di Antonella Scabellone
LOCRI – E’ iniziato questa mattina, davanti alla Corte d’Assise di Locri, il processo per l’omicidio di Mary Cirillo, la giovane donna di Monasterace, madre di quattro figli, uccisa a colpi di pistola il 18 agosto dello scorso anno.
Davanti alla Corte presieduta dal magistrato Fulvio Accurso è comparso l’unico imputato per quel delitto, Giuseppe Pilato, marito della vittima, oggi detenuto nel carcere di Vibo Valentia, difeso dagli avvocati Giuseppe Gervasi e Antonio Mazzone coadiuvati dal sostituto processuale Anna Marziano.
Presenti in aula anche i familiari della povera Mary, costituitisi parte civile, con gli avvocati Domenico Leone e Maria Roccisano, rispettivamente per il padre di Mary, Salvatore Cirillo, e per la madre, Rosetta Origlia, quest’ultima in proprio e in qualità di esercente la patria potestà sui quattro nipoti, figli della vittima. Gli altri familiari, tra cui la sorella di Mary e il fidanzato, presenti in aula, sono assistiti dagli avvocati Marco Ruga, Michele Franzese e Marcello Manna del foro di Cosenza.
Un’udienza lunga, conclusasi nel pomeriggio intorno alle 17, al termine di una camera di consiglio nel corso della quale la Corte ha dovuto decidere sulle richieste preliminari avanzate dalle parti. In particolare, la difesa di Pilato ha insistito per la concessione del rito abbreviato condizionato ad alcune richieste istruttorie, tra cui perizia psichiatrica sull’ imputato e sui figli, acquisizione di consulenze di parte e audizione di testimoni, compresa quella del minore Salvatore Pilato, figlio della vittima di soli due anni.
La richiesta di rito abbreviato era stata già rigettata dal GUP lo scorso 22 luglio ed è stata respinta anche oggi. Ragion per cui Pilato sarà giudicato con rito ordinario e ciò vuol dire che,in caso di condanna, non potrà usufruire del beneficio della riduzione della pena tipico dell’ abbreviato.
La Corte ha poi ammesso le liste testi presentate da entrambe le parti, e rinviato al 21 ottobre quando si inizierà a sentire quelli richiesti dal Pm che fin dall’inizio ha coordinato le indagini, la dott.ssa Rosanna Sgueglia.
Mary Cirillo venne uccisa, come confermò l’autopsia, all’interno della sua abitazione con due colpi di pistola: uno in bocca, sparato dal basso verso l’alto, l’altro alla tempia. Una vera e propria esecuzione per la quale, oggi, c’è un solo imputato, il marito della vittima, Giuseppe Pilato. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti al momento del delitto in casa c’era il figlio minore della coppia, Salvatore, di poco più di un anno; sulla scena del crimine, però, sopraggiunse in un secondo momento anche la figlia maggiore, Sofia, di soli dieci anni, che per prima rinvenì la madre, priva di vita, in una pozza di sangue nel pomeriggio del 18 agosto.
Giuseppe Pilato che, dopo 5 giorni di latitanza, si costituì ai Carabinieri di Monasterace, non ha mai confessato l’omicidio, di cui non è stata rinvenuta ad oggi l’arma. Al momento dell’arresto dichiarò di non ricordare nulla e da allora non ha cambiato versione.
Una sola pista per gli investigatori, quella passionale, a cui portarono una serie di indizi, da cui emerse che Pilato era affetto da una vera e propria ossessione verso la moglie e non accettava di separarsi, nonostante lei fosse intenzionata a farlo.
Una vita infelice quella dei coniugi Pilato-Cirillo negli ultimi tempi nonostante la presenza di quattro splendidi bambini. Mary, infatti, poco prima di essere uccisa, era oggetto di minacce, pedinamenti, controlli asfissianti da parte del marito che era arrivato persino a rubarle il telefono per controllare tutti i suoi movimenti.