di Gianluca Albanese
STILO – Per una sera la grande musica è sbarcata nella Locride. Grazie al lodevolissimo impegno dell’associazione che ha organizzato i festeggiamenti per le feste patronali, ieri sera a Stilo si è esibito uno dei gruppi più apprezzati del panorama musicale del folk-rock: la Bandabardò.
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Il gruppo toscano ha entusiasmato il folto pubblico riassumendo in oltre due ore di elettrizzante concerto, gli oltre vent’anni di attività della band, unica nel suo genere per qualità e respiro internazionale, complice la formazione cosmopolita di Enrico Greppi, in arte Erriquez, che dopo aver dato vita, nei primi anni ’90, al sodalizio vincente con l’eccellente chitarrista Alessandro Finazzo, detto Finaz, ha sfondato le classifiche di gradimento in tutta Italia, con significative esibizioni anche all’estero.
Supportati dai Marvanza Reggae Sound, saliti per primi sul palco a esibirsi in un mini concerto in cui hanno riproposto alcuni dei classici del loro repertorio reggae, come “Cimetta”, “N’euro” e “Legalizzala”, i sette della Bandabardò hanno subito scaldato i cuori col brano d’esordio “Manifesto“, per poi passare, rapidamente, a una scaletta in cui, in rigoroso ordine cronologico, sono stati proposti due brani per ogni album inciso.
Erriquez, nonostante il metro e novanta di statura, e i 55 anni all’anagrafe, ha cantato, ballato e dialogato col pubblico in maniera costante, introducendo la scelta dei due brani per ogni album con riferimenti storici all’anno di pubblicazione.
Controcorrente senza mai essere volgare, originale senza scadere nello spirito elitario, la Bandabardò ha trascinato il pubblico di ogni età con brani ormai entrati nel cuore di tutti, da “Cuore a metà“, a “Ubriaco canta amore”, da “Vento in faccia” a “Mojito Football Club“, passando per “W Fernandez” (omaggio al re dei “freakkettoni”), “Il mistico“, “Mama nonmama“, “Bambine cattive“, “Balla ancora“, “Il mago scaccianuvole“, “Rosa Luxemburg” e un paio di brani dell’ultimo album “L’impossibile“.
E siccome la Bandabardò è unica e originale in tutto, dopo aver concluso la prima parte dello spettacolo, con la scaletta “ufficiale”, invece di guadagnare il back stage – come fanno tutti – in attesa del crescendo finale, si è trattenuta sul palco a dissetarsi con le bibite versate da un barman, ascoltando “That’s amore”.
Il finale, poi, è stata un’esplosione di entusiasmo, nel quale tutti gli schemi sono stati rotti, e il pubblico si è entusiasmato e appassionato sempre di più, con grandi classici come “20 bottiglie di vino“, “Sempre allegri” e l’immancabile conclusione con “Beppeanna“, riconosciuta dai fans già dal primo “riff” della chitarra di Finaz, tanto che, come sempre accade ai loro concerti, la prima strofa è stata cantata da un pubblico letteralmente in delirio, elettrizzato dal celeberrimo “Attenziò, concentraziò, ritmo è vitalità”.
Alla fine, i moltissimi estimatori della Bandabardò sono stati consci di aver assistito a uno dei concerti più belli della vita, e forse il segreto sta proprio nella capacità dei membri della band toscana, di divertirsi sul palco come se fosse la prima volta, nonostante sia la millesima e passa tappa di un tour infinito.
Ma non solo.
Quando le luci del palco si sono spente, Erriquez, Finaz, Ramon e tutti gli altri, hanno passeggiato tranquillamente per le vie di Stilo, senza darsi arie da star, concedendosi agli abbracci, agli autografi e alle foto con i propri estimatori, in maniera tranquilla e disponibile.
Ecco perché la Bandabardò è unica: è fatta da persone vere, ancor prima che da valenti musicisti.
E un plauso e un ringraziamento particolare va rivolto ai ragazzi dell’associazione che ha organizzato l’evento, che nonostante le contenute disponibilità economiche tipiche di chi opera in tempi come questi e in piccolo centro abitato da meno di tremila cittadini, ha regalato una serata di grandissima musica a migliaia di appassionati, giunti da ogni angolo della costa ionica.