di Antonio Baldari
PAZZANO-I veleni della campagna elettorale prima e la tensione per il risultato conseguito dopo segnano ormai il passo e sembrano appartenere a ricordi ormai lontani nel tempo, nonostante sia trascorso poco più di un mese da quella fatidica domenica, 31 maggio, in cui Sandrino Taverniti ha avuto la meglio per oltre trenta voti sulla sua competitor, Lucia Spagnolo; eh sì, sembrano ricordi ormai lontani posto che la nuova compagine amministrativa guidata dall’ex sindacalista cigiellino ha subito impresso le marce alte ad un governo cittadino che, come d’incanto, è uscito dal ghetto in cui era andato colpevolmente ad infilarsi particolarmente negli ultimi cinque anni, recitando un ruolo di secondo, per non dire di terzo, piano a cominciare da quel riduttivo accordo con la vicina Bivongi per la gestione associata dei servizi di funzione, che ha denotato un chiaro arroccamento ed un pauroso salto all’indietro di oltre cinquant’anni.
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Oggi, le cose stanno pian pianino cambiando considerando il fatto che Taverniti & co. hanno già fatto segnare un duplice colpo positivo sotto il profilo squisitamente politico: la partecipazione al workshop organizzato dal Gal Alta Locride lo scorso 9 giugno, presso una nota struttura alberghiera di Riace, avente a tema la valorizzazione delle tipicità locali proposte dalle aziende del territorio che va dallo Stilaro all’Allaro raggiungendo Roccella Jonica; secondariamente l’essere stato il paese ospitante il primo di una serie di incontri concernenti l’ormai prossima città metropolitana, con annessa area che fa capo all’intero territorio provinciale, che ha visto Taverniti fare gli onori di casa, proprio in questo assecondato da una forse troppo timida ma ad ogni buon conto propositiva capogruppo di minoranza, quella stessa Spagnolo di cui si diceva pocanzi che ha giustamente inteso far sentire la propria voce.
Non c’è che dire, è stato un bell’uno-due messo a segno dalla nuova amministrazione comunale di Pazzano, fra Riace ed il meeting di un mese dopo in casa, che hanno dato la stura al nuovo corso che si intende praticare da qui in avanti provando a contare qualcosa in più e a non subire supinamente come nel recente passato, e soprattutto a partecipare molto più assiduamente ai consessi istituzionali per i quali si riesce a portare a casa qualche soldino da investire sulla propria superficie comunale e, perché no!, riconsiderare il proprio ruolo nell’assetto socio-istituzionale più ampio dell’attuale provincia nonché imminente città metropolitana, come detto, contando certamente di più con la propria storia, arte e cultura, e non già andando a ricasco di chi, forse, sta pure peggio.