell’art. 41 dello Statuto stesso “1. La legge regionale è promulgata dal Presidente della Giunta entro dieci giorni dalla sua approvazione, è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione entro i successivi dieci giorni ed entra in vigore quindici giorni dopo la sua pubblicazione, salvo che la legge stessa preveda un termine diverso”).
Quindi, il varo della Giunta Oliverio “new style” non potrà tecnicamente avvenire prima di domenica 19 luglio (qualora la LEGGE di modifica statutaria venga promulgata in tempi brevissimi il 3 e venga pubblicata il 4 luglio).
Resta ovviamente la possibilità che Oliverio nomini la giunta prima dell’entrata in vigore della riforma, secondo il vecchio schema (max 6 assessori, di cui max 3 esterni), e proceda poi a nomine integrative.
Fin qui il riepilogo inerente le modifiche statutarie.
Di certo, nelle mani di Oliverio passa il futuro dell’attuale Governo regionale e, di riflesso, il destino della forza maggioritaria della coalizione, ovvero il Pd, finito di nuovo sulla graticola dopo le dimissioni degli assessori De Gaetano e Ciconte, che vanno a rendere praticamente nulla una giunta già incompleta e al centro delle polemiche.
Oliverio, infatti, ha promesso una Giunta profondamente rinnovata e composta da figure che non hanno mai avuto incarichi di governo. Se saprà scegliere, potrà finalmente ricucire un rapporto con un Governo nazionale che benché sia dello stesso colore politico, non è mai stato particolarmente tenero con la fu Giunta Oliverio e nemmeno col suo governatore.
Gli esempi sono tanti: dalla nomina del commissario regionale alla Sanità (settore che assorbe la maggior parte delle risorse regionali) che fu prima osteggiata e poi subìta dal Governatore, e tanti altri casi, tra cui la scomparsa delle deroghe per i precari calabresi dal testo del decreto sugli Enti Locali, varato qualche giorno fa e in fase di conversione in legge, per il quale gli Lsu-Lpu della nostra regione sperano in emendamenti sostanziali, magari promossi proprio dalla deputazione calabrese.
A proposito di deputazione calabrese: questa è composta anche dal segretario del Pd calabrese Ernesto Magorno, la cui linea “cerchiobottista” ed eccessivamente prudente non piace più a Matteo Renzi, che sta facendo esaminare dal suo pool di avvocati l’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Erga Omnes” per avere un quadro più preciso della posizione di Nino De Gaetano, e non disdegnerebbe di affiancare allo stesso Magorno, nella conduzione del partito calabrese, una sorta di “tutor”.
Il Corriere della Calabria oggi ipotizza per questo ruolo i nomi di Ernesto Carbone e Maria Carmela Lanzetta.
Ma al di là di chi sarà, eventualmente, chiamato a rivestire tale compito, resta il fatto che sia a palazzo Chigi che al Largo del Nazareno questo Pd calabrese e questa Regione piacciono sempre di meno.
Ad Oliverio, appunto, il compito di recuperare rispetto a uno scollamento che, ad oggi, appare evidente.