di Romolo Piscioneri*
REGGIO CALABRIA – C’è un’Azienda che versa in una vera paralisi operativa che dal centro si riflette sui territori, trascinando un’intera provincia verso la totale inefficienza. Si tengono comportamenti ingiustificati che depotenziano i tre Distretti della provincia di Reggio Calabria, che, al contrario, dovrebbero diventare veri soggetti di gestione territoriale, il cuore delle politiche forestali, con un ruolo di collegamento tra i diversi soggetti presenti sul territorio.
{loadposition articolointerno, rounded}
Collaborazione, che torna utile, se si vuole fare una progettazione carica di quei contenuti necessari per meglio gestire le risorse Europee, destinati all’ambiente e tutela del territorio.
E’ tempo di pensare in modo innovativo per ideare buoni e utili interventi con progetti a vantaggio esclusivo della gente.
Dopo quindici mesi, se la nuova Azienda, in questa provincia, non riesce a produrre efficienza organizzativa e continua a seminare demotivazione tra i lavoratori e gli impiegati, significa che qualcosa non va per il verso giusto.
Ecco alcuni buoni motivi, che rendono evidente le ragioni dell’inadeguatezza di questa classe dirigente, che per questa specifica provincia, dimostra poca attenzione e superficialità:
• Cantieri in totale abbandono ( ormai da anni, non si compra un “chiodo” o materiale occorrente, per svolgere normalmente il lavoro);
• Progettazione inadeguata per non dire inesistente ( non si fanno veri interventi di tutela contro il dissesto idrogeologico, sostenibili, verificabili, controllabili, certi che un così grande capitale umano chiede di non essere lasciato improduttivo);
• Negazione di diritti ai lavoratori ( inspiegabile, come a capi squadra e capi operai di questa provincia non gli venga pagata l’indennità di facente funzione, così come avviene nelle altre province, o c’è il netto diniego al riconoscimento di mansioni superiori per molti lavoratori di cantiere, che ne rivendicano con prove giusta titolarità);
• Uffici fatiscenti e gestione del personale impiegatizio senza un minimo di programmazione e organizzazione dei servizi ( colletta tra i dipendenti per la pulizia dei locali, scarsa attrezzatura informatica e telefonica, carenza negli arredi e strumentazione per il buon andamento degli uffici, no differenza stipendiale per lo svolgimento di mansione superiore rispetto alla qualifica posseduta, no equiparazione delle qualifiche tra i diversi regimi contrattuali applicati, tra chi svolge medesime funzioni );
• Direzioni lavori che difettano del necessario per garantire il normale funzionamento dei cantieri e adeguato governo di tutte le attività lavorative, prodotte sull’intero territorio provinciale;
• Eccessivo centralismo e burocrazia asfissiante ( lavoratori che per un semplice protocollo o richiesta documentale si devono recare di persona negli uffici della sede regionale a Catanzaro) .
A quest’ ultimo proposito, forse non è superfluo, pensare a qualche correttivo da inserire nella legge istitutiva di Azienda Calabria Verde, che sconfina verso ruoli di centralismo, poco adatto e non in linea con le esigenze del settore.
Non si possono più tollerare comportamenti laceranti e invalidanti per tutta la forestazione della provincia di Reggio Calabria, prova ne è che i disagi procurati sono giunti al punto di far maturare l’idea tra tutti i lavoratori, di una specifica mobilitazione, spontanea e fuori da schemi di possibile governo sindacale.
Su questi argomenti, questa federazione provinciale, non lascia soli i lavoratori, che con forza, in questi giorni, stanno chiedendo un impegno alla politica e al sindacato affinché il settore non muoia, così come lentamente e silenziosamente si sta verificando.
Invochiamo una gestione trasparente e nuova, per sperare di avere nuove assunzioni che garantiscano un ricambio generazionale oculato, governato, programmato.
Su questo siamo impegnati e per questo ci batteremo.