di Antonio Baldari
LOCRI (RC) – Winston Churchill amava dire che “i fatti sono ostinati” e le carte, aggiungiamo noi, lo sono di più. Perché quando hai a che fare con il classico “nero su bianco” c’è poco da girarci attorno, ragion per cui, nella querelle relativa alle 15 unità di Lsu e Lpu del Comune di Locri, senza contratto e per i quali anche oggi il rappresentante della Uil-Temp, Stefano Princi, chiede a voce alta che vengano sottoscritti questi documenti stante l’erogazione assicurata in un fondo dalla regione Calabria, mentre l’opposizione consiliare in seno a palazzo di città ha formalmente chiesto un consiglio comunale aperto affinché si giochi a carte scoperte. E si dica in maniera, finalmente, chiara, cosa si intende fare anche se…
Anche se Giovanni Calabrese e la compagine di giunta si sono in tempi non sospetti appalesati disponibili verso questi “poveri cristi”, ed esattamente in data 30 dicembre 2014 presentando una formale richiesta alla regione Calabria per 15 unità aventi una specifica qualifica, successivamente quanto inspiegabilmente cambiata, e per un derivante fabbisogno di 332mila euro: un documento chiaro e netto, formalmente avanzato all’ente Regione comunque dopo non avere partecipato al bando interministeriale di qualche giorno prima, 2 dicembre 2014 suscitando le comprensibili ire dei lavoratori, salvo poi però rimettere le cose a posto.
Almeno così sembrava.
Considerando il fatto che trascorsi i primi due mesi di quest’anno lo scorso 3 marzo i 15 lavoratori vengono addirittura sospesi dal servizio per poi però, con altro, contraddittorio, provvedimento, fissare la nuova chiamata al lavoro, per lunedì 23 marzo, che ha calmato soltanto in parte gli animi, quantomeno per avere creato quel “vuoto di lavoro” di non competenza del Comune di Locri visto che alcun provvedimento disciplinare o di altra natura venne precedentemente adottato nei confronti dei lavoratori.
Ancora di più acuita dalla chiamata al lavoro, guardacaso lo stesso giorno che gli Lsu-Lpu venivano sospesi, per 22 unità inquadrate quali “percettori di ammortizzatori sociali in deroga”, quegli stessi per i quali il Comune di Locri ha nuovamente aderito al bando, che iniziarono a lavorare proprio a disposizione degli uffici e il settore tecnico comunali locresi per la durata massima di sei mesi, non avendo alcun rapporto di lavoro con il Comune ma facendo cadere ancora una volta in contraddizione tanto il sindaco quanto i suoi collaboratori anche se questi avevano premesso che “siamo attenti al personale in esubero” .
Ancora più distratti per il semplice fatto che, guardacaso, quegli stessi lavoratori di mobilità in deroga andarono a finire negli uffici comunali al posto di Lsu-Lpu, “pur non essendo previsto dalla legge che abbiano accesso ai dati cosiddetti sensibili”, edulteriormente appesantendo gli stessi “socialmente utili” e “pubblica utilità” con la volontà dell’amministrazione comunale di “rimodulazione dei progetti”, con atto deliberativo n. 39 del 18 marzo 2015, e consequenziale revoca delle precedenti deliberazioni dell’esecutivo e modifica delle qualifiche e/o mansioni proprio di queste 15 unità che, dunque, furono configurate con la categoria “C”, tanto per citare un esempio, venendo di fatto catapultati nella categoria “B”, ed addirittura tre unità improvvisamente balzarono dalla categoria “B” a mansioni di altra categoria ovvero sia “D”.
Insomma, un vero e proprio caos con i diritti dei lavoratori, che esercitano in servizio da diciotto, lunghissimi, anni lavorando senza diritti, lo si ricorda, addirittura dequalificati e/o demansionati con chissà quale oscuro criterio ed in nome, comunque, di prestazioni che hanno sempre onorato.