di Maria Paola Sorace*
Egregio Direttore, Ancora una volta, riferendosi alla mia qualità di presidente della cooperativa Pathos , Ella mi identifica come “la nipote di Ilario Ammendolia”. E’ vero e ne sono onorata! Ciò detto preciso che io sono Maria Paola Sorace, figlia di Giulio Sorace, conosciuto in tutto il paese per aver lavorato onestamente sino alla morte.
{loadposition articolointerno, rounded}
Personalmente lavoro sin dall’età di 18 anni, come socia di una cooperativa con tutti i problemi che ciò comporta in una zona difficile come la nostra.
Trenta anni di assiduo lavoro nel settore, rappresentano l’assoluta garanzia della nostra serietà.
In passato, per difficoltà di bilancio e la crisi della “Cossea” ho dovuto rinunciare ad anni di stipendio e ciò può essere verificato dalla visione dei libri contabili depositati presso il Tribunale di Locri..
Se mio zio fosse stato uno dei tanti politicanti in giro per la Calabria, sarebbe riuscito certamente ad impiegarmi in un posto pubblico, per percepire uno stipendio certo.
Non è stato così!
Né lui l’ha fatto, né io l’ho chiesto.
Piaccia o non piaccia, la stessa cosa ha fatto con i suoi stessi figli che, nonostante laureati, vivono la problematica di tutti i giovani della Locride.
Ho sempre contato e conto solo e soltanto sul mio lavoro, sulle mie competenze, sulla serietà e professionalità dei soci della mia cooperativa.
Infatti la Pathos è impegnata in tanti comuni della nostra provincia, apprezzata sempre e ovunque.
Non ha mai avuto una assegnazione diretta ma ha solo partecipato a bandi pubblici.
Avremmo l’aspirazione e l’ambizione di crescere e creare lavoro.
Per quanto il bando di Siderno relativo ad una eventuale gestione di minori non accompagnati, la Pathos si è limitata a partecipare, nelle forme e nei modi consentiti dalla legge ed ispirati a criteri di assoluta limpidezza al bando.
In questa circostanza la Pathos ha partecipato al bando, associandosi con la cooperativa Nuove Frontiere costituita ad hoc e solo per motivi organizzativi, contabili e di maggiore e rigorosa trasparenza.
Ella sa che solo gli imbroglioni ed i mafiosi debbono ricorre a qualche prestanome.
Non è il nostro caso.
Dov’ è l’imbroglio, il familismo, lo scandalo?
La stessa, identica procedura è stata seguita in migliaia di casi analoghi partendo da “Libera” di Don Ciotti .
Basterebbe rivolgersi ad un esperto del settore, oppure alla lega delle cooperative per comprendere l’assoluta correttezza della procedura da noi seguita.
Se permanessero dubbi, sarebbe il caso di rivolgersi alla procura della Repubblica che dista solo cinque chilometri da Siderno.
La Pathos, anche in questa circostanza, non ha chiesto niente a nessuno e nessuno ha dato niente.
Se a Siderno però dessimo fastidio oppure “qualcuno” ritiene la città “off limits”, basta dirlo e toglieremo subito il fastidio.
Non è il suo caso, signor Direttore, ma concorderà con me che spesso io sia stata attaccata solo per poter colpire Ilario Ammnedolia,.
Lo comprendo!
La sua lunga, disinteressata ed apprezzata attività politica prima ed il suo coraggioso e non banale impegno giornalistico oggi irrita molti .
Infine ,mio zio è stato il sindaco dell’accoglienza.
Le chiedo, signor direttore, di parlare con i tanti migranti “accolti” dal sindaco Ammendolia.
Molti sono ancora a Caulonia e gli altri quasi tutti raggiungibili telefonicamente.
Scoprirà delle cose interessanti che Ilario Ammendolia non ha mia voluto rendere pubbliche.
Scoprirà che c’è un “mondo” dove la generosità e il disinteresse non vengono propagandati ma esistono.
E questo mondo si cerca di colpire perché politicamente e culturalmente ad altro livello.
Ringraziandola per la sua ospitalità, Le porgo distinti saluti
*: presidente cooperativa sociale Pathos
Fin qui la replica della signora Sorace, pubblicata integralmente.
La stessa non spiega però, se non con generico riferimento a non meglio precisati “motivi organizzativi, contabili e di maggiore e rigorosa trasparenza” le ragioni per cui abbia dovuto costituire, con una tempistica a dir poco discutibile, una nuova e “parallela” cooperativa come “Nuove Frontiere”, assumendone la vice presidenza di un Cda presieduto dal cugino Giuseppe Ammendolia, detto Luca, raggruppandola “temporaneamente” con la Pathos.
È questo che vogliamo sapere e non ci interessa attaccare alcuno, men che meno Ilario Ammendolia.
Dunque, rimaniamo ancora in attesa di una risposta più circostanziata, magari dal sindaco Fuda o dai suoi assessori, che fino ad ora hanno mantenuto, sulla vicenda, un imbarazzante silenzio.
direttore@lentelocale.it