RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Anzitutto devo plaudire alla iniziativa di Edoardo Lamberti Castronovo, splendido assessore alla Cultura dell’Amministrazione provinciale, e del Presidente Raffa: la intitolazione del palazzo della Provincia, sinora anonimo, è scaturita da una consultazione popolare, in cui tutti hanno potuto proporre e votare la personalità che, a loro parere, più intensamente poteva rappresentare l’intera provincia di Reggio, divenendo immagine stessa dell’intero territorio. E chi, se non Alvaro, poteva costituire coagulare il senso di una ‘calabresità’ proiettiva, che dall’Aspromonte abbraccia l’Europa?
Corrado Alvaro è l’unico degli scrittori calabresi del secolo XX ad essere entrato nella dimensione della classicità. Grande elzevirista, ha disseminato i suoi articoli nelle terze pagine dei maggiori quotidiani italiani; è stato poeta innovativo (le Poesie grigioverdi sono del ’17); romanziere di respiro europeo (da L’uomo nel labirinto, del ’26, a L’uomo è forte, del ’38); diarista (Quasi una vita è tra i più rilevanti giornali intimi che uno scrittore italiano abbia vergato); autore e critico di teatro (Lunga notte di Medea si pone di diritto tra i grandi testi tragici del suo secolo). È stato, inoltre, finissimo traduttore ed intellettuale e saggista di rilevanza assoluta, anche in virtù di un’esperienza cosmopolita che lo portò a vivere a Parigi ed a Berlino. La sua è davvero una figura di grande complessità: l’ampiezza dei suoi orizzonti culturali ed ispirativi congiungono il microcosmo della provincia reggina, il paese dell’anima che funge da linfa vitale a tutto il suo itinerario di scrittore, e la realtà europea, in cui si innestava senza cancellare l’identità storico-culturale dei padri. Nell’opera di Alvaro, dunque, si esalta l’immagine stessa della Calabria, riproposta in tutta la grandezza della sua storia culturale e civile, dalle radici magnogreche a Gioacchino da Fiore, da Campanella a Padula.
Per queste motivazioni Alvaro è divenuto, in tutto il mondo, l’icona della Calabria e, in particolare, della provincia reggina; e dopo l’intitolazione del Palazzo della Regione a Campanella, il Palazzo della Provincia – a parere mio (da trentennale studioso della sua opera), dell’intero Consiglio di Amministrazione e dei membri tutti del Comitato Scientifico – non poteva che essere intitolato a Corrado Alvaro. Devo anche ricordare che gli studiosi di italianistica, attraverso le associazioni in cui si raccolgono, hanno votato compattamente per Alvaro ed hanno auspicato questa intitolazione.
Mi si consenta di aggiungere che è molto bello che questo sia avvenuto nel momento in cui ci apprestiamo a ricordare, nel 2016, il sessantennio della sua morte, avventa l’11 giugno 1956. Per questa e per quell’occasione riusciremo a stampare nuovi e importanti volumi critici sulla sua opera, nuove e importanti edizioni (in primis Vent’anni, ma anche le Novelle di guerra, da distribuire nelle scuole), ed a realizzare nuove e importanti manifestazioni, ovviamente in totale sintonia e sinergia con la Regione e con la Provincia. Ma soprattutto metteremo in rete i suoi autografi, per consentire agli studiosi di tutto il mondo di fruire delle strumentazioni documentarie, e inaugureremo il Parco letterario a lui dedicato, con tutta una serie di itinerari che promuoveranno il turismo culturale, la religiosità, l’artigianato, le eccellenze enogastronomiche del territorio. La Dante Alighieri, cui fanno capo tutti i parchi letterari italiani, i solo riconosciuti e riconoscibili, li promuove in tutto il mondo; e nell’arco di qualche anno credo si potranno registrare circa quindicimila presenze. Non poche, anzi molte, per una provincia che soffre endemicamente di ‘mal di lavoro’ e di scarso indotto economico. Con la cultura si può ‘mangiare’, ed anche lautamente, ribaltando la sciagurata affermazione di un ministro dell’economia del passato, il quale mostrava di ignorare che investire bene un euro in cultura ne produce tre, in indotto economico diretto o indiretto. Quel tempo, per fortuna, è passato: sono convinto che un nuovo tempo si sia aperto. Per la Calabria e per l’Italia.
Aldo Maria Morace
Presidente della Fondazione Alvaro