di Gianluca Albanese
LOCRI – Lezioni di tecnica delle fondazioni e delle costruzioni edili nell’udienza odierna del processo “Crimine”.
In aula, infatti, sono stati escussi due consulenti tecnici della difesa, chiamati a dimostrare che i lavori relativi al secondo macrolotto della nuova strada statale 106, all’altezza dell’abitato di Marina di Gioiosa Ionica sono stati realizzati a regola d’arte, contrariamente a quanto contestato già nella primavera del 2008, quando il cantiere della società consortile Gioiosa Scarl venne posto sotto sequestro con l’accusa di avere utilizzato un calcestruzzo non conforme al capitolato d’appalto con l’Anas oltre che di contiguità di alcuni fornitori con la ‘ndrangheta della zona. Il primo testimone escusso è stato l’ingegner Carlo Viggiani, fino a due anni fa docente di Fondazione all’Università di Napoli. Interrogato dagli avvocati difensori, il professore partenopeo ha risposto in maniera brillante, descrivendo, con dovizia di particolari, le diverse tecniche con le quali vengono impiantati i pali di sostegno del tipo di quelli utilizzati nella variante di Gioiosa, ovvero nell’intersezione tra la nuova statale 106 e la strada di Grande Comunicazione “Jonio-Tirreno”. In pratica, sulla scorta dei documenti esaminati da Viggiani, nel caso di specie si era dapprima optato per una tecnica di trivellazione a elica continua, salvo poi ricorrere a una trivellazione tradizionale visto che il terreno nel quale dovevano essere impiantati i pali non presentava soverchie difficoltà. Ergo, a fronte di un metodo scelto inizialmente che si rivelava più costoso, visto l’impiego di macchinari particolari, la Gioiosa Scarl optò, successivamente, per un metodo tradizionale definito dal professor Viggiani “Più sicuro ed economico”. Tuttavia, il Pubblico Ministero Antonio De Bernardo ha eccepito la mancata constatazione diretta riguardo i lavori eseguiti dalla Gioiosa Scarl da parte del professor Viggiani; quest’ultimo ha ammesso che “Ho esaminato la perizia del Ctu che è l’unico documento a cui mi riferisco. Il calcestruzzo utilizzato, alla luce dei collaudi, non era scadente e il risultato finale è stato raggiunto indipendentemente dall’utilizzo di un metodo di trivellazione a elica continua o tradizionale. Poi – ha concluso Viggiani – non ho rilevato contraddizioni tra quello che mi hanno detto i costruttori e i documenti che ho esaminato”. Successivamente, è stato escusso l’ingegnere milanese Umberto Croce. Anche lui consulente tecnico esperto di fondazioni, ha dichiarato che “I terreni nei quali sono stati impiantati i pali erano adatti sia all’esecuzione con metodo di trivellazione a elica continua che tradizionale e non c’era alcun impedimento a procedere in un senso o nell’altro”. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 8 aprile, dopo la revoca di quella prevista per il 18 marzo. Per quella data, il tribunale scioglierà la riserva relativa alla richiesta formulata dal pubblico ministero De Bernardo nell’udienza precedente, riguardante la trascrizione di nuove intercettazioni a carico dei principali imputati del processo, alcune delle quali sono parte del faldone dell’operazione “Falsa Politica”. I difensori degli imputati hanno già annunciato opposizione alla richiesta; il P.M. l’ha reiterata. Il giudice, dunque, scioglierà la riserva tra poco più di un mese.