Casignana ha raggiunto il limite di conferimento autorizzato dal commissario per l’emergenza rifiuti Vincenzo Speranza, la discarica, da oggi dovrebbe essere chiusa. Già, è il caso di usare il condizionale, dato che nella riunione di questo pomeriggio alla Regione fra il presidente Giuseppe Scopelliti, il commissario per l’emergenza rifiuti Speranza e l’assessore all’ambiente Francesco Pugliano è stato deciso che: Casignana rimarrà aperta per i prossimi quindici giorni, tempo necessario per consentire l’entrata a regime della discarica di Pianopoli.
Una scelta che lascia un po’ sorpresi, visto che fino a due giorni fa le alternative prese in considerazione dai piani alti della politica erano di tutt’altra natura. Infatti, le soluzioni che il commissario Speranza insieme al presidente Scopelliti e all’assessore Pugliano stavano valutando erano due, anche se una sola quella che prevedeva margini di attuazione e cioè la possibilità che i rifiuti calabresi fossero trasferiti in questo lasso di tempo nelle discariche della regione Puglia, ovviamente con un conseguente aggravio della spesa di trasporto, questo, però, solo la richiesta fosse stata accettata. La seconda e ben più ardimentosa possibilità, che ovviamente sottintendeva una presa di responsabilità ben più grave, consisteva, lo ricordiamo, nell’individuazione da parte dei cinque prefetti calabresi, di altrettante aree di stoccaggio, una per ogni provincia, dove accantonare, almeno fino a emergenza conclusa, i rifiuti prodotti nei prossimi venti giorni. Difficile da attuare, dicevamo, in quanto le possibili aree di stoccaggio sarebbero dovute essere individuate in siti specifici come, ad esempio discariche chiuse, decisione che avrebbe implicato alcune serie valutazioni di rischio, una fra tutte la previsione di rischio ambientale e sanitario che ne consegue dalla formazione di percolato. È da prendere in seria considerazione che nelle condizioni attuali, la chiusura del sito e l’attuale condizione di mancanza di uno alternativo, Siderno non è a regime Melicuccà e Scala coeli sono sotto sequestro e Pianopoli è in attesa di riaprire, avrebbe provocato, almeno fino alla riapertura di Pianopoli una gravissima emergenza rifiuti con un conseguente pericolo per la salute pubblica. D’altro canto però, c’è già chi insinua i primi dubbi sulla soluzione adottata in extremis dai vertici regionali. Sembrerebbe, infatti, che i quindici giorni previsti per far fronte all’ennesima emergenza rifiuti non basteranno al sito di Pianopoli per riprendere a lavorare a pieno ritmo, inoltre se non si troveranno delle soluzioni serie e durature, non si farà altro che riproporre la situazione toccata alla discarica di Casignana. I siti in questione hanno, infatti, una capienza limitata e non ci vorrà moltissimo tempo prima che anche Pianopoli arrivi a saturazione. Abbiamo un’unica possibilità imposta dal buon senso e dall’Unione Europea, ed è la raccolta differenziata, l’unica possibilità per portare l’intera regione fuori da un’emergenza che dura ormai da 16 anni e anche se non si vuol fa ricadere le colpe su un unico capro espiatorio, è pur vero che è da intercettare in questi anni di cattiva gestione una responsabilità politica e amministrativa da parte di tutte le componenti politiche di ogni livello amministrativo, perché di esempi virtuosi nella Locride ce ne sono e non hanno atteso né consorzi né maxi finanziamenti.
ADELINA B. SCORDA
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