Il vescovo della diocesi di Locri-Gerace saluta i pellegrini giunti al santuario mariano per venerare la Sacra Effigie alla vigilia dell’anno giubilare indetto da papa Francesco: “La violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende né potenti né immortali”
di Antonio Baldari
SIDERNO – Dà il suo benvenuto ai pellegrini che dopo un lungo viaggio e le difficoltà del cammino, tra sentieri irti e scoscesi, dritti e tortuosi, sono venuti per incontrare la Madonna della montagna, madre della divina misericordia, alla vigilia del giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco: “Sentitevi amati ed accolti dal suo cuore materno”; si esprime così monsignor Francesco Oliva, vescovo della diocesi di Locri-Gerace, nel giorno della festa al santuario mariano di Polsi, all’interno del quale si venera la Madonna della Montagna, rivolgendosi ai pellegrini provenienti da ogni angolo della Calabria.
Questo antico santuario sarà per tutti “un’oasi di misericordia”, Maria, la donna del “sì”, nostra compagna di viaggio, è pronta ad accompagnarci – dice ancora Oliva – a fasciare e sanare le nostre ferite, le tante ferite di questa terra, intrisa del sangue, versato dall’odio e dalla violenza di uomini senza cuore, senza volto, senza scrupoli. Per intercessione di Maria giunga il perdono per i tanti suoi figli uccisi, sequestrati, derubati, feriti, lasciati senza vita ai margini della strada”.
E nell’immediatezza il riferimento al gesto di papa Francesco relativamente all’indizione dell’anno giubilare che avrà inizio il prossimo 8 dicembre, asserendo paterno che “Giunga a noi propizio l’anno giubilare: si aprano le porte del santuario di Polsi a tanti pellegrini, perché possano incontrare la Divina Misericordia, quanti l’attraversano siano “toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione”, sperimentino l’amore di Dio, “che consola, perdona e dona speranza” – riprende il presule – ritrovino la gioia della riconciliazione e del perdono. L’amore di Dio, come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio, “continui oggi a manifestarsi, soprattutto verso i peccatori, le persone povere, escluse, malate e sofferenti”.
Da cui poi il severissimo ammonimento, sempre invocando la Madre di Gesù e Madre nostra, a non intralciare i passi della fede con quelli della violenza gratuita verso il prossimo: “O Madre della Misericordia, semina in questa terra, troppo spesso, giudicata e sommariamente condannata, germi di riconciliazione e di conversione, ridona fiducia e speranza a quanti arrivano con animo pentito e veramente contrito in questo Santuario, edificato nelle viscere di questa aspra montagna – chiosa il vescovo – donaci di capire che in questo luogo non c’è spazio per quanti continuano a covare nel proprio animo sentimenti di odio e di vendetta. Nessuna sua porta è loro aperta. La gloriosa immagine, madre del buon pastore, non splende sul loro volto né si posa sulle loro mani sacrileghe! O Vergine di Polsi – prosegue – aiuta a comprendere che la “violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potenti né immortali”. Assunta in cielo, Immacolata vergine dell’amore incontaminato, ricorda che “per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire”.
Ed infine, l’atto di affidamento a Maria, “umile ancella del Signore”, affinché possa trasformare i cuori delle persone fautrici o complici di corruzione, che è un pericoloso e subdolo tarlo, che avvelena la nostra società e rende i rapporti interpersonali interessati ed egoistici. A Te, Maria – conclude monsignor Oliva – chiediamo di liberarci da ogni forma di corruzione, che “con la sua prepotenza e aviditàdistrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri”.