di Emanuela Alvaro
LOCRI – Convocazione urgente del Comitato dei Sindaci della Locride, allargato, nella sala giunta comunale per predisporre tutto per la manifestazione “Giù le mani dall’ospedale”, per rivendicare una sanità consona alle necessità di un territorio sempre più umiliato da una rappresentanza politica assente.
Il 17 ottobre a Locri il 24 a Polistena, insieme i sindaci e ci si augura i cittadini delle due aree della provincia reggina, per pretendere molto di più delle briciole sempre meno consistenti che vengono concesse ad un territorio di cui la sanità è una delle tante emergenze.
Due manifestazioni alle quale i sindaci parteciperanno coesi, stessa coesione che caratterizzerà la loro assenza nell’altra riunione indetta dal primo cittadino di Reggio Calabria, per la sanità nell’Area metropolitana, due giorni prima di quella di Locri. Un’assenza la loro che “giustificheranno” in una lettera comune, nella quale spiegheranno le motivazioni che li hanno indotti a prendere questa decisione.
“Noi prima di sedere ad un tavolo istituzionale sulla questione sanità dell’Area metropolitana – hanno affermato i sindaci della Locride – speriamo di ottenere un mandato dalla popolazione che dobbiamo necessariamente ascoltare per capire come muoverci. Così non ha senso la nostra partecipazione. Noi non siamo un popolo di sudditi, questo deve essere chiaro”.
Un’unione di intenti che il Vescovo Oliva, presente alla riunione in comune, ha “benedetto” come il vero cambio di passo affinché i problemi di un territorio possano trovare una soluzione valida, andando finalmente oltre un campanilismo esasperato che troppo spesso ha remato contro lo sviluppo. Impegno che chiede ai sindaci, lo stesso che ha chiesto nella lettera indirizzata a tutti i fedeli della Diocesi. Partecipazione e interessamento per la risoluzione di problemi comuni. “Attenti alle adesioni formali, solo oltre la soglia c’è il cammino della storia. Una manifestazione questa – ha affermato il Vescovo – occasione anche per formare la cittadinanza attiva”.
I sindaci presenti si sono detti sorpresi delle adesioni che stanno piovendo da più parti. “Questa è sicuramente una novità per la Locride – ha sottolineato Giovanni Calabrese. – L’ospedale di Locri si sta spegnendo, nonostante le tante promesse mai mantenute e se i reparti che si sarebbero dovuti potenziare rimarranno in queste condizioni, credo sia meglio procedere con la chiusura definitiva. Ma noi dobbiamo subire tutto ciò perché in passato la politica ha sbagliato? I nostri parlamentari devono dirci se si vogliono interessare, non è possibile che quando in Parlamento si discute dei problemi del territorio loro non sono presenti, utilizzandolo solo come serbatoio elettorale”.
Per la manifestazione del 17 ottobre, come più volte ribadito, senza alcun colore politico, una battaglia di tutti, una battaglia di civiltà, si prevede un corteo dal Palazzo comunale di Locri fino all’ospedale, dove si procederà con un incontro tra le diverse anime della sanità. I sindaci auspicano tra le tante altre, la presenza in prima fila dei 657 dipendenti dell’ospedale.
“La manifestazione nella Locride – ha continuato Calabrese – è stata anticipata rispetto a quella della Piana di Gioia Tauro perché il 19 ottobre ospiteremo in Comune il Consiglio regionale che si riunirà qui per commemorare Franco Fortugno, alla cui morte troppe sterili promesse erano state fatte, delle quali, a parte il dolore dei familiari nient’altro è rimasto. Il 19 ottobre noi ospitiamo il Consiglio regionale, ma devono essere consapevoli del fatto che c’è un popolo sconfortato”.
I sindaci presenti e anche gli assenti che, in diversi modi, hanno confermato la propria adesione, da Monasterace a Palizzi, e i primi cittadini della Piana di Gioia Tauro, si sono detti tutti pronti ad andare avanti seguendo questa linea, muniti di fascia, gonfalone e ombrello se dovesse essere necessario.