di Emanuela Alvaro
SIDERNO – “Infrastrutture, direzione Sud”. Con questo argomento si è dato avvio alla seconda giornata dell’Incontro Nazionale del Centro Democratico, organizzato nella sala congressi del Centro Polifunzionale.
Dopo il racconto del professore Giuliano Zucco, ex docente dell’Istituto Artistico, delle opere in sala, alla presenza degli esponenti del CD, tra i quali, Bruno Tabacci, e giovani studenti degli istituti tecnico commerciale e geometra, ad aprire i lavori il professore universitario Massimo Guarascio.
L’ingegnere si è soffermato sviscerandolo i diversi aspetti del ruolo del Mediterraneo e di conseguenza del Mezzogiorno rispetto alla rinascita di un territorio e di un mare da millenni al centro dell’economia europea, nello specifico discutendo del “Ruolo del Mezzogiorno nel contesto Euromediterraneo e globale e rilancio delle politiche per lo sviluppo”.
Il professore ha dato la possibilità ai presenti di calarsi in quella che è stata la storia di questo mare da prima dei Romani fino ai giorni nostri. Ha esposto i diversi progetti in itinere affinché lo stesso possa ritornare ad essere il centro nevralgico dell’Europa, con idee di infrastrutture per i collegamenti tra le due sponde. Isole artificiali e tunnel, fino a vagliare tutte le specificità per capire la situazione e i centri di gravità di sviluppo.
Sviluppo che, senza la lungimiranza politica, non può certo ottenersi. E dal punto di vista politico ad introdurre l’argomento dell’importanza delle infrastrutture, il primo cittadino di Siderno, Pietro Fuda, il quale ha auspicato da questi due giorni, di arrivare a comprendere il vero ruolo che il Mezzogiorno deve poter avere affinché non solo il Sud stesso, ma l’itera Italia possano fare quel salto nel futuro, per i cittadini ancora nebuloso. Infrastrutture sulle quali Fuda ha discusso alla luce di quella che dovrà essere l’Area Metropolitana che, senza alcun dubbio, non potrà svilupparsi se scollegata da quella di Napoli e di Bari. Ma non solo questo, per Fuda importante è, per le infrastrutture già esistenti, utilizzarle appieno, cosa che non sta avvenendo per il Porto di Gioia Tauro.
Argomento impegnativo sul quale i relatori si sono soffermati cercando di capire quale le soluzioni migliori perché finalmente si possa ripartire. Tanti i punti di vista tra i quali, solo per citarne alcuni, quelli dei sindaci di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà e di Vibo Valentia, Elio Costa, ma anche degli onorevoli: Roberto Capelli, Giuseppe Soriero, Angelo Sanza, ma non solo. Il convegno è stato moderato da Francesco Attaguile.
Tanti punti di vista, convogliati nella certezza che, chi di competenza, i politici di riferimento del Mezzogiorno, fino ad ora, non hanno lavorato nel modo adeguato e con loro a non funzionare una globale classe dirigente distratta da altro, poco attenta e molto opportunista, in considerazione di una situazione in cui spesso le regioni meridionali non si trovano ad essere coinvolte da quelle che sono le reti di collegamento europee.
Risultati fallimentari che sono figli anche di una legge elettorale che deve essere cambiata, perché mai più in Parlamento i rappresentati politici siano, come accade troppo spesso, assolutamente scollati dalle realtà che vanno a rappresentare, prendendo delle decisioni che non vengono in alcun modo discusse e decise dai diretti interessati. Tutto questo partendo da quello che la Svimez ha pubblicato a luglio e ciò che per la stessa dovrebbe farsi per dare un nuovo input alle regioni meridionali facendole finalmente uscire da una solitudine estrema. Tra le soluzioni una Zes che non si limiti al Porto di Gioia Tauro, ma che coinvolga un’area vasta che arrivi fino a Siderno, per ridare vigore e fiducia agli investimenti.
Obiettivi che il Centro Democratico si vuole dare, restituendo alle giovani generazioni gli strumenti per crescere, per non dover decidere di lasciare la propria terra, agevolando chi si mette in gioco per portare avanti non solo un mestiere, ma ala vera essenza di un territorio, preservandone la vera essenza.