di Pino Mammoliti
Da qualche tempo, soprattutto per ragioni professionali, seguo con particolare attenzione la preoccupante tensione che agita il rapporto tra cittadini e i garanti dei loro diritti: Politici e Magistrati. Lo stato dell’arte di queste illimitata vertenza è fortemente scoraggiante per i cittadini, soprattutto per i più bisognosi (chi ha la possibilità trova sempre una soluzione accomodante). In questo conflitto di interessi si inserisce a pieno titolo la questione “Ospedale di Locri” con tutte le sue sfaccettature.
Tre sono a mio modesto parere i punti centrali da cui partire. Il primo è relativo alla professionalità ed alla, spesso sconosciuta, sensibilità del personale medico e paramedico del nostro nosocomio. Tanti guasti qualche decesso sovente si registrano per il concorso di questi due limiti: mancanza di professionalità e di sensibilità. Il secondo aspetto investe in pieno il marciume che da decenni si annida nell’area amministrativa. Più volte la Magistratura ordinaria e la Corte dei Conti hanno cercato di “bonificare” l’area dei colletti bianchi senza grandi successi.
Eppure, il male non tanto scuro, c’è ed è immutato, anzi in questo momento di grave crisi economica più asfissiante, risulta ancora più invasivo. Basti pensare a quanti pur essendo titolari di diritti provenienti dalla legge 104 beneficiano della reperibilità, oppure quanti dirigenti senza titolo e senza concorsi sono tranquillamente ospitati in contrada Verga, quanti ancora assunti da semplici infermieri o impiegati amministrativi oggi rappresentano intoccabili esempi di buona corruttela, tanti altri sono già profumatamente pensionati.
Terzo, ma non per questo meno importante, nodo da sciogliere sono le inchieste giudiziarie che, solo per l’ospedale di Locri, durano in media dai tre ai sette anni, giusto il tempo per sfiduciare i cittadini e far guadagnare qualche preziosa prescrizione per gli imputati. L’ospedale di Locri si difende anche con le iniziative di sabato e deve essere riconosciuto merito a chi le ha promosse ed a quanti a vario titolo le sostengono “esclusi gli infiltrati”, ma prima della spoliazione che tentano di fare politici e manager di altre latitudini (in assenza di politici locali perché non vi è una rappresentanza istituzionale Locridea) dobbiamo difendere il nostro presidio dalle spoliazioni degli sciacalli che all’interno albergano.
Conseguenza di questo banchetto di varie cavallette è la vergognosa necessità che i cittadini che si rivolgono all’ospedale, spesso devono andare ad acquistare i farmaci di prima necessità. Restituire le condizioni minime di agibilità e funzionalità della struttura ospedaliera rappresenta il primo passo per tutelare seriamente il diritto alla salute e la dignità dell’ammalato, ivi compresa l’illuminazione della pista dell’elisoccorso il cui costo è pari ad una mensilità corrisposta ad un consigliere regionale.
Il malfunzionamento della triangolazione –Politica – Magistratura – Verità- il nodo da sciogliere, il mistero di una esplorazione spesso rifiutata. P.S. / Riallocare un posto di Polizia al Pronto Soccorso pare indispensabile per la tutela di chi –personale medico e paramedico- si trova a dover affrontare le prime fasi di soccorso senza tensione e con la massima serenità. Questo è un impegno che i rappresentanti istituzionali devono assumere e onorare a prescindere dalla iniziativa di sabato prossimo.