di Francesca Cusumano
LOCRI- La conferenza stampa tenutasi in tarda mattinata al museo nazionale di Locri Epizephiri ha interessato il ritorno di una delle più notevoli sculture della Magna Grecia, il cavaliere di marmo, uno dei due “Dioscuri di Marasà”, (mai esposto fino ad oggi a Locri) grazie alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e la Società in-house della Regione Calabria “Progetto Magna Grecia” di cui è presidente l’onorevole Pino Arlacchi.
Si tratta di sculture in marmo provenienti dall’isola di Paros, nel mar Egeo, rinvenute da Paolo Orsi nello scavo 1890-1891 e costituivano la decorazione frontonale occidentale del tempio di Marasà (fine VI- inizi V sec. a.C). L’opera rappresenta due giovani nudi, i cosiddetti Dioscuri, nell’atto di scendere da cavalli sostenuti da Tritoni. Secondo la tradizione i Dioscuri, figli gemelli di Zeus, avrebbero aiutato i Locresi, contro i Crotoniati in occasione della battaglia della Sagra del VI sec. a. C. Posta fra i Dioscuri anche una figura femminile, identificata con una Vittoria (allusione alla battaglia della Sagra), oppure con una Nereide o altro personaggio divino connesso al mondo marino. Dal momento che questa scultura femminile è stata rinvenuta nell’area di Marasà nel secolo scorso, prima degli scavi di Orsi, non è sicuro che appartenga ai due cavalieri. Esposta questa mattina invece, solo la statua sinistra dal gruppo dei Dioscuri (nella foto); il gruppo di sinistra pare abbia avuto poche integrazioni di restauro, la stessa testa del giovane è stata rinvenuta nello scavo del 1956 da De Franciscis; a differenza del gruppo di destra del quale sarebbero rimaste poche parti originali, integrate largamente con del gesso chiaro da un restauro dell’inizio di questo secolo. Ad aprire i lavori Francesco Prosperetti, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Calabria, il quale ha sottolineato come da diversi anni si sia instaurata un’attiva collaborazione tra l’Amministrazione dei Beni culturali e quella del Comune di Locri, in virtù di dare maggior risalto alla valenza archeologica del territorio. L’evento si è inserito in un quadro di interventi della Magna Grecia, interventi che sono stati finanziati con “Programma Quadro”, oggi oggetto del Pon Calabria che ha individuato la possibilità di finanziare per quasi tre milioni di euro il Parco Archeologico. Agli interventi del Pon seguiranno i finanziamenti curati dal ministro Barca, undici milioni di euro, che riguarderanno interventi per il Museo di Locri, il Parco Archeologico e Palazzo Nieddu che con i Pon della Regione Calabria diventerà un’integrazione del Polo Museale di Locri. Nel complesso, cinquanta saranno i milioni stanziati per gli interventi in Calabria: oltre Locri, Reggio Calabria, ovvero la sala sotterranea del museo, il nuovo museo del Castello di Crotone, interventi di valorizzazione del Parco del Cavallo e Casabianca di Sibari. <<Mi auguro- ha detto Prosperetti- che in questa frazione del governo tecnico o nel prossimo, questa possibilità possa concretizzarsi. L’auspicio è quello di una nuova attenzione ai territori della Magna Grecia, che consentirà alla Regione Calabria di poter spendere in materia di immagine>>. E riferendosi al Dioscuro:<< Questa scultura arriva direttamente da Bruxelles, dalla sede del Parlamento europeo. La Bonomi ha portato al centro dell’attenzione del Parlamento europeo, il tema della Magna Grecia>>. Ed è stata poi Simonetta Bonomi, soprintendente per i beni archeologici della Calabria, a spiegare che con il Progetto Magna Grecia si è inteso realizzare una mostra proprio nel Parlamento europeo, denominata “Alle radici dell’Europa. Progetto Magna Grecia, Un grande passato davanti a noi” dal 16 al 19 novembre 2012 (promossa dallo stesso Arlacchi), presentando oltre al Dioscuro anche il Kouros di Reggio Calabria, la Stele di Crotone, il Toro Cozzante di Sibari, il Cratere di Gioia Tauro ed infine un elmo di bronzo di Vibo Valentia, poche opere per accendere un faro su questa realtà. <<Con queste opere- ha aggiunto la Bonomi- volevamo dare al Parlamento un segnale forte, lì abbiamo realizzato la mostra perchè da lì partono i fondi che maledicono e benedicono questa terra. Dobbiamo offrire qualcosa di più per la Calabria>>. Il cavaliere in marmo, resterà nel museo locrese per tutta l’estate, fino a quando non gli verrà riservata una nuova sistemazione al museo di Reggio Calabria. Nel frattempo, proprio perchè la statua è giunta priva di quegli elementi che l’arricchivano, si stanno effettuando analisi del marmo e laser per la sua pulizia (per incrostrazioni tenaci) in maniera tale da restituigli la sua carnalità. Soddisfazione per l’iniziativa, è stata espressa anche dal commissario straordinario Francesca Crea, la quale ha ribadito l’impegno da parte tutte le amministrazioni per rendere fruibile questo patrimonio artistico, in molti casi non conosciuto.