di Gianluca Albanese (ph. e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – Comincia ad essere imbarazzante il prolungato stop dei lavori di sbancamento del cortile dei “ruderi Vacca”, l’immobile devastato da un bombardamento durante il secondo conflitto mondiale e sito nel salotto buono di Locri e che, a seguito di accordi tra l’amministrazione comunale e gli eredi dei proprietari avrebbe dovuto essere ceduto in comodato d’uso gratuito al Comune per farne uno spazio verde tale da essere fruito dai cittadini.
Lo dice la delibera di giunta numero 5 dello scorso 13 gennaio, che aggiunge che i lavori di sbancamento sarebbero stati eseguiti “su base volontaria”. Insomma, l’operazione venne concepita per ottenere molteplici risultati: abbattere quello che era definito “un pugno in un occhio” in pieno centro (di fronte all’antico hotel “Nuova Messina” e all’inizio di via Garibaldi) e creare uno spazio di verde pubblico quasi a costo zero.
Le cose, però, non andarono esattamente cosi. Anzi…
Lo scorso 19 maggio, a dire il vero, i lavori iniziarono, con abbattimento del muro e di una parte della corte interna al palazzo, come mostra il video girato, in quei giorni, dal nostro Enzo Lacopo.
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Meno di un mese dopo, però, esattamente il 13 giugno, la nostra testata manifestò le prime perplessità, a seguito dell’improvviso stop dei lavori di sbancamento.
Chiedemmo lumi al sindaco, come mostra lo stralcio dell’articolo pubblicato in quella data che ricorda che: “Calabrese ha smentito l’esistenza di un “periculum in mora”, ma ha ammesso che lo stop è dovuto all’esigenza di compiere ulteriori approfondimenti tecnici.
«Stiamo compiendo alcune valutazioni insieme ai tecnici – ha riferito il sindaco a Lente Locale – perché se si dovesse proseguire nei lavori di demolizione di ciò che resta nell’area del cortile, le mura potrebbero correre il rischio di cedere. Ecco perché – ha proseguito – pensiamo anzitutto alla messa in sicurezza preliminare dell’edificio, per la quale i tecnici stanno compiendo tutti i calcoli del caso, e stiamo valutando se ricorrere, come mezzo di contenimento del muro, ai “gabbioni” di pietre simili a quelli posti ai lati delle strade di montagna».
Fin qui le ragioni dello stop.
Il sindaco di Locri ha aggiunto che «Dal punto di vista documentale non ci sono problemi: l’accordo con gli eredi è da mesi frutto di un apposito protocollo d’intesa, la fase istruttoria è stata completata e non ci sono stati veti da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali»”.
Insomma, a metà giugno il sindaco ci fece sapere che bisognava approfondire l’argomento e per non compromettere la stabilità del palazzo. Viene spontaneo chiedersi come mai certe valutazioni non siano state compiute in maniera preventiva rispetto all’inizio dei lavori, e si sia reso necessario un brusco stop.
Il gruppo di opposizione in consiglio comunale, poi presentò, lo scorso 19 giugno un’interrogazione al sindaco, ponendo una serie di richieste di chiarimenti (e di documentazione) assai precise, come si evince dal testo integrale della stessa interrogazione.
“Il gruppo consiliare IMPEGNO E TRASPARENZA – P.D., premesso
– che in questi giorni leggendo alcuni articoli pubblicati sui quotidiani si è appreso che l’Amministrazione sta effettuando accertamenti tecnici per la messa in sicurezza di quella parte non ancora demolita del palazzo Vacca, ubicato tra la via Garibaldi ed il Corso Vittorio Emanuele e, inoltre, sta valutando la possibilità di acquisto di esso;
– che sui social network qualche cittadino ha segnalato il deposito di macerie presso il giardino della scuola materna di Via Virgilio che sarebbe quindi divenuto sito di discarica di materiali inerti da considerarsi quali rifiuti speciali da demolizione, come può evincersi da alcune fotografie pubblicate;
Tutto ciò premesso si interrogano il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:
1. se risponde al vero che le macerie risultanti dalla parziale demolizione del Palazzo Vacca sono depositate nel giardino della scuola Virgilio;
2. in caso negativo, si chiede di sapere con quali modalità è avvenuto lo smaltimento del materiale;
3. quanto ai problemi legati alla staticità dell’edificio non ancora demolito, si chiede di sapere:
a) chi ha redatto la relazione tecnica ed il progetto preliminari alla demolizione ed ha stabilito le modalità di essa;
b) quale tecnico, oggi, sta valutando la messa in sicurezza del sito;
c) se le difficoltà insorte non fossero ampiamente prevedibili al momento dello studio della fattibilità dell’opera, quindi prima dell’inizio dei lavori;
4. Se l’attuale esecutivo municipale ha conoscenza della delibera G.M. n.9/2010;
5. Chi, in caso di necessità di messa in sicurezza delle rovine residue, sosterrà i costi delle relative opere;
6. Se è vero che, in pendenza di Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, l’amministrazione vuole procedere all’acquisto dell’immobile.
Si chiede, comunque, di avere copia delle relazioni e delle autorizzazioni obbligatorie, previste dalla vigente normativa, per porre in essere i detti lavori.
Alla suddetta richiesta si sollecita risposta scritta e l’inserimento della stessa all’o.d.g. del prossimo Consiglio Comunale”.
Fin qui l’interrogazione, presentata lo scorso 19 giugno.
Sono trascorsi più di due mesi, e dei “ruderi Vacca” in quello stato non parla più nessuno, nemmeno l’amministrazione comunale che aveva puntato molto su quella che appariva come la soluzione a una problematica che si trascina da almeno settant’anni e che non ha neppure discusso in Consiglio quanto chiesto dall’opposizione.
Oggi, l’area viene delimitata da una rete in plastica che in alcuni punti è ceduta; il muro di recinzione, infatti, è stato il primo ad essere abbattuto e ora è venuta meno anche un’area di pubblica affissione di manifesti.
Il cortile interno, nel quale intanto è cresciuta una fitta vegetazione spontanea, è adibito a deposito di cartelli stradali divelti e lo scempio è ancora più evidente.
Non solo: la foto scattata dal nostro Enzo Lacopo qualche minuto fa mostra come il cortile della scuola di via Virgilio sia stato adibito a deposito di materiale di risulta, frutto, con ogni probabilità, dei primi lavori di demolizione del muro dei “ruderi Vacca”.
Quanto bisognerà attendere prima di trovare una soluzione?