BIANCO – La diatriba che da giorni seguita attorno alla discarica di Casignana sembrerebbe essere arrivata ad un punto fermo, almeno stando alle ultime dichiarazioni del sindaco di Casignana Pietro Crinò. ‹‹La discarica è chiusa›› è quanto ha dichiarato nell’incontro tenutosi a Bianco fra il comitato No discarica di Casignana e una nutrita delegazione dei sindaci della Locride.
Nell’incontro protrattosi per circa tre ore, animato da discussioni per alcuni tratti anche un po’ sopra le righe, a far da moderatore, neanche troppo moderato, l’imprenditore bianchese Damiano Bonfà che fra un intervento e l’altro si è lasciato andare ad incisive puntualizzazioni che se per certi versi esulavano dal nocciolo dell’incontro dall’altro denotavano un sentimento di forte preoccupazione e rabbia verso una condizione di emergenza che da anni imperversa nel territorio sottostante il sito di Casignana. Interessanti le presenze al tavolo concertativo; infatti, oltre al padrone di casa, il sindaco Antonio Scordino, presenti anche il presidente del comitato dei comuni della Locride Giuseppe Strangio, il presidente dell’associazione dei sindaci Giorgio Imperitura, il sindaco di Bovalino, Tommaso Mittiga, Domenico Versaci, sindaco di Africo e il i sindaco di Ardore, Giuseppe Campisi. Presenze più che altro di supporto, già, perché i veri protagonisti istituzionali dell’incontro sono stati, come è anche naturale che sia, il sindaco di Casignana e il presidente di AssoComuni Giuseppe Strangio. Gli unici a poter dare spiegazioni sullo stato dell’arte, i soli a poter interloquire con dati precisi ed effettivi alla mano, dati come quelli presentati dal sindaco Crinò. Una breve parentesi anticipa lo scambio di documentazione fra il sindaco di Casignana e il commissario delegato per l’emergenza rifiuti Vincenzo Speranza: ‹‹premetto – ha dichiarato Crinò – che non sono disposto ad essere processato da nessuno, specialmente da chi non ha le carte per farlo, io sono qui per spiegare per mezzo di documentazione ufficiale quanto mi è stato comunicato dall’ufficio del commissario. Detto questo, credo sia doveroso dire innanzitutto che purtroppo questo commissario come quelli che lo hanno preceduto sta trovando gravi difficoltà nel fronteggiare l’emergenza rifiuti. Nonostante io sia pienamente convinto dell’impossibilità di trasferire i rifiuti nel sito di Casignana, come sindaco non posso deliberatamente rifiutarmi di eseguire gli “ordini” del commissario››. Nonostante l’importanza di queste dichiarazioni per mettere in chiaro ruoli e responsabilità, il sindaco Crinò, ha proseguito con un più dettagliato rapporto sullo stato attuale, leggendo le dichiarazioni scritte in calce ai fax intercorsi fra il comune di Casignana e l’ufficio del commissario. L’ufficio regionale dopo una prima ordinanza nella quale disponeva il conferimento nella discarica di contrada Petrosi di volumi per un totale di tremila tonnellate (nonostante il sito abbia quasi raggiunto i volumi di abbanco previsti per un quantitativo di 27.874 tonnellate a fronte delle 28.207 previste) per affrontare l’ultima, in ordine temporale, emergenza rifiuti, invia una seconda comunicazione, esattamente il 19 febbraio scorso, con cui modifica il quantitativo precedente dichiarando «di autorizzare, in via contingibile ed urgente, operando in termini di somma urgenza, al fine di scongiurare possibili pericoli per la salute pubblica e l’ambiente, la coltivazione in altezza della discarica sita in località Petrosi del comune di Casignana per la volumetria pari a circa 1500 tonnellate. Si dispone inoltre – recita la nota proveniente dall’ufficio del commissario Speranza – che venga effettuata durante le operazioni di abbanco una risagomatura del corpo della discarica delimitando la stessa dalle piste perimetrali e conformandosi al profilo di chiusura definitivo». Direttive che contrastano con quanto invece sostenuto e dichiarato dai tecnici dell’ufficio del commissario delegato di Catanzaro e dall’Arpacal nella persona della dirigente Angela Cardile, che dopo un sopralluogo effettuato al sito, hanno confermato la prima comunicazione effettuata dal comune di Casignana all’ufficio del commissario, ossia ‹‹che i volumi di abbanco nella discarica di Casignana sono stati raggiunti, per cui a giudizio dello scrivente – segue l’ultima nota invita – non possono essere conferiti ulteriori rifiuti. Pertanto si comunica che dalla data odierna la discarica di Contrada Petrosi è chiusa››. Dichiarazioni che se chiaramente esprimono la posizione del sindaco di Casignana, condivisa dai primi cittadini presenti, non permette di placare la rabbia di alcuni componenti del comitato No discarica, che oggi affermano la loro volontà di non far chiudere totalmente il sito, ma piuttosto ne richiedono la messa a norma e il suo utilizzo solo per i comuni attigui. Non è possibile nascondere che una riunione dalla quale si attendevano proposte e confronti utili a giungere a possibili soluzioni si è tramutata in un conflitto serrato fra associazioni e istituzioni, con un risultato deludente, dove il confronto costruttivo non ha di certo avuto la meglio. La causa sarebbe da ricercare in anni di silenzi e lassismo politico istituzionale, nella specifica mancanza di volontà da parte delle istituzioni politiche nel trovare una soluzione definitiva ad un’emergenza che oggi si tramuta in vera criticità. Il trasferire i rifiuti solidi urbani da una discarica all’altra non può di certo rappresentare un piano operativo volto alla risoluzione definitiva di una grave problematica che coinvolge l’intera regione. Tuttavia, fare oggi queste considerazioni serve a ben poco, ora ciò che compete sindaci e commissario è trovare una scappatoia momentanea per fronteggiare, sopperire all’assenza di un sito dove trasferire i rifiuti solidi urbani della Locride, una soluzione che non sia troppo gravosa per le casse comunali già fortemente dissanguate e disastrate. Una sola possibilità ed è quella di mettere da parte ostilità e pregiudizi lavorando verso uno scopo comune, evitando il rischio consequenziale di emergenza sanitaria, i rifiuti non possono e non devono rimanere lungo le strade dei comuni locridei, perché in questo caso sì che si creerebbe inquinamento ambientale. Quindi mentre si lavora al progetto per la raccolta differenziata, che nonostante le buone intenzione dei sindaci presenti non potrà attuarsi concretamente e con risultati visibili prima di qualche mese, è necessario lavorare insieme al commissario Speranza, che pare sia stato riconfermato nel suo incarico con il prolungamento del commissariamento, ad una soluzione istantanea perché ormai il sistema rifiuti Calabria è crollato.
ADELINA B. SCORDA