di Francesco Rispoli*
SIDERNO – Da medico ospedaliero e da amministratore pubblico, avevo già manifestato il grido d’allarme per lo stato della sanità pubblica nella Locride già nel 2007, quando si procedette, contro la volontà popolare, alla chiusura dell’ospedale di Siderno. Lo slogan, oggi come allora, è “Giù le mani dall’ospedale”.
Ecco perchè riponevo molte aspettative sulla manifestazione organizzata per sabato mattina a difesa del nosocomio della Locride.
Una manifestazione che avrebbe dovuto unire tutte le anime del popolo locrideo verso un fine comune e condiviso, e che invece, al di là del dato positivo costituito dalla grande partecipazione dei cittadini a cui vanno i miei ringraziamenti, è degenerata in alcuni episodi incresciosi, frutto dei troppi protagonismi che ancora caratterizzano la politica locale.
Mi chiedo se l’assessore regionale al Lavoro e al Welfare Federica Roccisano fosse stata invitata dagli organizzatori della manifestazione, perché se così non fosse, la sua presenza sul palco era da da considerarsi abusiva; se invece era stata invitata, l’abuso è stato commesso da chi le ha tolto la parola, non permettendole di concludere l’intervento.
Ma c’è dell’altro.
Prima di trascorrere un’altra mattinata di lavoro in sala operatoria, sabato mattina ho notato, affacciandomi dalla finestra del reparto di chirurgia, uno striscione affisso a bordo palco dagli organizzatori, tra cui il sindaco di Locri, che riportava, testualmente, il seguente slogan: «Avete distrutto la sanità. Politici, medici e sindacalisti senza dignità».
Ebbene, nella duplice veste di medico e politico, mi domando come mai il sindaco Calabrese abbia inteso sparare nel mucchio, riferendosi ai medici, politici e sindacalisti e non abbia formulato, magari nelle sedi opportune, nomi, cognomi e specifici addebiti sulla condizione in cui versa l’ospedale di Locri e la sanità comprensoriale nel suo complesso.
Personalmente, ritengo di svolgere con la massima dignità il mio ruolo di politico e ancor di più di medico ospedaliero, così come i tanti miei colleghi che lavorano per assicurare la salute dei nostri pazienti pur con le carenze di risorse (e strutturali) ben note.
Chi intendeva colpire quello striscione? Per quanto mi riguarda quello slogan offensivo lo rispedisco al mittente.
*Dottor Francesco Rispoli
Medico Chirurgo dell’ospedale di Locri
Consigliere provinciale del gruppo NCD
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