di Antonio Baldari
BIVONGI – Se a Gioiosa Jonica è in corso il torneo dei “cittadini del mondo” con gli immigrati ed i richiedenti asilo impegnati nella disputa del torneo degli Sprar, a Bivongi, invece, è ancora una volta rissa per una partita di calcio allo stadio “Domenico Murdolo”, teatro di un memorial per commemorare dei cari amici che non ci sono più e di cui si è in tempi non sospetti inteso onorarne la memoria. Purtroppo, però, anche una situazione apparentemente tranquilla, e che certamente mai si sarebbe pensato degenerasse, è divenuta una rissa furibonda fra i giocatori in campo, per lo più ragazzi, fra cui molti fra i richiedenti asilo e/o rifugiati che sono ospiti proprio nella cittadina reggina dello Stilaro da oltre un anno.
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Che poi se le sono date di santa ragione anche fra di loro, andando a sviluppare il seguito nei pressi dei locali di un bar cittadino dove sono volate anche delle sedie oltre a parole grosse e pesanti ceffoni; insomma, un ulteriore momento di disagio a metà del cammino progettuale iniziato nel luglio dello scorso anno e che dovrebbe concludersi nel 2016, peraltro tenendo in considerazione la richiesta di ampliamento formalmente avanzata dal Comune di Bivongi e che quindi lascerebbe pensare ad una continuazione dell’iniziativa.
Che ad ogni buon conto, alla luce di quanto verificatosi proprio in occasione della partita-ricordo del “Murdolo”, impone un più severo e quanto mai efficace intervento perché l’accoglienza e riflessiva integrazione dia ben altri esiti rispetto a quelli sin qui registrati, a cominciare da un uso maggiore della lingua italiana, visto che per lo più questi trenta ragazzi si esprimono in lingua inglese, per non dire di un più fattivo coinvolgimento nelle iniziative quotidiane delle varie associazioni. Non considerando alcuni momenti vissuti con la parrocchia ed il corso per cuoco, rivolto ad uno solo dei ragazzi in questione, poco o nulla è stato fatto perché fossero cittadini “normali” e non degli estranei.
O forestieri, o “nigri”, come per lo più vengono con freddo distacco definiti, la dice lunga sullo stato di intolleranza che, purtroppo, serpeggia con sempre maggiore e strisciante evidenza nella comunità di Bivongi, dove cresce la volontà di vederli andare via. Senza appello.