VITA DA PENDOLARI/1. FRANCESCO, STUDENTE PENDOLARE: “LA STAZIONE E’ IL LUOGO DEGLI INCONTRI E DELL’IMPREVEDIBILITA’”.
TRA I DISSERVIZI E LA “LIBERTA’” DI VIAGGIARE.
Basta solo un giorno da “pendolare” della Locride e già sono esausta, eppure viaggiare è tra i miei hobby preferiti. Ma ci sono viaggi e viaggi. E la vita da pendolare, in effetti, non è bellissima. Avrebbe il suo fascino se ci fossero le condizioni ottimali, o almeno, non ci fossero tutte quelle criticità che affronta quotidianamente chi è costretto a viaggiare da nord a sud della Locride e per tutta la Regione. Saliamo anche noi a bordo del treno, una locomotiva dell’ultima generazione, direi, perché forse qui Trenitalia ci viene proprio poco a constatare lo stato dei mezzi di trasporto. Sarà l’inciviltà sarà la trascuratezza, i treni sono in condizioni non del tutto ideali per le persone civili, non diciamo pessime, altrimenti, rischiamo che qualcuno ci dica che stiamo esagerando. Ma sarà che noi abbiamo la “lente” d’ingrandimento e, quello che molti non vedono e tralasciano, noi di Lente locale, lo vediamo. Prima di salire a bordo con Francesco, uno studente originario di Bovalino, frequentante la scuola di secondo grado a Locri, 17 anni li compierà a marzo, da tre anni che viaggia, ci addentriamo proprio nelle stazioni ferroviarie per vedere con i nostri occhi, lo stato attuale.
LA STAZIONE DI LOCRI.
Locri è la nostra prima “fermata”. Situata al centro della città, dove molti si riunivano perché era un luogo di riferimento, la stazione ferroviaria di Locri, è stata ristrutturata e rimodernata nel 2007, attraverso le opere programmate da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), e i lavori co-finanziati con i fondi POR (Piano Operativo Regionale) della Regione Calabria per la realizzazione di interventi infrastrutturali ferroviari e successivamente l’intervento è stato fatto sulla costruzione dei sottopassaggi. Dall’esterno la stazione si presenta in ottimo stato, architettonicamente è in armonia con tutta la struttura che viene anticipata da una piazzola a semicerchio ed un portico colonnato, richiamando sull’edificio la storia di Locri Epizephiry con la collocazione di quattro pinakes. La storia però, a volte, non basta per rendere preziosa e bella un’opera, se non accosti la civiltà. E quella sembrerebbe mancare. All’apparenza e, rispetto a molti altri luoghi, la stazione locrese è dignitosa, ma è sostando qualche ora, soprattutto al calar della sera, che l’inquietudine e le barbarie fanno da padrone. Mentre ammiriamo lo stile architettonico, le colonne, le mattonelle chiare che danno lucentezza, se appena lavate, altrimenti il pavimento assume le sembianze di un tappeto color grigio- nero, ci scappa la pipì. Capita a tutti. Prima di trovare le toilette, sarebbe più “conveniente”, solo per gli uomini, però, andare nel sottopassaggio dove, ci fa notare il nostro amico e compagno “pendolare”, è divenuto il bagno per molti extracomunitari e non solo, anche italiani, che non solo hanno scambiato il posto per un orinatoio ma spesso anche come dimora notturna. Allora prima di trovare la toilette, attraversiamo il sottopassaggio e gli odori ci tappano il naso e la nausea non ti abbandona fin quando non prendi un po’ di aria, abbandonando celermente il posto. Capita ( e recandomi giorni dopo, questo si è notato), che il servizio di pulizie, quando interviene, riesca a rendere, percorribili e vivibili i sottopassaggi. «A volte molti immigrati – racconta una signora con una busta di stoffa della spesa, mentre attende – stendono giornali a mo’ di lettino e nella stazione fanno lunghi sonni, così, almeno, non rischiano di “perdere il treno” che li porta da una parte all’altra tra i campi o dal padrone dove lavorano in nero». La sala d’attesa si presenta pulita ma tetra, mentre si salva la facciata esterna, dipinta ultimamente, come le pareti che, mensilmente, vengono ridipinte, almeno per imbellire e coprire le scritte dei teppisti o di qualche innamorato che non utilizza gli sms o facebook ma le mura per dichiarare il proprio amore. Vorremmo ripartire per il nostro lungo e faticoso viaggio, ma dobbiamo attendere ancora un po’, il treno non arriva. Ma intanto facciamo il biglietto. Ma dove? Eppure circa un mese fa hanno installato le nuove macchinette dei biglietti, per usare il termine degli studenti pendolari, già preoccupati di dover pagare per forza il biglietto. Ma il pericolo, per ora, è scampato, lo sportello automatico non funzionava fino a qualche giorno fa. Nessuna problema nemmeno per la biglietteria con l’operatore, non lavora più da diverso tempo e il servizio non è garantito. «Comunque il biglietto lo potremmo fare a bordo»- dico- e il nostro amico pendolare: «Si, se passa il controllore. A volte non escono nemmeno dalla loro cabina, perché fa freddo». Allora lì si implorano tempi freddi, così almeno, il viaggio è gratis. Intanto il mio bisognino è passato, per la verità, è passata la voglia, a vedere i bagni. Prendiamo un caffè al bar vicino, almeno un ristoro, dopo la difficile permanenza in stazione e attendiamo. Eccolo che arriva. Arriva per fortuna, iniziava a far buio, e il posto mi angosciava parecchio ( sarà che leggo i giornali e la cronaca riportava qualche giorno fa, episodi di teppismo e bullismo) e nulla si è fatto per rendere meno “isolato” e tetro un luogo, che in realtà, dovrebbe essere il perno della città, visto anche l’affluenza di scuole e uffici sul territorio. Sarà. Saliamo a bordo. Destinazione Bovalino. Ci accontentiamo di poco. E qui prima di arrivare in stazione, ci vorranno circa 15 minuti, attacchiamo il nostro audio registratore e la chiacchierata con Francesco, ha inizio.
