di Antonio Baldari
STILO – “Ringrazio i miei confratelli, padre Salvatore e don Zefferino, che dopo nove anni e mezzo crocifisso in croce mi hanno dato la gioia di essere qui in questa celebrazione eucaristica, per il mio ardore sacerdotale e per parlare di Gigi Marulla, avevo comunque portato il megafono se non avessi avuto la possibilità di parlare lo avrei fatto con quello, ce l’ho in macchina…”, e giù scroscianti applausi per padre Fedele Bisceglia, per un giorno a Stilo in occasione del trigesimo dalla scomparsa del bomber della “Città del Sole”, Gigi Marulla, celebrato nel santuario diocesano di San Giovanni Thersytis di Stilo, colmo di gente come poche altre volte durante l’anno, in testa la straziata famiglia del campione stilese.
Sul presbiterio, il frate ci sale proprio per l’invito dei due sacerdoti concelebranti che dànno la possibilità di tenere l’omelia in onore del “campione di tutti”, GiggiMarù che ha visto anche un nugolo ristretto di amici provenienti da Cosenza, insieme alla moglie dell’indimenticato campione, la signora Antonella, ed i due splendidi figli, Kevin e Ylenia, “Sono qui a Stilo con grande piacere dove sono stato un anno per la novena all’Immacolata e ricordo soprattutto il calore di tutti voi e di quando mi davate, ogni mattina, il goccino di anice come si usa da voi in quel periodo – ha ripreso padre Fedele – peccato che il priore (Giorgio Speziale, ndr) abbia già provveduto per quest’anno con il predicatore ma ci rivedremo presto, ho in mente qualcosa che però non vi dico adesso, ne parleremo anche dopo, con il sindaco, ho delle idee nel nome di Gigi Marulla, che ci ha fatto gioire per i tanti goals che ha segnato, quanti ne ha segnati ma c’è qualcosa che non tutti sanno del grande attaccante che era grande uomo…”.
Un fiume in piena il frate cosentino, giornalista e fra gli ultras dei lupi bruzi all’ormai ex “San Vito”, che sarà stadio “Gigi Marulla” a furor di popolo “E guardate che non è facile avere un beniamino calcistico ma noi sì, con Gigi Marulla, che ha pure sofferto tanto, non crediate – ha ripreso – ma egli era davvero un grande, il pioniere sull’autostrada della solidarietà perché sapete quanti ragazzi ha cacciato dalle strade, dalla droga, e lo dico a Voi ragazzi – rivolgendosi ai giovani calciatori della Stilese, presente anche con alcuni dirigenti – non cadete nella trappola della droga, un’autostrada senza ritorno”; e poi ancora paterno, padre Fedele, con la signora Antonella ed i figli Kevin e Ylenia, “Perché dovete essere fieri di avere avuto come marito e come padre Gigi, non perdetevi nel dolore ma pregatelo, e lui dal cielo saprà darvi consolazione”.
Una celebrazione, insomma, centrata sul clou del frate francescano che ha poi ripreso il suo posto sul presbiterio per lasciare la scena al resto della liturgia, come sempre egregiamente animata dal Coro liturgico parrocchiale diretto dal maestro Luigi Stillitano, con canti e preghiere che hanno poi ceduto il passo al ricordo nelle parole del sindaco di Stilo, Giancarlo Miriello, visibilmente emozionato nel ricordare “il calciatore ed amico Gigi Marulla, ricordo i tanti viaggi in nave, ogni domenica, per andare ad Acireale – così il primo cittadino stilese – ma Gigi ha segnato un’epoca per Stilo, un uomo che ha dato lustro al paese e che, con la morte che lo ha colto all’improvviso, ha visto tutto il calcio italiano in lutto per quel grande campione che era e che rimarrà sempre nel cuore di tutta la comunità”.