di Gianluca Albanese
SIDERNO – Panetta suona l’adunata, e la sinistra sidernese risponde. Buona la partecipazione delle forze progressiste cittadine, che hanno animato il dibattito che ha avuto luogo questa sera nella sala delle adunanze del palazzo municipale, dopo la cerimonia d’inaugurazione del circolo “Berlinguer”. Molte le idee espresse nel corso degli interventi, come sempre frutto di una sinistra plurale che però cerca e vuole un denominatore comune, avendo ben presenti le proprie peculiarità (lotta al neoliberismo globale, all’Europa dei banchieri, alle politiche del Governo nazionale che penalizzano il Sud, al precariato diffuso e alla povertà in tutte le sue forme) e i suoi avversari, dal blocco centrista che dal Pd si trasformerà in “Partito della Nazione” al populismo – così è stato definito – della Destra di Salvini, ma anche la consapevolezza di essere alternativa dal Movimento 5Stelle.
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Anche in questa occasione, è stato Mimmo Panetta ad aprire le danze, esprimendo il «Desiderio – ha detto – di animare il dibattito sulla ricostruzione della sinistra partendo dall’analisi dei fatti mondiali. Bisogna capire – ha proseguito – gli errori fatti dalla Sinistra in questi anni per superarli, a partire dall’eccessiva frammentazione: quando c’era una Sinistra forte – ha detto – i lavoratori avevano molti più diritti e ora non basta una sommatoria di sigle per riproporre una Sinistra autorevole, ma una consapevolezza dell’esigenza di unità. Basta con i presidenti del Consiglio non eletti e non vogliamo più riforme elettorali che premiano solo i partiti maggiori: il nuovo indirizzo per il futuro dei progressisti può e deve partire da qui».
Non manca un riferimento al Governo regionale.
«La Questione Morale rende poco credibile la politica calabrese, e quando succedono fatti come quelli che hanno investito la Giunta regionale, dalla quale – ha detto Panetta – la Sinistra è stata esclusa due volte, il rischio è che aumenti l’astensionismo perché la gente non crede più nella politica, ecco perché dobbiamo essere capaci di costruire un percorso comune non solo in prossimità delle elezioni, ma per preparare l’alternativa al governo del Paese».
La segretaria di “Fattore Comune” Teresa Ferraro ha puntato l’indice contro «L’Austerità imposta che ha come conseguenza l’aumento di povertà e disoccupazione. I Governi – ha detto – scaricano sui popoli i loro fallimenti, e in Italia nessuno tiene più conto della Questione Meridionale. Il Pd e la grande stampa nazionale – ha proseguito – beffano il Sud, evidenziando solo la questione criminale, ma senza attuare politiche di rilancio del Mezzogiorno. Servono partiti veri e non pacchetti di tessere ad uso e consumo dei leader. Gli stessi congressi basati solo sulle mozioni – ha continuato Ferraro – servono solo come conta tra le correnti e allora, oggi più che mai, serva un partito di massa al quale si aderisce per scelta politica e non inseguendo clientele e questo si potrà realizzare solo unendo le tante realtà di sinistra in un unico grande partito».
Dopo la relazione della Ferraro è iniziato il vero e proprio dibattito.
Il primo a intervenire è stato il civatiano Silvio Frascà, fondatore del primo circolo territoriale di “Possibile”, che ha detto che «Vogliamo essere diversi dal “Partito-Stato” che pur di governare è disposto a fare qualsiasi cosa e sono contento che anche Sel si stia mettendo in discussione e comprenda l’esigenza di creare qualcosa di diverso mediante un dialogo costante con tutti i soggetti plurali della Sinistra per creare un soggetto dinamico e in grado di intercettare le istanze di chi ha voglia di una Sinistra forte e rinnovata».
Pietro Sergi, natilese trapiantato a Imola, è sceso apposta per portare il messaggio di “Futuro a Sinistra”, il nuovo soggetto politico che fa capo a Stefano Fassina.
«Sabato scorso ho parlato al “Palladium” con Fassina – ha detto – e insieme abbiamo concordato di ripartire dal Sud per creare un soggetto politico nuovo e in chiara discontinuità con l’esistente, che vuole cambiare il Paese e non solo la legge elettorale». Quindi, preannunciando una prossima iniziativa con Fassina nella Locride, Sergi ha spiegato il senso del suo impegno politico.
«Ho lasciato il Pd dopo anni di militanza perché non mi ci riconosco più. Oggi torno nella mia terra con un rinnovato impegno politico: a Imola non hanno bisogno di me; qui, invece, c’è molto da fare».
Tra il pubblico, molte le presenze di spessore, dall’attivista anti-ndrangheta Mario Congiusta, al vicesindaco di Gioiosa Ionica Maurizio Zavaglia, passando per il segretario del circolo del Pd di Roccella Mimmo Bova e il sindacalista Bruno Malgeri.
La storica sostenitrice di Mimmo Panetta Franca Bolognino, ha espresso un plauso per il nuovo corso dell’amministrazione comunale, avviato dopo la vittoria del sindaco Fuda, e ha invitato tutti «A riscoprire Marx, Gramsci e l’enciclica “Rerum Novarum”, senza vergognarci della nostre origini ideologiche, e ripartendo dalla politica fatta per il bene comune e non per gli interessi dei singoli».
E se il presidente di Siderno Libera Sandro Siciliano ha accolto l’invito a «Trovare – ha detto – un denominatore comune per tutte le anime della sinistra», invitando altresì a «Riappropriarci del territorio», particolarmente lucida e articolata è stata l’analisi di Sasà Albanese, che proprio in “Fattore Comune” ha ritrovato il proprio spazio e una rinnovata voglia di impegnarsi politicamente in prima persona.
Di iniziative comuni per cercare di riunificare la sinistra ne ha vissute e promosse tante, e ora non appare più disposto a tollerare nuovi errori.
«Ecco perché – ha spiegato Albanese – non serve più guardare al passato. Piuttosto – ha proseguito – bisogna ripartire dal territorio azzerando i vertici dei partiti, mediante un modello nuovo basato proprio sull’esperienza di “Fattore Comune” che può essere traslata ben oltre il territorio cittadino. La politica piramidale – ha proseguito – ha fatto gli interessi solo dei vertici dei partiti, alimentando il sistema corrotto delle clientele. Ora basta. Occorre fare rete tra le realtà territoriali e tagliare la testa ai partiti, perché non possiamo lasciare ai 5Stelle l’esclusiva della lotta ai privilegi della “casta”».
Non manca un invito diretto al sindaco Fuda: «Nell’assegnare gli incarichi – ha detto Albanese – adotti un principio di rotazione e non i soliti “amici”, così non scontenterà nessuno» e un riferimento all’esigenza di superare i personalismi: «Quand’era segretario generale della Cgil – ha detto- Sergio Cofferati era il mio riferimento politico. Poi, da sindaco di Bologna ha fatto molti danni, per poi rientrare silenziosamente nel Pd e uscire allo scoperto in maniera critica solo dopo essere stato toccato sul piano personale. Dei personalismi e delle vanità dei singoli la nuova Sinistra non ha proprio bisogno».
Il dibattito è proseguito a lungo, e si sono registrati altri qualificati interventi, tra cui quello della capogruppo in consiglio comunale Rita Commisso.
Ora, la sensazione diffusa è che il processo appena avviato debba proseguire in tempi rapidi, affinché quella partita oggi non sia l’ennesima occasione persa per una Sinistra in cerca di unità e di una presenza forte nel panorama politico locale, regionale e nazionale.