Quante volte prendi il treno al giorno?
«In media due volte al giorno».
Come mai prendi il treno? Quanto tempo stai a percorrere la tratta interessata?
«Mi servo del treno per motivi di studio. Preferisco il treno all’autobus, perché, ultimamente gli orari, il treno passa ogni ora, sono più consoni alle mie esigenze ed in 15 minuti circa arrivo, con sosta solo ad Ardore, saltando l’ormai vecchissima ed inutilizzata Sant’Ilario dello Ionio».
Cosa ti colpisce maggiormente quando sei sul treno?
«Appena sali sul treno, ogni giorno è un mistero. Non sai cosa ti aspetta. Potresti imbatterti in gente strana, in ritardi, litigi tra compaesani, insistenze di chi vuol fare il furbo, oltre la lentezza del treno e gli odori sgradevoli che ti impediscono anche di respirare e, “accomodarti” è quasi impossibile. Altre volte, capita di respirare aria pulita, quando il sevizio pulizie è intervenuto 10 minuti prima, e allora, per quei 15 minuti, intensi, ti godi la vista della fascia ionica, con il mare e qualche scorcio di vegetazione, e ti godi a pieno il relax».
Quando sei sul treno ti è mai capitato di assistere a qualche episodio di vandalismo?
«Capita. Purtroppo il nostro territorio registra episodi di microcriminalità, bullismo e vandalismo e, spesso, anche sui treni, accadono simili situazioni. È sempre pericoloso sapendo, tra l’altro che la Polfer, non è sempre presente su molte tratte, come, poche volte si vede alle stazioni. Capita che, d’improvviso, come d’uopo, il freno di emergenza, all’improvviso, “decida” di tirarsi da solo. Ma che casi strani! Ma mai una multa o un provvedimento».
La stazione è il luogo dove si incontrano molte persone di differenti etnie, religioni, costumi, rango sociale. Come definiresti le persone che incontri e prendono il treno?
«Persone stanche, direi. Moltissimi sono studenti, ma anche lavoratori (operai soprattutto) che tornano a casa e la stragrande maggioranza extracomunitari».
Entrando nel dettaglio delle condizioni sulle e nelle stazioni ferroviarie, cosa ti colpisce quando entri? Com’è lo stato della stazione che frequenti?
«Frequento molto Locri perché vado a scuola, Bovalino è la mia città e poi mi dirigo spesso a Siderno. Locri, potrei dire che è la meno peggio, c’è la sala d’attesa e il sottopassaggio. Manca dell’ufficio biglietteria da anni. I biglietti si potevano fare al bar, prima, ma non so per quale motivo, il servizio è stato sospeso. Circa un mese fa hanno messo i distributori automatici di biglietti ma non sono fruibili e quando funzionano accettano solo carte di credito ( i biglietti costano 3-4 euro, chi mette la carta di credito per 3-4 euro? Non saprei). Sorprende come funzionino l’orologio e l’altoparlante, anche se a volte si impalla e dice sempre le stesse cose, ma anche questo ci sta. Lo schermo che indica gli orari e i relativi ritardi funzionava bene ma da un paio di settimane è bloccato e porta sempre gli stessi orari. A Bovalino la situazione è similare a Locri con l’assenza, però, della sala d’attesa e dei sottopassaggi ed i passeggeri sono costretti ad attraversare tramite le passerelle che tagliano i binari. Con molta perplessità ho notato che, da qualche anno a questa parte la peggiore è sicuramente Siderno. Oltre gli odori e la sporcizia mancano i distributori per i biglietti, come addirittura il passaggio per attraversare e bisogna camminare proprio sui binari».
Quali i servizi per i viaggiatori e quali le carenze e disservizi?
«L’unico servizio è il viaggio gratis, potrei dire. Il disservizio più grande è l’assenza, o meglio, l’impossibilità ad utilizzare i bagni nelle stazioni e l’assenza di biglietterie».
Cosa servirebbe per migliorare i servizi ferroviari?
«Migliorare soprattutto il servizio di controllo e la sicurezza nelle stazioni. La Polfer non la vedo quasi mai. La mattina forse c’è qualcuno ma il pomeriggio mai. C’è stata costantemente solo un paio di giorni quando sono avvenuti gli episodi di estorsione e bullismo nei confronti di alcuni ragazzi».
Se potessi decidere, cosa cambieresti nell’immediato della stazione che frequenti?
«Sicuramente sarebbero necessari un maggior controllo ed una illuminazione adeguata. Una ragazza non viaggerebbe mai da sola. Comunque nonostante tutto a parte i senzatetto italiani che dormono nelle stazioni e molte volte ubriachi, gli extracomunitari sono molto più tranquilli e pagano i biglietti più di molti altri cittadini dell’entroterra».
DOMENICA BUMBACA